domenica 31 dicembre 2023
a chi lo dici
aspettavo quelle orme
così mentre scivola
poi la sera
ora è fisso l’ultimo volo
rimango alla stufa calda
la lanterna
a mezzanotte voglio
lanciare una lanterna
per accendere la speranza
quando s'è spento un altro anno
senza te
e seguirla lassù
per poco in volo
è come stare noi due insieme
quell'istante
che non ci siamo incontrati mai
sabato 30 dicembre 2023
come lo specchio
voglio raccontare
dell'anno trascorso
ma già le ombre intorno
saltano addosso
al camino delle illusioni
ho caricato troppa legna
che tutte le stanze
sono sazie di fumo
come lo specchio
all'ingresso
macchiato dal tempo
allora mi chiedo
se per davvero sono
quello al vetro
coperto ancora
d'addobbi natalizi
cappello nuovo
pastrano rivoltato
ma alla stessa figura
ingiallita
non ci passo più
davanti
è che non posso dire
nemmeno scherzando
che mi manchi
se stavi le ore
a sistemarti
uscendo
ogni anno di più
fino all'ultima scena
quando in viso
specchiavi
tanta pena
e fisso
lì son rimasto
chiavi in mano
venerdì 29 dicembre 2023
comunque cercami
ripongo il presepe
in soffitta
l'albero con le palle
lasciandone due
sull'uscio più sgonfie
a che serve
altra legna
al camino
se è dentro
che non ho calore
come ogni tanto
m'affaccio
sulla strada
spiando al buio
la gatta non rientra
c'è fumo nella stanza
a vapore comincia allora
in poltrona il viaggio
alla mezza si scatena
il solito casino
e vedrai coda dritta
come torna l'amica
scappando sotto il divano
magari stappo spumante
accendo un sigaro
spengo lo schermo
tanto con questo mondo
non ho più collegamento
che fatica che si fa
che amaro disincanto
se hanno un peso
gli anni miei
e questa vita
ci ha punito già
caro Zero t'ascolto
sul piatto
freddo
rimettendo
il disco
cercami
se davvero mi credi
non smettere mai
e comunque cercami
autoritratto
siedo all'ombra dei pioppi
in fila sull'argine
d'uno stagno
sempre più secco
la canna tesa
al passato
e l'attesa lunga
per un compagno
inutile il tempo
che dedico
all'autoritratto
specchiando
rughe
e capelli bianchi
depone il bastone
al disincanto
come vuoto il tascapane
addio pescatore
dei miei stivali
oggi a pennello
su banchetto di legno
adopero
colori di tempera
nei ritocchi su tela
fissando
ai tuoi occhi
l'ultima luce
della sera
sul fondo un vecchio
in bassorilievo
giovedì 28 dicembre 2023
orme di mareggiata
cammino stamane
spiagge deserte
mirando alle orme
di mareggiata
sulla ghiaia tanta rabbia
ammucchiata in risacca
come di notte la tempesta
saltando il molo
urlava alle barche
riunite in gregge
sul porto
fischiando in osteria
a quattro vecchi
mezzi sordi
che non contavano più
bevute e carte
a lume di candela
pure mezza luna
da nuvole nascosta
nei vicoli rimaneva
in disparte
tra nuvole in risalita
sono tornato tardi
quando sembrava
la bufera finita
ricominciando
sulle scale
il tormento
con te
persa al buio
l'ultima partita
mercoledì 27 dicembre 2023
grida che ci sei
attraversando la palestina
diretti alla capanna
su betlemme
nel deserto confusa
da missili e droni
la stella
i re magi
fermarono
la carovana
sotto le palme
a piantare la tenda
quella notte
che non tiravano
più i cammelli
i fuochi erano spenti
e la favola non reggeva
a una greppia di guerra
ebrei di templi
musulmani di moschee
dalla terra bagnata dal sangue
d'innocenti
Signore
grida la tua presenza
sulla morte di ogni giorno
nella vita che mi attira
nella gente che ti compra
nella chiesa che ti rende
nelle fabbriche d’automi
nel silenzio in riva al mare
nelle ville per signori
nel pan duro della fame
nella corsa di ogni giorno
