giovedì 16 maggio 2024
bacio in fronte
al rintocco del vespro
ma qualcuno torna
mercoledì 15 maggio 2024
il vento della notte
aveva aperto
una finestra
sulle scale
il vento della notte
e la candela
in mano tua
s’era spenta
cercavo al buio
la guida per non cadere
e quelle parole
mi hanno segnato
per sempre
ogni colpo
stanotte
le ripete
in mezzo alle tempie
“come spariscono le
famiglie
un battito del tempo
e calano le tenebre’’
sono solo
ad ascoltarti ancora
nei rumori di questa casa
forse arie che si dà
tanto silenzio
quando cerco le tue mani
in riga
e m’aggrappo al vuoto
martedì 14 maggio 2024
entre ciel et mer
tra cielo
e mare
una nuvola
solitaria
sta ad
indicare
sospeso il
tempo
d’uomini in
pista
e piloti
adesso in volo
partecipa
alla rincorsa
il brivido
su quattr’assi
e la
voglia
giù per la
discesa
delle
monache
spigolo convento
noi felici
d’impattare
alla prima
curva
con la
cinghia
di nostro
padre
*************************************
( il pilota Pironi
venne sepolto a Grimaud, nei pressi di Saint-Tropez. Il fratellastro José
Dolhem gli è sepolto al suo fianco dopo aver perso la vita in un incidente col
suo monomotore, precipitando a Saint-Etienne. Sulla tomba di entrambi è stata
scolpita un’epigrafe: “Entre ciel et mer”, “tra cielo e mare”."
ai piedi del letto
non so perchè
di sera
prenda posto
nel mio cuore
senza fede
una voglia di preghiera
ci insegnavi
a congiungere
le mani
dopo tante liti
eravamo così piccoli
che bastava
il tuo sorriso
a curare certe ferite
come ci chiamavi
ai piedi del letto
prima della notte
in ginocchio
a far pace
bastava un racconto
e si dormiva
fino a quando la vita
in agguato
ha sorpreso
i sogni più belli
erano di sabbia
i castelli
e non bastavano più
le favole che raccontavi
oggi volano
i tuoi uomini
madre
sopra le città
senza trovare quella pace
solo mi raccolgo
quando posso
lì
dove nel riposo
per sempre giaci
e in quel silenzio
ascolto
le tue parole
di voler bene
quando poi
esco per la guerra
d'ognigiorno
appena il cancello
se
la vita è così
riprendimi presto
abbiamo un patto
del resto
io e te
fianco all'eterno
calate stesse radici
agli umori di terra
poi
al seme
verranno altri figli
l'unica speranza
è che mantengano
lo sguardo fiero
criniera sopra lo steccato
liberi d'ogni laccio
senza sella
di punta la rincorsa
verso quella stella
lassù
dove la notte
sapevi illuminare
solo tu
sempre
passo interi pomeriggi
dal lato dove prende più
il vento
sul sedile che preferivi
però con lo scialle
un tempo
e la sera intanto
sale lenta dai campi
canestra di vimini
profumi e incanto
con i sorrisi in cartolina
d'un sereno tramonto
due nuvole appena
il ricordo di te
sullo sfondo
ho tolto l'edera
alla targa col tuo nome
ma persa battaglia
con la fontana
che gorgoglia
ancora zeppa di foglie
e
nella buona o cattiva sorte
ho sposato
questa casa
che si lamenta
sul cancello
cigolando
alla partenza
cerco le chiavi
ogni volta girando
dubbi a vuoto
se non posso chiudere
col passato
lei mi guarda dalle finestre
si nasconde nell'ombra
dietro le tende
mi aspetta sempre
lunedì 13 maggio 2024
sulla via dei balocchi
era vento gelido
a salire sulle pendici
di colline al nostro inverno
quando a stringere le radici
calava un manto bianco
e t'ho ascoltata agli acini di rosario
comporre i silenzi le pene
il dolore
fino a ridurre il tremito delle mani
al rigore
non avevo il coraggio
di toccarle fisse
sulle lenzuola
con quel volto sereno
disteso nel candore
dormiva così un paese
sulla via dei balocchi
al freddo la stanza in fondo
dove avevi chiuso gli occhi
sul tavolo della mia cameretta
ho in silenzio raccolto le favole
come il libro che tenevi
sulle ginocchia
oggi a custodire
quel bambino
vado fiero
per amarti
è bello
quando piove
stringere le tue labbra
sotto l’ombrello
e scappare ridendo
senza parole
bocca piena d’amore
è bello averti a fianco
rincorrerti a letto
e dormire
poi nel tempo
noi distesi
sui campi
con quell’immagine
che mettevi
a nuove gemme
e sulla pelle
il profumo
era incanto
ti voglio
così a maggio
ancora vestita a fiori
quando ci vogliono
tanti brividi
una sola margherita
di più il coraggio
per amarti
( a Lara )
domenica 12 maggio 2024
le tue margherite
eccomi stasera nel giardino
fiorito
di primavera
tornando alla casa di campagna
e mentre cerco i colori alle
piante
indovino i frutti
respiro il profumo
a rinascere della vita
eppure i passi sul sentiero
con l’affanno delle stagioni
indietro
tra l’erba incolta
costano fatica
e tu che sorridi con le gemme
aperte
sei ancora là
seduta
tra le tue margherite
dove il tempo ha strappato
la più bella
la risposta del vento
non rimane più niente
sulla facciata
di questo racconto
precisa la vecchia casa
grigia
finestre chiuse
come spariscono le famiglie
ecco le tue ultime parole
che oggi metto
all'indice
cruda la storia
sul frontespizio
quando al cancello
partendo
eri così triste
