martedì 31 ottobre 2023
apre il mercato
non vado per cimiteri
e la stessa mano a deporre un fiore
custodisco care dentro
e non tornerò a novembre
là sui campi e dentro le fosse
così scappa il racconto
oggi la storia
ecco
no
lunedì 30 ottobre 2023
piano che è sera
sono
venuto questa sera
a
trovarti
nel
bisogno di parlare
con
me stesso
pure
nel tempo
che
ho paura
d'invecchiare
e
correndo con lo sguardo
alle
date di ruggine
ai
volti di cera
ripasso storia
così
per sorreggere l'illusione
appoggiata
al bastone
interrogo
quella vecchia
che
prega muta
a
ridosso d'una stele
mi
riconosce
e
raddrizza la gobba
raccontando
un paese
poi
a passi incerti
come
la memoria
s'allontana
piano
che
è sera
l'ho
vista
sul
cancello
accostare
i
battenti
con
cura
a
custodire
segreti
del
cuore
ai vimini
verbi
al passato
mani di calli
consunte
la vecchia
curva ai
vimini
racconta
annodando ricordi
nell'intreccio
di
favola e storia
come tanti amori
stringendo al cuore
e
la sera
eccoti per strada
una sosta al fontanile
l'altra
allo steccato
per mirare già a cappelo
di neve le cime
è
rimasta poi un'ombra
a ritirare poveri panni
sull'uscio
canestra
di miseria colma
domenica 29 ottobre 2023
cosa vi passa
a cercare
brandelli di carne
nei crateri
della rivolta
c'è un'immensa folla
ma in testa
cosa vi passa
non sangue
se non avete
cuore
il gelo
della vendetta
alberga
dove non basta
dio o allah
per stanare
gaza
nelle gran teste
di cazzo
potenti della terra
cosa vi passa
due popoli
liberi dalla guerra
no
solo porci interessi
e basta
una sola stagione
nudo
sulla piazza vuota
il nostro sogno d'estate
e dalla torre
il colpo di grazia
a rubare l'istante
preciso il brivido
alla schiena
riaccompagnando
l'ombra tua a casa
una sola stagione
amanti
e sul viale
dove sono ingiallite
tante ragioni
ho paura a calpestare
l'unica
di vivere insieme
venerdì 27 ottobre 2023
il viatico
dalla
parte vecchia del paese
sale
un parroco a fatica
portando
il viatico
se
qualcuno ancora ci crede
ripete
il portinaio
tanto
alla fine
t'aggrappi
solo alla fede
lo
stabile si regge a malapena
crepe
dappertutto
qui
davvero è già finita
abito
fuori porta
dove
ha più colpito il sisma
verso
i monti
che
ancora scuote
la
bestia dentro
a
volte di notte
i
vicini di camera
fanno
gli stessi rumori
m'alzo
di soprassalto
e
pantofole messe alla storta
inciampo
riparando
un poco sul divano
dopo
una calma apparente
torno
a letto
ma
all'ennesima giravolta
nel
talamo in solitaria
cosa
fare
ecco
la
seggiola gratta il pavimento
lampeggia
il tavolino
sono
ancora qui
per
la solita dose quotidiana
quella
che volevo seppellire
sotto
un cambio astrale di vita
a
vergare mio malgrado
due
versi dinoccolati
magari
smilzi
assonnati
che vada a farsi fottere la poesia
assassina!
Ci s'insinua dentro (pensa che a me credo che mi succhi
via anche l'insulina necessitante)
e ci avvelena minuto dopo
minuto ...
Ma poi temiamo le porte -che son sempre appannaggio
della morte -
vediamo la luna storta imbiancarci la nuca
guardiamo
uno sparviero nel cielo e crediamo sia un albatro
e ci leviamo
fino a sbattere nel lampadario ...
allora noi duri e puri, apriamo
il giornale, o accendiamo la tv:
morti, stragi, alluvioni e soldi
che si squagliano al vento - solo per noi poveri e similari
-
richiudiamo il giornale e sospirando sospirando si son fatte le
tre di notte: buio all'orizzonte,
ombre minacciose
dappertutto,
silenzio sornione nel corridoio,
il letto sì il
letto ultima barriera. coperte, lenzuola, cuscino, tazza di
camomilla
e,
il sonno latitata ...
allora soffi, mugolii,
spettri, angosce, ricordi (ah questi sono i più pericolosi)
sudiamo
freddo
alla trecentocinquanta giravolta nel talamo in
solitaria:
Cazzo che fare?!!
