martedì 31 ottobre 2023

apre il mercato

 

non vado per cimiteri
crisantemi e preghiere
tanto la gente uscendo
mena spara più di ieri

e la stessa mano a deporre un fiore
domani ti colpirà alle spalle

custodisco care dentro
tutte le tombe
con volti e nomi di caduti
per una vita dura
che si combatte ogni giorno
al fronte d'interessi su filo spinato

e non tornerò a novembre
se alle croci di ruggine
il vento spezza le braccia
e d'oblio cadono tante storie
che nessuno più riconosce

là sui campi e dentro le fosse
in fila di loculi dimenticati
atleti di pensiero e grandi ideali
eroi del risorgimento
e di tante guerre
ora stelle di polvere
sangue e medaglie
che nessuno più impara
e a mente raccoglie

così scappa il racconto
al cancello sdentato
a fianco il monumento ai caduti
grigio ieri e senza tricolore

oggi la storia
ha fiori nuovi
lacrime di cera
formule di latino
orazioni a memoria

ecco
apre il mercato
il prete avanti
fila di pecore dietro a belare
sindaco in fascia è lo stato

no
non vado
portando in cuore
il campo di croci più straziato



lunedì 30 ottobre 2023

piano che è sera

 

sono venuto questa sera
a trovarti
nel bisogno di parlare
con me stesso

pure nel tempo
che ho paura
d'invecchiare

e correndo con lo sguardo
alle date di ruggine
ai volti di cera
ripasso storia

così per sorreggere l'illusione
appoggiata al bastone
interrogo quella vecchia
che prega muta
a ridosso d'una stele

mi riconosce
e raddrizza la gobba
raccontando un paese

poi a passi incerti
come la memoria
s'allontana piano
che è sera

l'ho vista
sul cancello
accostare
i battenti
con cura

a custodire
segreti
del cuore


ai vimini

 

verbi al passato
mani di calli
consunte
la vecchia
curva ai vimini
racconta

annodando ricordi
nell'intreccio
di favola e storia

come tanti amori
stringendo al cuore

e la sera
eccoti per strada

una sosta al fontanile
l'altra allo steccato
per mirare già a cappelo
di neve le cime

è rimasta poi un'ombra
a ritirare poveri panni
sull'uscio
canestra di miseria colma



domenica 29 ottobre 2023

cosa vi passa

 

a cercare
brandelli di carne
nei crateri
della rivolta
c'è un'immensa folla

ma in testa
cosa vi passa

non sangue
se non avete
cuore

il gelo
della vendetta
alberga
dove non basta
dio o allah
per stanare
gaza

nelle gran teste
di cazzo
potenti della terra
cosa vi passa

due popoli
liberi dalla guerra
no

solo porci interessi
e basta



una sola stagione

 

nudo
sulla piazza vuota
il nostro sogno d'estate

e dalla torre
il colpo di grazia
a rubare l'istante

preciso il brivido
alla schiena
riaccompagnando
l'ombra tua a casa

una sola stagione
amanti

e sul viale 
dove sono ingiallite
tante ragioni
 
ho paura a calpestare
l'unica
di vivere insieme



venerdì 27 ottobre 2023

il viatico

 

dalla parte vecchia del paese
sale un parroco a fatica
portando il viatico

se qualcuno ancora ci crede
ripete il portinaio
tanto alla fine
t'aggrappi solo alla fede

lo stabile si regge a malapena
crepe dappertutto
qui davvero è già finita

abito fuori porta
dove ha più colpito il sisma
verso i monti
che ancora scuote
la bestia dentro

a volte di notte
i vicini di camera
fanno gli stessi rumori

m'alzo di soprassalto
e pantofole messe alla storta
inciampo
riparando un poco sul divano

dopo una calma apparente
torno a letto
ma all'ennesima giravolta
nel talamo in solitaria
cosa fare

ecco
la seggiola gratta il pavimento
lampeggia il tavolino
sono ancora qui

per la solita dose quotidiana
quella che volevo seppellire
sotto un cambio astrale di vita

a vergare mio malgrado
due versi dinoccolati
magari smilzi
assonnati



-----------------------------------------------------------


* conservo il commento di Rosario da Cambuasce (Campobasso), grande poeta e scrittore e compagno per sempre :

Hai straragione Virgì,

che vada a farsi fottere la poesia assassina!
Ci s'insinua dentro (pensa che a me credo che mi succhi via anche l'insulina necessitante)
e ci avvelena minuto dopo minuto ...