nelle lotte di operai
nella sete di un sorriso
nel volto strano d’un amico
nel fucile d’un caduto
nella patria che mi dai
Signore
grida che ci sei
martedì 26 dicembre 2023
gelo
uscendo questa sera sui marciapiedi
tra gente alle vetrine
e per strada di corsa
arrivo all’angolo
già stanco
fa freddo
e nell’aria di natale
il fumo di caldarroste
regala sensazioni d’un tempo
quando non c’era tutta questa frenesia di consumare
soltanto poche come più care cose
la vigilia magari sotto la neve al ritorno
con il cane coda dritta sulla porta
tu madre ai fornelli
e un dolce al forno
si stava a un tavolo
di cucina intorno
stretti sul piatto di minestra
anche un sorriso poteva bastare
se non c’era riscaldamento
al camino accostavi
i piedi bagnati
perché legna non mancava
in fondo al cuore
adesso torno al caffè a salutare
ma ci sono solo giovani che vanno di fretta
forse nel retrobottega di vini e oli
posso brindare
c’è un vecchio come me
che ad ogni festa
aspetta un ritorno
e bicchiere dopo l’altro
ci facciamo compagnia
poi tornando
mette brividi quel fiocco
che annaspa cadendo
tra neon di pubblicità accesi
sono sorrisi finti
strette di mano facili
a mettermi addosso
un gelo
lunedì 25 dicembre 2023
la strada di casa
queste
nostre sere d’inverno
passate
al camino
tra i
fumi dei sogni
le
capriole della fantasia
le
nostalgie
e
tutto il tempo raccolto
in
cenere
mentre
sulla strada
il
freddo di ghiaccio
sta
appeso ai rami
e se
ne va in fondo alla valle
il
rumore di un silenzio profondo nell’anima
e tu
mi lasci in cima a un desiderio
quando
ascolto sfogliare al pendolo
tutte
le stagioni trascorse
i
momenti vissuti
i
nostri giorni voltati
al
calendario della vita
guardo
la luna fissa ai monti
e
quante stelle fiorite in una notte gelida
ti
penso
e non
c’è un solo tormento
un
richiamo
una
rincorsa
senza
il tuo nome
senza
la tua voce
fuggono
a volte quei miraggi
e
migrano oltre i confini della mente
eppure
rimane seminato
questo
ventre di solitudine
della
voglia tua
quando
sgorga un gemito dalla fonte
sale
un seme di sorriso
nel
fiotto d’una lampada
che ho
acceso fuori
perchè
anche un solo tuo ricordo
trovi
in questo buio sospeso
la
strada di casa
""Sì
c'è qualcosa d'antico riverberato in linguaggio moderno, nella tua
poesia che mi riconcilia liricamente, con la nostra bistrattata
lingua, ma che anche m'accompagna dolcemente a ritornare giovane e
alle letture che allora facevo ...
Poi nelle tue atmosfere ci
sento aleggiare il Pascoli,
appunto, con i suoi timori panici, le sue penombre e le sue
melanconie: ed è per me un godimento puro!
E' una poesia scritta
con parole moderne cariche d'un Sapere senza tempo: che riverbera le
nostre pagine più belle della Letteratura ...
Non è una
imitazione banale, tutt'altro: non ci sono parole tronche, il verso è
libero, il ritmo è saggiamente musicale!
Poi le tematiche,
autobiografiche (penso...) non hanno niente di stonature egotiche,
sembrano quasi pagine di un diario che sottolineano riflessioni e
situazioni umani, comuni, vere, perciò a portata di tutti (si
oggetivizzano) e poeticamente congrue ...
" ... il
freddo di ghiaccio (...)"
da la misura di un uso dell'immaginazione e delle metafore originale
e genuinamente lirico.
Insomma non si legge oggi giorno, poesia
del genere, anche perchè per scriverla ci vuole creatività e
padronanza nello scrivere, ma soprattutto un amore infinito verso la
nostra Letteratura, fatto di letture, studi e assimilazioni che forse
molti non fanno più!
Che dire più, solo che continuerò a
leggerti con un piacere tutto soggettivo e grandissimo.""