Che fare?!
Mogi, in apnea
quasi,
c leviamo, lentamente con le pantofole messe alla
storta,
ci strasciniamo, ma per andare dove?!
Per fare
cosa?
...
Il tavolino lampeggia,
i libri se la ridono
scomposti,
ecco la seggiola gratta il pavimento ...
no, no,
no:
Eccoci a farci la dose quotidiana,
quella che volevamo
seppellire sotto un cambio astrale di vita,
a vergare nostro
malgrado
due versi dinoccolati,
magari smilzi, assonnati,
due
solo e poi basta sì basta ...
ma non finisce mai questo quaderno
di strada,
mai l'ultimo verso definitivo
mai mai mai
mai
...
Qualcuno giura,
di aver visto il volto di Poesia,
aveva
due canini bianchissimi ed acuminati
e agli angoli della sua
carnosa bocca
scivolavano stille di sangue rosso rosso
Virgì,
che
sia il tuo, il mio e degli altri
quel rigagnolo di
plasma?!
Virgì,
t'ho seguito sempre:
forte ed empatica
assai assai quella sul Partito
e le altre della tua
saga/romanzo
Ciao
Rosario
Io lupo della steppa trotto solo
solo, nel mondo ormai di neve bianco...
Dalla betulla scende un corvo stanco,
ma non vedo una lepre, un capriolo!
Oh come voglio bene ai caprioli!
Poterne trovar uno, oh bella cosa!
Vi affonderei la bocca mia bramosa:
non v'è nulla che tanto mi consoli.
E con amor e affezion sincera,
delle tenere carni farei strazio,
finché di sangue veramente sazio
a urlare andrei dentro la notte nera.
Anche una lepre basterebbe, via!
Dolce ha la carne pel mio gusto bruto...
Possibile che tutto abbia perduto
quel che abbelliva un dì la vita mia?
È grigio ormai della mia coda il pelo,
e già la vista mi s'annebbia e oscura,
sono anni che mia moglie è in sepoltura,
ed una lepre, un capriolo anelo.
Vado a caccia di lepri, trotto e sogno
all'invernale sibilo del vento,
e ingozzo neve, neve, finché ho spento
la mia sete, e do l'anima al demonio.
(H.Hesse)
…...................................................................................
Un walzer di chopin riempie la sala
una danza selvaggia e scatenata.
Alla fine pallido chiarore,
il pianoforte adorna un'appassita ghirlanda.
Il piano tu, il violino io,
così suoniamo e non smettiamo
e attendiamo inquieti, tu e io,
chi per primo spezza la magia.
Chi per primo interrompe il ritmo
e scosta da sè le candele,
e chi per primo pone la domanda,
a cui non vi è risposta.
(Hermann HESSE)
giovedì 26 ottobre 2023
ma chi ha vinto
ora che finisce
di sussurrare
alle finestre
il vento
solo tu
dolce pensiero
puoi attraversare
vuote le stanze
mano nella mano
a fare una passeggiata
nel tempo
quando un bambino
correva
al triciclo
in fuga
dalle grida
e d'un castigo
una lunga notte
si prepara
alla gara d'ombre
sul manubrio
curve
fino all'alba
in volata
ma chi ha vinto
la corsa
è questa
la domanda
interrogando
quadri appesi
sguardi severi
in posa
ma chi
se a fatica
arrivo appena
in fondo al corridoio
e giù per le scale
il vuoto
come rimbomba
a suonare la tromba
proclama vittoria
mercoledì 25 ottobre 2023
vuoto a rendere
la notte buia
tarpa alle ali
di silenzio
e dentro come scava
solo il vento
interrompe
alle siepi
un diario
di niente
tanto inutile
sul foglio
in bianco
questo raccontare
alla gente
che già dorme
del tempo
ignara
sottocoperta
la postura
indifferente
così un vuoto
dignità zero
a rendere
prima o poi
a forza di cercare
dietro lo schermo
prima o poi
tra cocci di vetro
e al buio rimango
un tempo
luce con te
di scintille
abusivo l'allaccio
da prendere la scossa
al primo contatto
pur breve l'amorosità
quanto improvviso il distacco
che
ho messo
un bel nulla
in valigia
giusto
una vita
piegata
alla rinfusa
inutilmente
vissuta
martedì 24 ottobre 2023
notte di vento
cosa borbotta
il vento
discutendo
alle imposte
poco importa
se cambia il tempo
cerco solo
un indizio
dai rumori
indovinando
come a nascondino
ma dove sei
dietro la tenda gonfia