Ma poi temiamo le porte -che son sempre appannaggio della morte -
vediamo la luna storta imbiancarci la nuca
guardiamo uno sparviero nel cielo e crediamo sia un albatro
e ci leviamo fino a sbattere nel lampadario ...
allora noi duri e puri, apriamo il giornale, o accendiamo la tv:
morti, stragi, alluvioni e soldi che si squagliano al vento - solo per noi poveri e similari -
richiudiamo il giornale e sospirando sospirando si son fatte le tre di notte: buio all'orizzonte,
ombre minacciose dappertutto,
silenzio sornione nel corridoio,
il letto sì il letto ultima barriera. coperte, lenzuola, cuscino, tazza di camomilla
e,
il sonno latitata ...
allora soffi, mugolii, spettri, angosce, ricordi (ah questi sono i più pericolosi)
sudiamo freddo
alla trecentocinquanta giravolta nel talamo in solitaria:
Cazzo che fare?!!
Che fare?!

Mogi, in apnea quasi,
c leviamo, lentamente con le pantofole messe alla storta,
ci strasciniamo, ma per andare dove?!
Per fare cosa?
...
Il tavolino lampeggia,
i libri se la ridono scomposti,
ecco la seggiola gratta il pavimento ...
no, no, no:
Eccoci a farci la dose quotidiana,
quella che volevamo seppellire sotto un cambio astrale di vita,
a vergare nostro malgrado
due versi dinoccolati,
magari smilzi, assonnati,
due solo e poi basta sì basta ...
ma non finisce mai questo quaderno di strada,
mai l'ultimo verso definitivo
mai mai mai
mai ...

Qualcuno giura,
di aver visto il volto di Poesia,
aveva due canini bianchissimi ed acuminati
e agli angoli della sua carnosa bocca
scivolavano stille di sangue rosso rosso

Virgì,
che sia il tuo, il mio e degli altri
quel rigagnolo di plasma?!

Virgì,
t'ho seguito sempre:
forte ed empatica assai assai quella sul Partito
e le altre della tua saga/romanzo

Ciao
Rosario


  Io lupo della steppa trotto solo

solo, nel mondo ormai di neve bianco...

Dalla betulla scende un corvo stanco,

ma non vedo una lepre, un capriolo!

Oh come voglio bene ai caprioli!

Poterne trovar uno, oh bella cosa!

Vi affonderei la bocca mia bramosa:

non v'è nulla che tanto mi consoli.

E con amor e affezion sincera,

delle tenere carni farei strazio,

finché di sangue veramente sazio

a urlare andrei dentro la notte nera.

Anche una lepre basterebbe, via!

Dolce ha la carne pel mio gusto bruto...

Possibile che tutto abbia perduto

quel che abbelliva un dì la vita mia?

È grigio ormai della mia coda il pelo,

e già la vista mi s'annebbia e oscura,

sono anni che mia moglie è in sepoltura,

ed una lepre, un capriolo anelo.

Vado a caccia di lepri, trotto e sogno

all'invernale sibilo del vento,

e ingozzo neve, neve, finché ho spento

la mia sete, e do l'anima al demonio.

(H.Hesse)

…...................................................................................


Un walzer di chopin riempie la sala

una danza selvaggia e scatenata.

Alla fine pallido chiarore,

il pianoforte adorna un'appassita ghirlanda.


