lunedì 31 marzo 2025

che strana la sera


che strana la sera
quando ti prende per mano 
in un vicolo di paese
e ascolti lungo i muri
le voci sussurrate di un tempo 

in un angolo di mondo
in un cortile antico
come lungo la via tanto amata
al passeggio dei tuoi tormenti 
sottobraccio alle malinconie
siamo rincorsi dai ricordi  

vivi attesi lontananti
e vicini stretti e impossibili
 
davvero siamo sorpassati da questa vita
naufraghi in mezzo al mare dell'esistenza
e perdute illusioni ti sembrano a tratti rinvenire
tra le nebbie  i lamenti  l'estasi  e  i silenzi
di questa sera al tramonto
 
sento allora la tua anima salire tra i forri 
mentre disegna appena all'orizzonte
il rosso di un giorno a finire
cadendo l'ombra alle spalle
e si inventa la notte i primi disegni al muro
 
ecco il mare
era dietro le case
 la sua voce finiva sul cuscino
rotolando altre onde dentro la mente
 
se a volte sollevo nella stanza
la mia stessa assenza
e sulla via si trascina a quest'ora
la solitudine più nera
 
dove sei 
 
i tuoi passi attraversano la notte
e mi sorprendono alla fine della strada
quando sulla bocca di una fontana accesa
ascolto la sete di un sorriso
colgo  i battiti fugaci del tempo
guardo riflessa un’immagine
 
la luna  si specchia sul tuo viso
un lampione in fondo buca l’ombra
e dentro uno scialle d’autunno
le foglie e i giorni caduti
fanno collana
 
ora mi perdo davvero
perché sei alta
 sì
laggiù dove galoppa
il tormento
dove le nostre pagine
ripassa un sospiro
e la storia di te
racconta libero il vento 


              

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