o nell'armadio
forse nell'angolo segreto
in fondo al corridoio
dove ho perso la tua voce
l'ultima volta
che giocavi
alla guerra
imitando il vento sul balcone
gambe levate
d'un polverone
troppe discussioni
adesso basta
un sussurro
perchè solo quello
in gola mi resta
e quanto vorrei
far pace
darti un bacio
e a quell'ombra
allungare la mano
incontro
sei immagine così bella
d'una notte di vento
che scioglie brividi
e lingue sulla pelle
e sbattendo la porta
d'ultimo rimorso
spegne una voglia
che alle ali più non oso
lunedì 23 ottobre 2023
un calice di novello
una filanda
batte la campagna
ed ecco
la mia donna
vestita di scialli
con la brocca antica
e nuvole in testa
sui passi
dove danzano
stormi migranti
ed amo
incontrare
i nostri ricordi
mentre fulvide le chiome
e di giallo ammantano
pioppi e tigli
rossi gli aceri
al suo passaggio
così elevo
un calice
di novello
alla signora d'autunno
che dipinge
questi fogli
arrossendo
di pudore
come ingiallendo
ai lontananti
amori
il primo bacio
d'autunno sul lago
dipinge il maestro
scialli in tela
come illustra
malinconia
la cartolina
che imbuco
senza indirizzo
e via
a cadere
macchie
d'inchiostro
lacrime
sulla data
più il timbro
a far fede
di queste labbra
una di quelle sere
che rincorro brividi
sul bordo dell'onda
accompagnando
il velo di nebbia
sulla distesa
così comincia
a far male
il ricordo
alla schiena
durante
la nostra passeggiata
quando dagli angoli
più nascosti del cuore
fino al molo
di barche perdute
io e te
sottobraccio
ci siamo dati
il primo bacio
anche stasera alla pensione
solito tavolo per due
con un sorriso a ripetere
come stai bene
amore
e la più bella
ombra in veranda
già ammicca sotto la luna
domenica 22 ottobre 2023
alla meridiana
c'è un'alba chiara sui tetti
dalle tinte rosa
a tutto schermo fino ai monti
verso il mare
ancora più bella
da dimenticare in fretta
le ombre a fianco
che m'hanno tenuto compagnia
questa notte
ed esco al mattino
solo
nessuna voce in giro
silenzio in bocca
così l'aria fresca
mette ali sulla porta
e già la via diventa carraia
arrivando il rumore
della campagna
alle opere
acceso il motore
anche se tengo
caro il muggito
in fondo al cuore
affondo i passi
attraversando campi
di fiori e profumi
mentre il sentiero
va dritto giù al fiume
mi fermo al bivio
dove c'era la fonte
e tra i rovi
il passato assale
graffiando
sento ancora l'acqua
dal fondo
o le tue parole gorgogliare
in gola
qui venivo all'inizio correndo
quando mi sorrideva la vita
ora siedo
di vivere stanco
alla fine
poi riprendo la marcia al giorno
che alto sui fossi umidi
e i crinali assetati
risplende
a perpendicolo sulle case rimaste
i fienili e le stalle
il mondo com'era
da bambino
ed oggi così cambiato
che d'un vecchio
il tempo ho toccato
greggi sparsi gli anni
non torneranno stasera
quando non riportano al fattore
i conti
incisa un'altra tacca
sulla canna
più preciso e duro il ferro
alla meridiana
sabato 21 ottobre 2023
sul limitare d'autunno
sul limitare
d'autunno
torno
d'afa libero
a volare
già
lungo
il fiume
perduto
muovono
lingue
nuove
di temporale
quatto
un pensiero
nascondo
alle fratte
pronto
oramai
al salto
se è tempo
di migrare
così
al primo stormo
l'istinto
dalle sponde
fremito
come sulla distesa
di nuvole
voglia
medesima
a varcar la soglia
venerdì 20 ottobre 2023
invento
invento
anche un fischio di vento
pur di correrti incontro
giù nell'orto
a quel saluto
caro compagno
d'un sorriso
e il richiamo perduto
il silenzio
ora
delle stanze
come
al camino
solo fumo
attizzando
pezzi di legna
ricordi
alla fiamma
asciugo
la lacrima
pure alzando un calice
per farmi compagnia
e che altro devo
inventare
prima d'andar via
il dipinto
un altro meriggio
a navigare
stanco
tra parabole
antenne
e panni stesi
a vela
su questo mare
che invento
qui
dal terrazzo