Il piano tu, il violino io,

così suoniamo e non smettiamo

e attendiamo inquieti, tu e io,

chi per primo spezza la magia.


Chi per primo interrompe il ritmo

e scosta da sè le candele,

e chi per primo pone la domanda,

a cui non vi è risposta.

(Hermann HESSE)


giovedì 26 ottobre 2023

ma chi ha vinto

 

ora che finisce
di sussurrare
alle finestre
il vento

solo tu
dolce pensiero
puoi attraversare
vuote le stanze

mano nella mano
a fare una passeggiata
nel tempo

quando un bambino
correva
al triciclo
in fuga
dalle grida
e d'un castigo

una lunga notte
si prepara
alla gara d'ombre 

sul manubrio
curve
fino all'alba
in volata

ma chi ha vinto
la corsa
è questa
la domanda

interrogando
quadri appesi
sguardi severi
in posa

ma chi
se a fatica
arrivo appena
in fondo al corridoio
e giù per le scale
il vuoto
come rimbomba

a suonare la tromba
proclama vittoria



mercoledì 25 ottobre 2023

vuoto a rendere

 

la notte buia
tarpa alle ali
di silenzio
e dentro come scava

solo il vento
interrompe
alle siepi
un diario
di niente

tanto inutile
sul foglio
in bianco
questo raccontare
alla gente

che già dorme
del tempo
ignara
sottocoperta
la postura
indifferente

così un vuoto
dignità zero
a rendere



prima o poi

 

a forza di cercare
dietro lo schermo
prima o poi
tra cocci di vetro
e al buio rimango

un tempo
luce con te
di scintille
abusivo l'allaccio

da prendere la scossa
al primo contatto

pur breve l'amorosità 
quanto improvviso il distacco

che
ho messo
un bel nulla
in valigia

giusto
una vita
piegata
alla rinfusa
inutilmente
vissuta




martedì 24 ottobre 2023

notte di vento

 

cosa borbotta
il vento
discutendo
alle imposte

poco importa
se cambia il tempo
cerco solo
un indizio

dai rumori
indovinando
come a nascondino

ma dove sei

dietro la tenda gonfia
o nell'armadio
forse nell'angolo segreto
in fondo al corridoio
dove ho perso la tua voce

l'ultima volta
che giocavi
alla guerra
imitando il vento sul balcone
gambe levate
d'un polverone

troppe discussioni
adesso basta
un sussurro
perchè solo quello
in gola mi resta

e quanto vorrei
far pace
darti un bacio
e a quell'ombra
allungare la mano
incontro

sei immagine così bella
d'una notte di vento
che scioglie brividi 
e lingue sulla pelle

e sbattendo la porta  
d'ultimo rimorso
spegne una voglia
che alle ali più non oso



lunedì 23 ottobre 2023

un calice di novello

 

una filanda
batte la campagna

ed ecco
la mia donna
vestita di scialli
con la brocca antica
e nuvole in testa

sui passi
dove danzano
stormi migranti
ed amo
incontrare
i nostri ricordi

mentre fulvide le chiome
e di giallo ammantano
pioppi e tigli
rossi gli aceri
al suo passaggio

così elevo
un calice
di novello
alla signora d'autunno

che dipinge
questi fogli
arrossendo
di pudore
come ingiallendo
ai lontananti
amori




il primo bacio

 

d'autunno sul lago
dipinge il maestro
scialli in tela

come illustra
malinconia
la cartolina
che imbuco
senza indirizzo

e via
a cadere
macchie
d'inchiostro
lacrime
sulla data
più il timbro
a far fede
di queste labbra

una di quelle sere
che rincorro brividi
sul bordo dell'onda
accompagnando
il velo di nebbia
sulla distesa

così comincia
a far male
il ricordo
alla schiena
durante
la nostra passeggiata

quando dagli angoli
più nascosti del cuore
fino al molo
di barche perdute
io e te
sottobraccio
ci siamo dati
il primo bacio