Grazie
ROSARIO
Buon Natale Nonna
Nonna
ricordi
i
vecchi calessi cigolavano al guado
e la
tormenta risparmiava
un
pezzo di pane sul davanzale
in
fondo due tizzoni bastavano
a
farti rammendare mille disgrazie
e
quando a tavola
la
meraviglia apparecchiavi in un momento
eri il
supermercato della semplicità
dove
sei
due
parole
e la
notte era una gran signora
che
veniva sempre alla stessa ora
si
fermava sulla soglia
rimboccava
piccoli sogni
un
bacio
e le
favole sul comodino
erano
i migliori quotidiani
nonna
a
volte l’assenza soffoca questi ricordi
il
silenzio acquista assurdo
ogni
giorno questo traffico
questi
orari
l’ansia
di correre
la
disperazione di lavorare
soltanto
per mantenersi una pelle
la
solitudine di tombe
che si
trascinano a benzina
a
piedi in autobus ovunque
per
scannarsi in una fila
una
raccomandazione un desiderio
uno
semplice
resta
quello di godere
ora
subito tutto
nonna
cara
sai
la mia
donna è un lungo
impossibile
conto fine mese
telefono
parrucchiere lavoro
a
letto recita fedele
fuori
lei e sua figlia parlano di cambiare
sì
riescono
solo a cambiare pettinatura
tra
poco sarà Natale
vorrei
pregare come una volta
andare
a messa per sentire l’organo
e
qualcosa dentro
mangiare
un po' del tuo dolce
scriverti
una letterina
e
nascondere sotto il piatto
i miei
inutili propositi
cantare
con te come facevi
quando
era troppo freddo
ma in
quelle stanze scoppiava il calore
che
non dà nessun carburante
povera
vecchia
filavi
comunque
la tua
piccola fine in un angolo
veglia
misurata
ti
bastava un segno
una
minestra
l’ultimo
natale
dicevi
perché
non sorridi
sei
giovane
dio
mio
in
quella tomba
ho
nascosto tutto
tutto
lasciatela
riposare
lei
capiva
stappate
pure la vostra allegria
brindate
buon anno
ma
lasciatela in pace
così
come ha sempre vissuto
appena
senza
dare fastidio
cara
immensa donna mia
riposa
tra le cose più belle
i miei
balocchi
l’innocenza
di giocare un sasso una biglia
senza
gridare
senza
sparare
buon natale nonna
domenica 24 dicembre 2023
era una bellezza
scende in silenzio
d'una carezza lieve
a tratti bisbiglia
intorno coprendo d'ovatta
poi a passi felpati
ammanta
nei fiocchi a treccia
elegante
la dama bianca
ed è neve
che viene per noi
mai vecchi
sempre bambini
mentre corri ancora
ansimando a scuola
borsa di cartone
sfondata
matita e gomma
un quaderno sporco
per strada
come eravamo contenti
noi compagni
solo d'un pupazzo
scopa in mano
carota al naso
e come vorrei tornare
alla vecchia stufa a legna
ai dispetti tra banchi
anche finire dietro la lavagna
ma veniva giù
tanta neve
che era una bellezza
noi in piedi
al cinema d'essai
stretti d'un brivido
per sempre
io e te
*
buon natale a voi amici lontani, compagni perduti, alle donne che non ho saputo amare, a mio figlio
e alle due figlie che mi hanno sopportato, ai genitori e pure mio fratello , che hanno voluto darmi la vita, ma non ho dato altro che dispiaceri, alla mia nonna che non ho mai conosciuto Emma, alla nonna Carolina che mi ha tanto voluto d'un bene, ai maestri Luigi e Clemente che hanno dato la vita oltre le differenze le barriere i confini dell'odio, e buon natale a te che mi leggi... , quanto vorrei spezzare un poco di panettone sorridendo, ma c'è tanto buio dentro, se la stella in alto s'è spenta...sempre lasciavo una luce sulla strada di casa, un tempo che ho finito, adesso non prego, che almeno un ricordo, uno solo ritorni al buio...e a quella donna che non è mai venuta, taccio in silenzio, da dire più niente,
sono qui
sono qui
tra le braccia del presepio
l’aria di cornamuse
il suono di zampogne
e mi accorgo di essere vissuto
negli anni trascorso ad ogni festa
fino alla soglia d’una avara
vecchiaia
il tempo rimane appeso a quell’albero
dove tremule luci dai rami pendono
sulla sera
lascio ai piedi d’una vita
tutti i vostri regali
senza aprirli
solo la sua mano sapeva scartare