fino alla ferrovia
e come quel gabbiano
risalendo il fiume
fuori rotta mi perdo
sopra cemento e bitume
quando ascolto
dal cortile
voci al rientro
saluti di rimando
ecco
sei ancora lì
tra i vasi curva
in cornice
sul tramonto
come di gerani
continua a rosseggiare
il dipinto
giovedì 19 ottobre 2023
versi d'autunno
dolce ricordo
quel graticcio di vite
che arrossiva sotto casa
uscendo io e te
all'ultima passeggiata
mentre la campagna
nella veste di scialli
sospendeva la vita
dai rami
come dalle tue labbra
lontananti baci
poi sui passi di caccia
improvviso tuonando
il temporale di fine estate
ti sentivo a fianco
se i tini in fermento
o le ali di stormi
già battevano versi
d'autunno
ancora ti vedo
oltre lo steccato
rotolando un sorriso
nel fieno
quattro case
al villaggio
oggi
solo pietre sparse
il sisma
tirando
a sorte
mercoledì 18 ottobre 2023
diario al vento
lascio
stasera
aperto
il diario
al vento
che impazza
e spinge
a folate
il vecchio
sulla piazza
giocando a carte
nei mulinelli
sotto le logge
e al monumento
dei dimenticati
di seguito
sfoga nei vicoli
la rabbia
sbattendo
imposte
in metrica
vasi a raffica
quando sul filo dell'orto
discutono forte
anche i tuoi panni
che uno ad uno ricordo
e quanto mi manchi
si calma a poco
e di rimando
esce la luna
tra le coltri
così cerco
al portone
d'evitare
affilate
certe ombre
l'ultima
sulle scale
che mi guarda
fissa
e non reggo
al corrimano
senza appoggio
di ragione
rimango in coperta
quando riprende la corsa
mormorando alla finestra
preciso questo paese
che spiffera
martedì 17 ottobre 2023
fai buon viaggio
piove
e vado
in mezzo alla gente
che mai un sorriso
apre
solo ombrelli
riparo all'angolo
dal giornalaio
mentre viene giù
un temporale
ma cadono brutte notizie
a far più male
addosso sono tutto bagnato
non sono certo impermeabile
quando alla maschera
scappa una lacrima
nel momento di salutare
quel corteo
davanti la chiesa
è che mi sono
commosso
mirando ai vetri
la tua foto
sopra la cassa
amico mio fai
buon viaggio
riposando nel mogano
al profumo dei fiori
e se la preghiera
non fa parte
del mio retaggio
certo ti mando
un saluto
nel traffico
rendendo omaggio
dalle sponde
del marciapiede
in quell'attimo
che hai attraversato
il fiume
e cappello in mano
ero lì
a dirti ciao
sul confine
domenica 15 ottobre 2023
portami un saluto
scrive per noi
adesso il vento
poeta di foglie
l’ultima a dondolare
fuori dalla finestra
sospesa
arrivando il bacio
a confondere
ti amo
con l’addio
sei partita così
volando al tramonto
il tuo rossore
lì a salutare
con un mantello
di nuvole nero
quella campagna d’autunno
canestre ai fianchi
e sui filari ho contato
quanti anni
come acini
caricati sui carri
portami un saluto
scrive ancora il vento
di strapparti via
non sapendo
mercoledì 11 ottobre 2023
un sogno inutile
quel sussurro
alle siepi gonfie
vento non è
eppure dall'orto
ripassando
una mano di giallo
alle fronde
muove forse il tuo saluto
affrancato d'un bacio
che mandavi in cartolina
o dei gerani che hai lasciato
quasi un timbro
al balcone
nascondendo
tra le rughe il rossore
e sulla piazzetta
scivolano
ombre sottobraccio
alle foglie
già perduta
la corriera
come di te notizie
che non torni
così m'affaccio
sul belvedere
per cogliere
l'ultimo bagliore
al tramonto
finendo
d'ammazzare
un altro giorno
lingue più strane
s'addossano
alle mura
adesso
che certi silenzi
fanno lo stesso
allungando
nei vicoli
dove il vecchio ondeggia
tornando dall'osteria
con i fumi in testa
più incerto
d'aprire il portone
e trovare dietro
nessuno
che lo aspetta
a cena
fornelli spenti
si nasconde
anche la luna
ci voleva una notte
buia come questa
per spegnere
sul comodino
un sogno inutile
martedì 10 ottobre 2023
bacio di perdono
al vecchio grammofono
parte il braccio
quando rimetto quel disco
sul piatto