anche stasera alla pensione
solito tavolo per due
con un sorriso a ripetere
come stai bene
amore

e la più bella 
ombra in veranda
già ammicca sotto la luna





domenica 22 ottobre 2023

alla meridiana

 

c'è un'alba chiara sui tetti
dalle tinte rosa
a tutto schermo fino ai monti
verso il mare
ancora più bella
da dimenticare in fretta
le ombre a fianco
che m'hanno tenuto compagnia
questa notte

ed esco al mattino
solo
nessuna voce in giro
silenzio in bocca

così l'aria fresca
mette ali sulla porta
e già la via diventa carraia

arrivando il rumore
della campagna
alle opere
acceso il motore
anche se tengo
caro il muggito
in fondo al cuore

affondo i passi
attraversando campi
di fiori e profumi
mentre il sentiero
va dritto giù al fiume

mi fermo al bivio
dove c'era la fonte
e tra i rovi
il passato assale
graffiando

sento ancora l'acqua
dal fondo
o le tue parole gorgogliare
in gola

qui venivo all'inizio correndo
quando mi sorrideva la vita
ora siedo
di vivere stanco
alla fine

poi riprendo la marcia al giorno
che alto sui fossi umidi
e i crinali assetati
risplende
a perpendicolo sulle case rimaste
i fienili e le stalle
il mondo com'era
da bambino
ed oggi così cambiato
che d'un vecchio
il tempo ho toccato

greggi sparsi gli anni
non torneranno stasera
quando non riportano al fattore
i conti
incisa un'altra tacca
sulla canna

più preciso e duro il ferro
alla meridiana


sabato 21 ottobre 2023

sul limitare d'autunno

 

sul limitare 
d'autunno
torno 
d'afa libero
a volare

già
lungo
il fiume
perduto
muovono
lingue
nuove
di temporale

quatto
un pensiero
nascondo
alle fratte
pronto
oramai
al salto
se è tempo
di migrare

così
al primo stormo
l'istinto

dalle sponde
fremito

come sulla distesa
di nuvole

voglia
medesima

a varcar la soglia




venerdì 20 ottobre 2023

invento

 

invento
anche un fischio di vento
pur di correrti incontro
giù nell'orto
a quel saluto

caro compagno
d'un sorriso
e il richiamo perduto

il silenzio
ora
delle stanze
come
al camino
solo fumo

attizzando
pezzi di legna
ricordi
alla fiamma
asciugo
la lacrima
pure alzando un calice
per farmi compagnia

e che altro devo
inventare
prima d'andar via





il dipinto

 

un altro meriggio
a navigare
stanco
tra parabole
antenne
e panni stesi
a vela

su questo mare
che invento
qui
dal terrazzo
fino alla ferrovia

e come quel gabbiano
risalendo il fiume
fuori rotta mi perdo
sopra cemento e bitume

quando ascolto
dal cortile
voci al rientro
saluti di rimando

ecco
sei ancora lì
tra i vasi curva
in cornice
sul tramonto

come di gerani
continua a rosseggiare
il dipinto





giovedì 19 ottobre 2023

versi d'autunno

 

dolce ricordo
quel graticcio di vite
che arrossiva sotto casa
uscendo io e te
all'ultima passeggiata

mentre la campagna
nella veste di scialli
sospendeva la vita
dai rami
come dalle tue labbra
lontananti baci

poi sui passi di caccia
improvviso tuonando
il temporale di fine estate
ti sentivo a fianco

se i tini in fermento
o le ali di stormi
già battevano versi
d'autunno

ancora ti vedo
oltre lo steccato
rotolando un sorriso
nel fieno

quattro case
al villaggio
oggi
solo pietre sparse

il sisma
tirando
a sorte





mercoledì 18 ottobre 2023

diario al vento

 