la mia anima
sabato 23 dicembre 2023
la città in fondo al cielo
la città finisce in fondo al cielo
e l’amore nelle tue tasche
ragazza mia
il sito della felicità cercando alla
tastiera
mentre vagano le ombre sullo schermo
di una periferia mai cresciuta
aspettando una vita in ritardo
noi perduti all'angolo di grandi
magazzini
dove vendevano il successo a poco
ma stanotte metti le ali
e quel sorriso di giovinezza
ti prego
non collegarti alla rete
cerca nel mare dentro
di viaggi più belli
e usciamo insieme
di mira sempre alla stella polare
è natale figlia cara
accompagnami allora nei suoni d’una
nenia antica
sopra i cieli della Russia dei nuovi
capitali
o su quelli dell’America dei finti
denari
nelle officine senza lavoro
come tra i relitti abbandonati
nelle case di riposo
in mezzo a chi è senza patria
nei lager d’accoglienza
o a chi urla muto in corsia
o sui banchi d'una chiesa d’affari
signore che vieni
non ho più una sola preghiera
tanto domani si ricomincia a sparare
con le mani facili e un sorriso finto
ma se verranno i pastori a suonare
o i re magi alla capanna d’un cuore
se la stella poserà il cammino
in cima al mio unico desiderio
ecco
vorrei tornare come una volta
a raccogliere il muschio per il presepe
e alla messa di mezzanotte
quando un dio scenderà dalle stelle
scappare in fondo a quei vicoli
dove quante volte ci siamo rincorsi
come perduti nella neve
tanto poi sulla porta in veglia c’era
sempre lei
che la fronte sfiorando d'un bacio
sussurrava
buon natale figlio mio
venerdì 22 dicembre 2023
radici in cielo
radici
rivoltate
al cielo
il tronco
a pezzi
la ruspa
assale
ultimo ceppo
medesima
lama
calata
nei visceri
se un padre
riverso
ho raccolto
sui campi
e fanno male
ma tanto
gli anni
più
di trenta
denari
quando la vita
tradisce
la natura
non rende poi
le promesse d'allora
e
sono andato avanti
da solo
senza le sue forti braccia
e quel sostegno
ai voli
cadendo nel vuoto
mercoledì 20 dicembre 2023
quattro gatti
stringendo alle corde
un bicchiere
e solitudine a litri
nei fumi d'osteria
ripassiamo vecchie storie
senza senso
riportate da vicoli
di nebbia
perdute in silenzio
noi soli rimasti
una volta
quattro gatti
per il solito tavolo
a carte
la prossima
giochiamo
col morto
dal vespro
alla compieta
l'arco è compiuto
se all'alba per lavoro
a sera la vita
già finita
per studi a proposito
del domani
allora quante notti
da cantiere in corso
sul cuscino
adesso quanti dolori
da vecchio
senza arte né parte
e fischi d'asma a letto
in partenza il treno
compiti d'inverno
non è il tuo segnale dall’orto
solo vento a fischiare
m’affaccio lo stesso
sulla strada maestra
che porta quel compagno
dell’ultimo banco
alla lavagna di nebbia
per i compiti d’inverno
e in cortile mi scappa ridendo
scuffia
il tuo nome di battaglia
a coprire orecchie a sventola
poi sul piazzale incontro bambini alla fermata
urla e spinte
sempre in ritardo noi
correndo al domani
sei caduto al gioco
martedì 19 dicembre 2023
il falso disegno
non accendo l'albero
se ho poche luci
sul finire dell'anno
già stanco
di cercare il presepe
in soffitta
che di polvere
mette affanno
ogni tanto m'affaccio
sulla strada
all'ascolto di voci
rumori sordi
mirando ai neon
il falso disegno d'un ritorno
le sera convince
d'umida sciarpa
a chiudere le imposte
e mi raccolgo al camino
senza il calore
della tua fiamma
in fondo al piazzale di rimessa
c'è una stella
sulla capanna accesa
oltre corriere ferme
già la notte
in cammino
per ogni cuore
che ancora crede
mi giro dall'altra parte
passeggero a breve
sul cuscino
la pipa
m'affaccio sull'uscio
ogni tanto a mirare
nella nebbia
ma d'aria fredda gira
soltanto un sogno
lento il fiocco che scivola
e muore
non posso raccogliere
altri ricordi d'un inverno
scarnito fino all'osso
c'è un sacrario di resti
giù nell'orto
pietoso il velo
di medaglie bianche
e nastrini sulla rete