con la puntina
tra le rughe
fissa
ma dove sei stata
mirando alla foto
tutta impolverata
già che rispondi
in soffitta
dove mi hai cacciata
lo so
ho perso il conto dei giorni
e mentre gracchia
quel citofono
che altro non è
mi tocca pure
ascoltare
una lagna
che notte si prepari
inquadro al balcone
tutta stellata
da luna piena
così rivedo
il tuo pancione
e com'eri bella
con la corolla gonfia
al mio seme
che tormento
girarsi a letto
verso l'alba
aspettando quel bacio
di perdono in rosa
dalle tue labbra
lunedì 9 ottobre 2023
quando verrà
quando verrà la sera
a prendermi sull’uscio
sottobraccio
giù nei vicoli
come gatti innamorati
con il tuo ricordo
a far da scialle
sul primo brivido di freddo
poi
quando la notte verrà
per me
il silenzio
basterà ai vetri
di parlare attesa
con la tua immagine
a far da velo
sull’ultima scena
domenica 8 ottobre 2023
dei compleanni
in quella foto
stringendoci
un poco
siamo tutti
ancora giovani
all'ultimo compleanno
mentre sorridevi
perso nel tempo
i fiori in mano
i giorni
dopo appassivano
a cadere
nei petali
di seguito
alle cure
ci siamo lasciati
nel tempo
del disincanto
quando non reggono
più sullo stelo
le nostre favole
come crisantemi
che ti lascio
al campo
dove gobbe
scolpite di terra
stanno in fila
e
sulla schiena
la mia
oggi non porto
dei compleanni
più nostalgia
la ferrovia d'un uomo solo
uno stanco pomeriggio
sulla strada ferrata
a scorrere lungo sponde
di rovi assolate
un fiume di viaggi
quanti sono calati
alla schiena
binari e ricordi
d’un tempo
partito a sera
tormenti ancora
a battere sui ferri
senza stazione
sono
le stanze
una dietro l’altra
i giorni di seguito
attesi alla finestra
tutti questi vagoni
vuoti
attaccati la notte
al vapore
dei sogni
la ferrovia
d’un uomo solo
sabato 7 ottobre 2023
ad Artemio
addio
mio buon Artemio
ora comincia
il viaggio
e liberando la tua camera
sento un vuoto dentro
per un compagno
così caro
e saggio
sulla panchina
qui alla casa
di riposo
scivolando altre foglie
racconteranno
mute
nel giardino delle storie
l'autunno
oggi
ai rami nudi
colora
di tempra
dura
e il disegno
di quelle braccia
ripassa le tue
in cornice
il sorriso
riporta la pace
e un ricordo
di momenti beati
tra noi
discorre solo
il vento
adesso
che siedi
ancora
a fianco
eppure t'ascolto
di nuovo
perchè
resteranno
per sempre
i nostri passi
insieme
come le parole
mai dette
e tanti silenzi
che abbiamo
vissuto
d'una vita
a confine
per me
eri un rifugio
dove posare
rincorse
impossibili
per te
salti d'allegria
in carrozzina
per noi
il tempo
era un ladro
in agguato
e credimi
una grande persona
ha rubato
addio
mio buon Artemio
e t'accompagni
questo pensiero
dove il vento
stasera
soffia più forte
sopra le fosse
stella matutina
nella penombra
d'un chiarore
uscendo
al primo fresco
di mattino
sento il bisogno
solo di me stesso
intorno
questo silenzio
di seguito panni in fila
scorrendo altre domande
asciutte
sul marciapiede
e dentro cortili
su per le scalette
a fatica
cerco ristoro
alla fontanella
in piazzetta
quando dalle monache
chiama
la prima campanella
e così lontana
la stella matutina
mi guarda
tremula
ecco l'alba
ai riflessi
muta
sulla carraia
ma dal battito
nei vicoli
ascolto donne
già in opera
ultime rimaste
che nessuno
più interroga
venerdì 6 ottobre 2023
lezione di vita
nascosto dietro ulivi secolari
piantoni d'avi sacri
e sentinelle del passato
mi sono chinato
e un poco ho sostato
senza far rumore
nel silenzio dell'attesa
per un falco che stava nidificando
dentro la colombaia
d'una vecchia casa colonica
da troppo tempo
disabitata
così ho scoperto
che la natura alla fine vince
anche sull'uomo distruttore
e tornando a casa
ho guidato
stringendo al volante
questa emozione
come provando
dentro una gioia
che non conoscevo
da anni
davvero ci voleva una semplice