lascio
stasera
aperto
il diario

al vento
che impazza
e spinge
a folate
il vecchio
sulla piazza

giocando a carte
nei mulinelli
sotto le logge
e al monumento
dei dimenticati

di seguito
sfoga nei vicoli
la rabbia
sbattendo
imposte
in metrica
vasi a raffica

quando sul filo dell'orto
discutono forte
anche i tuoi panni
che uno ad uno ricordo
e quanto mi manchi

si calma a poco
e di rimando
esce la luna
tra le coltri

così cerco
al portone
d'evitare
affilate
certe ombre
l'ultima
sulle scale

che mi guarda
fissa
e non reggo
al corrimano
senza appoggio
di ragione

rimango in coperta
quando riprende la corsa
mormorando alla finestra 

preciso questo paese
che spiffera




martedì 17 ottobre 2023

fai buon viaggio

 

piove
e vado
in mezzo alla gente
che mai un sorriso
apre
solo ombrelli

riparo all'angolo
dal giornalaio
mentre viene giù
un temporale
ma cadono brutte notizie
a far più male

addosso sono tutto bagnato
non sono certo impermeabile
quando alla maschera
scappa una lacrima

nel momento di salutare
quel corteo
davanti la chiesa
è che mi sono
commosso

mirando ai vetri
la tua foto
sopra la cassa

amico mio fai
buon viaggio
riposando nel mogano
al profumo dei fiori

e se la preghiera
non fa parte
del mio retaggio
certo ti mando
un saluto
nel traffico

rendendo omaggio
dalle sponde
del marciapiede
in quell'attimo
che hai attraversato
il fiume

e cappello in mano
ero lì
a dirti ciao
sul confine




domenica 15 ottobre 2023

portami un saluto


scrive per noi
adesso il vento
poeta di foglie

l’ultima a dondolare
fuori dalla finestra
sospesa

arrivando il bacio   
a confondere
ti amo
con l’addio

sei partita così
volando al tramonto
il tuo rossore

lì a salutare 
con un mantello
di nuvole nero
quella campagna d’autunno
canestre ai fianchi

e sui filari ho contato
quanti anni
come acini
caricati sui carri 

portami un saluto
scrive ancora il vento
di strapparti via
non sapendo
 


mercoledì 11 ottobre 2023

un sogno inutile

 

quel sussurro

alle siepi gonfie
vento non è

eppure dall'orto
ripassando 
una mano di giallo
alle fronde

muove forse il tuo saluto
affrancato d'un bacio
che mandavi in cartolina

o dei gerani che hai lasciato
quasi un timbro
al balcone
nascondendo 
tra le rughe il rossore

e sulla piazzetta
scivolano
ombre sottobraccio
alle foglie

già perduta
la corriera
come di te notizie
che non torni

così m'affaccio
sul belvedere
per cogliere
l'ultimo bagliore
al tramonto
finendo
d'ammazzare
un altro giorno

lingue più strane
s'addossano
alle mura
adesso
che certi silenzi
fanno lo stesso
allungando
nei vicoli

dove il vecchio ondeggia
tornando dall'osteria 
con i fumi in testa

più incerto
d'aprire il portone
e trovare dietro
nessuno
che lo aspetta
a cena

fornelli spenti
si nasconde
anche la luna

ci voleva una notte
buia come questa

per spegnere
sul comodino
un sogno inutile



martedì 10 ottobre 2023

bacio di perdono

 

al vecchio grammofono
parte il braccio
quando rimetto quel disco
sul piatto

con la puntina
tra le rughe
fissa

ma dove sei stata
mirando alla foto
tutta impolverata

già che rispondi
in soffitta
dove mi hai cacciata

lo so
ho perso il conto dei giorni
e mentre gracchia
quel citofono
che altro non è
mi tocca pure
ascoltare
una lagna

che notte si prepari
inquadro al balcone
tutta stellata
da luna piena
così rivedo
il tuo pancione

e com'eri bella
con la corolla gonfia
al mio seme

che tormento
girarsi a letto
verso l'alba

aspettando quel bacio
di perdono in rosa 
dalle tue labbra






lunedì 9 ottobre 2023

quando verrà

 