al gelo
qui si combatte la solitudine
al camino stanotte
sparando scintille
su per la cappa
anche la pipa fa la sua parte
lunedì 18 dicembre 2023
che natale
alla corte dei miracoli
la sera
un bambino a piangere
va in scena
mai nato ancora
sulla terra che trema
e spaccata si divide
ai suoi piedi
dalle nostre parti
che natale
se la gente aspetta
re magi
come in un presepe
di neve
l'albero acceso
al centro del cratere
nei ricoveri di fortuna
la vigilia trascorre
ululando la montagna
con la bestia mai doma
in pancia
è un paese del sisma
che urla muto
al ministro di partito
che viene
con le promesse antiche
riponile in tasca
muto devi stare
di fronte alla rabbia
che dalle rovine
ai falsi auguri
scava dentro
a far più male
domenica 17 dicembre 2023
impressione d'inverno
all'impressione d'inverno
che spiffera
un'aria così fresca
stasera
mi scappano brividi
chiudendo la finestra
allora metto il catenaccio
pure al portone
che fa notte
presto
già
buio fitto
dentro
e adesso questa vita
chi te la spiega
giorno dopo giorno
ammainando vele
sistemando cordami
nella stiva
poi delle reti che ho calato
chissà dove
ma va là
chi se ne frega
ormai sono malinconie
a servire da pastura
quando abboccano
delusioni continue
per altri posti vuoti
in panchina
come sul molo
per barche perdute
erano compagni di mare
andati avanti
nel destino
sempre di mano
a dare le carte
stanotte però
qui si combatte
ancora nelle stanze
saltando fuori
l'uomo animale
a letto e in cucina
che cerca una donna
ma quella è un'altra storia
nessuna figurati si avvicina
all'orso che ringhia
intanto stringo
d'un pasto freddo
la cinghia
e sempre di scatolette
m'è scappata via
anche la gatta
l'unica che rimane
di compagnia
è la televisione
finita la poesia
con i quaderni in alto
a far polvere
le pagine postate
sul pc
onde ormai sulla distesa
come tanti messaggi
in bottiglia
nel cassetto conservo
una cartolina di natale
imbucata secoli fa
con la neve illustrata
e la stella
campa cavallo
aspettando come una volta
sotto il piatto
la letterina più bella
forse troverò un senso
a cantare anch'io
tu scendi dalle stelle
con la cotta bianca e rossa
dal dio denaro
anche voi
a servir messa
sabato 16 dicembre 2023
il soffio d'inverno
appresso all'ultimo stormo
gelando oramai
il soffio d'inverno
cieco a puntare il bastone
sulla riga in fondo
tremavano
in fila medesima
brividi alla schiena
come tra nuvole nere
il desio migrante
alla soglia
che stavo agognando
duro
specillo
un fanale
contro il buio
al cancello
cambio di presepe
la somma algebrica
dei discorsi roboanti
saltando tappi di spumante
è il cambio di presepe
i re magi
già percorrono la salaria*
e a posto della stella
c'è forse un drone deviato
che stanotte
ha perso la rotta
di guerra
finendo sull'albero
per sbaglio
guaste le ali
ma di più le vostre promesse
di pace
a rimanere impigliate
tra i rami
dove braccia spezzate
dolore di sangue
bambini massacrati
gridano
e tutto quanto
intero il mio tormento
appeso
*( salare o marinare la capanna )
amici di pane
nel cortile di sotto
ascolto piegare panni e lenzuola
lungo un pomeriggio di sole
a tubare due piccioni
sui coppi in amore
oltre le grate
amici di pane
ormai siamo edera
d’anni stretti al muro
in un vaso di galera
venerdì 15 dicembre 2023
l'icona
quando arrivammo
a natale
era in penombra
quel pezzo di terra
una striscia deserta
sulla campagna davanti il cielo
che di quattro stelle illuminava
croci gobbe marmo
ora spenti anche i fiori
e fioca la luna
veglia sacra l'icona
ali fisse e dito puntato lassù
se dio c'è
sulla parola
e tu
cara madre
che sorridi ancora
ultima fila
sempre in attesa
ogni festa
ogni ricorrenza
c'hai creduto
la mano tesa
stringo pugni di rabbia
e una lacrima
quando al cancello
scappando via
non ho più trovato
un angelo per strada
oggi nebbia
fa freddo
e non fischia il merlo
allora è uno scherzo