lezione di vita
giusto il dettato di semina
con la maestra di storia
sulla campagna fiorita
giovedì 5 ottobre 2023
non è cosa
quanti colpi dalla torre
a mezzanotte
uno ad uno scanditi
nell'eco su via Leopardi
quando rientravo al portone
e s'era fatto tardi
un tuffo al cuore
su per le scale
vecchio mio
ora che non c'è nessuno
ad aspettarti
ma siamo bambini ancora
dalle stanze scappando
sul corridoio
che di buona memoria
al triciclo ripercorro
l'ho riparato in soffitta
e tra viti che mancano
ruggine al manubrio
adesso pedalano i tarli
non basterà alla corsa
tutto il tempo che insonne
voglio ripassare
stanotte su lenzuola
d'un secolo trascorso
e chi dorme
tra ricordi in naftalina
un racconto d'armadi
più tarme
contegno
ripeto alle ombre
che un sospiro
non trattengono
e dalle pareti intorno
tutte vogliono
mettersi in posa
non mancano
antichi quadri
di certo severi
i nostri avi
così per dormire
non è cosa
mercoledì 4 ottobre 2023
delle fasi di luna
leggo quaderni antichi
di collegio
piccola posta d'un giovane
a mettere gemme
lungo le braccia
coltivando
in carcere malinconie
già vecchio
e mentre ascolti
china sul banco
la mia storia
sei così gentile
da non saper nulla
delle fasi di luna
in un crescendo
d'ira che non trattengo
credimi però
è feroce quanto duro il diario
d'anni più belli
guardando dalla finestra
altri giovani
con la fidanzata a spasso
se stavo lì
con i castighi
le privazioni
in riga o in fila
sui panni la matricola
comodino branda o graticola
sono crollato
per un dio sempre addosso
e messe
processioni
canti e preghiere
confessioni in ginocchio
comunioni con l'ostia
imposta o di traverso
non potendo credere
più ai ruffiani
all'ipocrisia
ho lasciato la sagrestia
le statue in chiesa
come questi quaderni
in soffitta
quanto vorrei dare fuoco
alle carte ingiallite
incubi ancora mordaci
denti aguzzi nelle carni
d'un tormento al passato remoto
che mai finisce
la notte
che ho cacciato la ricercatrice
con la sua stramaledetta curatela
artistica
il turno
afa allo zenit
va sempre peggio
ma terminata la spola
di formiche e cicale
verrà l'autunno
che già non reggo
a contare
grappoli d'emozioni
scialli in tinta
malinconie
non sai quante
poi altri concerti
di stormi
e in colonna
grigi i nostri giorni
vecchio mio
prepariamoci
alla vendemmia
pure alla raccolta d'olive
e a far legna
per il prossimo inverno
ricominciando
tra pipa e camino
di sogni il turno
domenica 1 ottobre 2023
il nostro racconto
l'autunno a far festa
iniziando la scuola
così ogni volta
portavi dalla passeggiata
una piccola cesta
ora d'uva
poi noci e castagne
le più belle foglie
con quel sorriso
raccolte
i tuoi doni profumati di campagna
nell'intreccio di vimini e voglie
adesso
sul lembo estremo di terra
dove abiti in pace
porto stasera
un fiore di campo
e la carezza sul marmo
caduto tra le fosse
un altro bacio di nascosto
non reggo al bastone
cigolando sul cancello
un singhiozzo
della vecchia scuola
oggi un mucchio di pietre
senza storia
ma qui rimane scolpito
il nostro racconto
fosse anche di ruggine
o polvere che tolgo via
dalla foto
basta che mi sorridi
ancora un poco
quando è ora
la vecchiaia è come sedersi ad aspettare piegato il senso della vita sulle ginocchia e la sera mirare gente che scappa ma non raggiung...
-
scivola via l'ultimo tram come un gatto a quest'ora di sogni alla fermata scintille in coda ogni volta rimasto a piedi giro per ...
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di quel segreto o tormento tra noi sottinteso nessuno saprà se un giorno c’incontreremo atomi al di là del firmamento e sarai la mi...
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la notte che vorrei ascoltare la tua voce abbandono sul tavolo tante parole per quanto fanno male così mute discorsi finiti nel posacenere...