quando verrà la sera

a prendermi sull’uscio


alle ombre ci perderemo

sottobraccio


giù nei vicoli

come gatti innamorati


con il tuo ricordo

a far da scialle

sul primo brivido di freddo


poi

quando la notte verrà

per me

il silenzio

basterà ai vetri

di parlare attesa


con la tua immagine

a far da velo

sull’ultima scena





domenica 8 ottobre 2023

dei compleanni

 

in quella foto
stringendoci
un poco

siamo tutti
ancora giovani
all'ultimo compleanno

mentre sorridevi
perso nel tempo
i fiori in mano

i giorni
dopo appassivano
a cadere
nei petali
di seguito
alle cure

ci siamo lasciati
nel tempo
del disincanto

quando non reggono
più sullo stelo
le nostre favole
come crisantemi
che ti lascio
al campo

dove gobbe
scolpite di terra
stanno in fila
e
sulla schiena
la mia

oggi non porto
dei compleanni
più nostalgia




la ferrovia d'un uomo solo

 

uno stanco pomeriggio

sulla strada ferrata

a scorrere lungo sponde

di rovi assolate

un fiume di viaggi


quanti sono calati

alla schiena

binari e ricordi

d’un tempo

partito a sera


tormenti ancora

a battere sui ferri

senza stazione


sono

le stanze

una dietro l’altra

i giorni di seguito

attesi alla finestra

tutti questi vagoni

vuoti

attaccati la notte

al vapore

dei sogni


la ferrovia

d’un uomo solo





sabato 7 ottobre 2023

ad Artemio

 

addio
mio buon Artemio
ora comincia
il viaggio

e liberando la tua camera
sento un vuoto dentro
per un compagno
così caro
e saggio

sulla panchina
qui alla casa
di riposo
scivolando altre foglie
racconteranno
mute
nel giardino delle storie

l'autunno
oggi
ai rami nudi
colora
di tempra
dura
e il disegno
di quelle braccia
ripassa le tue
in cornice

il sorriso
riporta la pace
e un ricordo
di momenti beati
tra noi

discorre solo
il vento
adesso
che siedi
ancora
a fianco

eppure t'ascolto
di nuovo
perchè
resteranno
per sempre
i nostri passi
insieme

come le parole
mai dette
e tanti silenzi
che abbiamo
vissuto
d'una vita
a confine

per me
eri un rifugio
dove posare
rincorse
impossibili

per te
salti d'allegria
in carrozzina

per noi
il tempo
era un ladro
in agguato
e credimi
una grande persona
ha rubato

addio
mio buon Artemio
e t'accompagni
questo pensiero

dove il vento
stasera
soffia più forte
sopra le fosse





stella matutina

 

nella penombra
d'un chiarore

uscendo
al primo fresco
di mattino

sento il bisogno
solo di me stesso

intorno
questo silenzio
di seguito panni in fila
scorrendo altre domande
asciutte
sul marciapiede

e dentro cortili
su per le scalette
a fatica
cerco ristoro
alla fontanella
in piazzetta

quando dalle monache
chiama
la prima campanella

e così lontana
la stella matutina
mi guarda
tremula

ecco l'alba
ai riflessi
muta
sulla carraia

ma dal battito
nei vicoli

ascolto donne
già in opera

ultime rimaste
che nessuno
più interroga



venerdì 6 ottobre 2023

lezione di vita

 

nascosto dietro ulivi secolari
piantoni d'avi sacri
e sentinelle del passato
mi sono chinato
e un poco ho sostato
senza far rumore
nel silenzio dell'attesa

per un falco che stava nidificando
dentro la colombaia
d'una vecchia casa colonica
da troppo tempo
disabitata

così ho scoperto
che la natura alla fine vince
anche sull'uomo distruttore

e tornando a casa
ho guidato
stringendo al volante
questa emozione
come provando
dentro una gioia
che non conoscevo
da anni