preciso il tuo verso
quando chiamavi
alla finestra
sono pronto
allora scendo
con il vecchio pastrano
incontro all'inverno
ma i ricordi confondono
voci lontane
che mormorano
e nei passi sordi
indietro
ripete l'eco
cerco ancora
ad ogni portone
d'un compagno
perso in gola
il nome
solo che all'angolo
di folate e traverse
non trovo più
il bandolo di matassa
oggi mette
solo nebbia
giovedì 14 dicembre 2023
nel giardino d'inverno
nel giardino d’inverno
disegna una lumaca
giri d’argento
alberi nudi
nelle braccia secche
gridano muti
contro nuvole a stracci
forse piove
e sul muro l'edera
spoglia
a ridosso della sera
ora sei a cavalcioni
di voglie in fumo
galoppando all'orizzonte
volute di camino
e vanno stormi neri
su banchi di nebbia
a ripassare la storia
mercoledì 13 dicembre 2023
senza indirizzo l'ultima lettera
fisso stamane
alla coltre che avanza
nuda d'inverno la campagna
ho lasciato sul tavolo
di rabbia piegata
un'altra pagina in bianco
poi al timbro d'una lacrima
i lembi incollati di rugiada
non riuscivo a chiudere
la nostra ferita nel tempo
già in partenza un postale di nebbia
e senza indirizzo l'ultima lettera
con le parole a far più male
in sospeso
un certo effetto
quattro medaglie di gelo
sulla rete
luccicano al sole
dopo la bufera
i pali della staccionata
a portare cuffie bianche
in fila
fanno un certo effetto
come altre gobbe
spettinando neve
il vento sull'orto
goffo pure il camino
sepolto d'un manto
fino alla grondaia
che aguzza pugnali
di ghiaccio
segue al crepitio
un tonfo
nel silenzio
ogni volta
più sordo
martedì 12 dicembre 2023
dove andare
lascio
tanti ricordi
al
portone
spingendo
valigie
cartoni
fuori
meglio
chiudere in fretta
e poi
viene quasi a piovere
dai
tuoi occhi
scappando
senza
voglia
e
indirizzo
anche
il vento s’è fermato
all’angolo
cercando
una risposta
dove
andare
se in
quelle stanze
c’era
calore
che
non dà nessun carburante
t’ho
voluto bene
a modo
mio
chiuso
nei silenzi impossibili
poi
urlando
quanta
rabbia addosso
ora
sono
quello che vedi
di
spalle curvo
girando
al passato
la
chiave
fissa
però la domanda
a far
male
lunedì 11 dicembre 2023
e poi la notte
s’accendono ancora
quelle case rosse
due luci
per strada
c’eri tu
sull’uscio
da un pezzo
ferma ad aspettare
la posta della sera
con quattro gatti
in cortile
panni
d’un altro giorno
stesi
e poi la notte
all’angolo
d’ultima voce
a cena
c’era apparecchiata
solitudine come sempre
una minestra
e sulle scale
quell’ombra curva
è finita al buio
di seguito in scena
la mia
sul tavolo
riversa
domenica 10 dicembre 2023
finestra d'inverno
a volte colgo sui tetti
al tramonto
certe tinte
le stesse tue di rossore
come stasera
nell’attimo fugace
d’un saluto di rondini
in cielo sospeso
il battito
di qualcosa che muore
e vola il ricordo
un nome indietro
alle nostre stagioni
che richiamano
i colori d’un volto
quando crescevano gemme
ai seni
ed eri bella
così tanto di primavera
poi d’estate
con la tua pelle
fondo sabbia
e se d’autunno
ho colto quella foglia
rimane
alla finestra
d’inverno
rigido adesso
il tuo pallore
fumo d'oblio
stamani
appendo solo nebbie
al quadro
appena
quel volo radente
d'ultimo migrante
in cerca di riparo
aprendo quercia di confine
la chioma a compassione
al primo spiraglio
provo anch'io
un salto
nel fumo d'oblio
sui campi
quando è ora
la vecchiaia è come sedersi ad aspettare piegato il senso della vita sulle ginocchia e la sera mirare gente che scappa ma non raggiung...
-
scivola via l'ultimo tram come un gatto a quest'ora di sogni alla fermata scintille in coda ogni volta rimasto a piedi giro per ...
-
di quel segreto o tormento tra noi sottinteso nessuno saprà se un giorno c’incontreremo atomi al di là del firmamento e sarai la mi...
-
la notte che vorrei ascoltare la tua voce abbandono sul tavolo tante parole per quanto fanno male così mute discorsi finiti nel posacenere...