davvero ci voleva una semplice
lezione di vita
giusto il dettato di semina
con la maestra di storia
sulla campagna fiorita




giovedì 5 ottobre 2023

non è cosa

 

quanti colpi dalla torre
a mezzanotte

uno ad uno scanditi
nell'eco su via Leopardi

quando rientravo al portone
e s'era fatto tardi

un tuffo al cuore
su per le scale
vecchio mio
ora che non c'è nessuno
ad aspettarti

ma siamo bambini ancora
dalle stanze scappando
sul corridoio
che di buona memoria
al triciclo ripercorro

l'ho riparato in soffitta
e tra viti che mancano
ruggine al manubrio
adesso pedalano i tarli

non basterà alla corsa
tutto il tempo che insonne
voglio ripassare
stanotte su lenzuola
d'un secolo trascorso

e chi dorme
tra ricordi in naftalina
un racconto d'armadi
più tarme

contegno
ripeto alle ombre
che un sospiro
non trattengono
e dalle pareti intorno
tutte vogliono
mettersi in posa

non mancano
antichi quadri
di certo severi
i nostri avi

così per dormire
non è cosa



mercoledì 4 ottobre 2023

delle fasi di luna

 

leggo quaderni antichi
di collegio

piccola posta d'un giovane
a mettere gemme
lungo le braccia

coltivando
in carcere malinconie
già vecchio

e mentre ascolti
china sul banco
la mia storia
sei così gentile
da non saper nulla
delle fasi di luna
in un crescendo 
d'ira che non trattengo

credimi però
è feroce quanto duro il diario
d'anni più belli
guardando dalla finestra
altri giovani
con la fidanzata a spasso

se stavo lì
con i castighi
le privazioni
in riga o in fila
sui panni la matricola
comodino branda o graticola

sono crollato
per un dio sempre addosso
e messe
processioni
canti e preghiere
confessioni in ginocchio
comunioni con l'ostia
imposta o di traverso

non potendo credere
più ai ruffiani
all'ipocrisia
ho lasciato la sagrestia
le statue in chiesa
come questi quaderni
in soffitta

quanto vorrei dare fuoco
alle carte ingiallite
incubi ancora mordaci
denti aguzzi nelle carni
d'un tormento al passato remoto
che mai finisce

la notte
che ho cacciato la ricercatrice
con la sua stramaledetta curatela
artistica






il turno

 

afa allo zenit
va sempre peggio
ma terminata la spola
di formiche e cicale
verrà l'autunno
che già non reggo

a contare
grappoli d'emozioni
scialli in tinta
malinconie
non sai quante

poi altri concerti
di stormi
e in colonna
grigi i nostri giorni

vecchio mio
prepariamoci
alla vendemmia
pure alla raccolta d'olive
e a far legna
per il prossimo inverno

ricominciando
tra pipa e camino
di sogni il turno


domenica 1 ottobre 2023

il nostro racconto

 

l'autunno a far festa
iniziando la scuola
così ogni volta
portavi dalla passeggiata
una piccola cesta

ora d'uva
poi noci e castagne
le più belle foglie
con quel sorriso
raccolte

i tuoi doni profumati di campagna
nell'intreccio di vimini e voglie

adesso
sul lembo estremo di terra
dove abiti in pace
porto stasera
un fiore di campo
e la carezza sul marmo

caduto tra le fosse
un altro bacio di nascosto

non reggo al bastone
cigolando sul cancello
un singhiozzo

della vecchia scuola
oggi un mucchio di pietre
senza storia

ma qui rimane scolpito
il nostro racconto

fosse anche di ruggine
o polvere che tolgo via
dalla foto

basta che mi sorridi
ancora un poco




quando è ora

  la vecchiaia è come sedersi ad aspettare   piegato il senso della vita sulle ginocchia   e la sera mirare gente che scappa ma non raggiung...