ad ascoltare poi
la risposta del vento
torno
un giorno fisso
di maggio
all'unica finestra
che nel tempo
lascio aperta
c'è un bambino
lì che ti aspetta
sabato 11 maggio 2024
Mamma
Mamma
hai chiuso
bene la porta
come sempre
rimesso il
silenzio a posto
dopo cena
papà non
torna
la lampada
brucia d’attesa
fa freddo
ci sono nella
notte
facili tormenti
ai vetri
disegni umidi
la pentola
per domani
borbotta
stanca
deve essere
trascorso
un tempo
davvero lungo
tra le tue
braccia stanche
tante
illusioni
troppe
tristezze
hanno chinato la tua testa
non lo
sguardo
quando
penetra il mio vuoto
e dirada le pene dentro
vai a letto a
quest’ora
rigirando
coperte e ansie
vorrei donarti
il bacio della buonanotte
ma ti sto
accanto
con le
fotografie che tieni stretta
ci sono tutti
gli anni andati
le rincorse
perdute
i sorrisi
i ricordi ingialliti
quanta
stanchezza trattieni sul petto
tu preghi
e quelle lacrime
ti sono care devote
ora sei alta
mamma
e nella notte
sottesa
una cantilena
di voci piccole
accompagna
per sogni distesi
i tuoi
bambini
i nostri
a baciarti la
fronte grande spalancata
un abbraccio
forte
e quella
stella in mezzo al cielo
è la tua
presenza luminosa
semplice netta
grande mamma mia
11 maggio 2008
quella notte il cielo posò
sulle mie lacrime
un guanciale di stelle
eri partita e sulla strada
in fondo alle case
già cercavo le orme
i ricordi
le parole
l’eco della voce
la tua
e chiedevo
bussavo alle porte
interrogavo le stanze
ero solo
disperato al buio
orfano mi sono ritrovato
in quella casa
vuota
profonda nell’abbandono
ed affacciandomi sulla porta
ho dato una carezza al cane
poi al cancello
siamo andati insieme
a guinzaglio della solitudine
venerdì 10 maggio 2024
al retrovisore
sulla curva del cimitero
mi segno così
d'istinto
senza sapere
ma quante curve ancora
sento alla schiena
ora che la strada finisce
la sera
e
stanco di guidare
una vita
guardo al retrovisore
come tradiscono le ombre
ai lati della strada
dove una salta più forte
e accosto la macchina
all'argine
è buio
solo immagini confuse
riprendo la marcia
a notte fonda
volevo raccogliere
e posare sul sedile
la stanca figura
d'una madre
sempre in attesa
quando al volante
m'accorgo
d'aver sorpassato
il tempo
e tu che mi guardi
contenta d'aver ritrovato un figlio
io di più
per finire in pace
il viaggio
nel viaggio di notte
per portarmi a dormire
quante storie leggevi
e poi in ginocchio
alle preghiere
avvicinavi il volto
con il tuo profumo
e come al finestrino
miravo quell’immagine serena
nel viaggio di notte
sui binari della sorte
persa la coincidenza
mai la tua eterea essenza
negli occhiali impressa
se dimenticati troppe volte
sul comodino
per il sonno perso
finiremo stracci nella macina
per aver sofferto
abbastanza
da poter dire
quel giorno
con te
mai stato così bene
mamma
giovedì 9 maggio 2024
l'albero della mia vita
la chioma ondeggiavi
al vento delle stagioni
e nella corteccia possedevi
tutti i segni della tempesta
ai tuoi piedi venivo in pena
cercando riparo dai tormenti
come tra i rami albergavi
le mie ansie
e tenevi in cima
queste ali spente
perché un giorno
tornassero a volare d’azzurro
ma era nero un cielo
fosche le nubi
al passaggio d’un inverno
e di gelo calò la notte
sui miei sogni
ora riversa quella pianta
sta sui campi perduta
non c’è vita
linfa non scorre
e senza foglie il tronco nudo
si conficca nella mia schiena
come dura lama dentro le ossa
eri l’albero della mia vita
il sostegno a tanti voli
il desiderio di posare
un sorriso lassù
tra i tuoi capelli
mamma
mercoledì 8 maggio 2024
la sera che viene
è donna antica
con la brocca in testa
portando ristoro alle mie attese
così dolce e tenera
all'incontro
la sera che viene
nello stesso istante
d'un giorno preciso
a maggio
che ci siamo lasciati
tu in silenzio
composta
io senza coraggio
stavo lì sul confine
dal gridare sospeso
ma l'urlo più forte
era nel tuo sguardo
questa sera
di vento che profuma
e sui campi in fiore
a distesa chiama
tra le siepi nasconde
quel bambino
sorpreso dalla vita
ancora aggrappato
alla tua mano
alla mia farfalla
ho messo in valigia
tutta una vita
piegando ogni attesa
e una lacrima
che non basta mai
qui davanti
una fila di ricordi
ormai suona per strada
occhi umidi dietro gli occhiali
porto un sorriso
per la tua immagine
al cancello
è la foto più bella
che poserò sul sedile
in viaggio
partire a maggio
se nelle ossa
mi sento del tempo
già ostaggio
a volte basta una parola
che non entra in valigia
così adesso lascio
senza fiato
un messaggio
che non ho detto
una sola volta
ti voglio bene
per quanta solitudine
abbiamo spezzato insieme
a tavola
e prima di partire
delicata somigliavi
alla mia farfalla
cercando disperato
al buio
una luce
che chiamavi
dio
martedì 7 maggio 2024
pace davvero
la strada davanti
ancor più avara
porta dentro le case
che non s'arrendono
ancora
gonfie ai fianchi
segnate di crepe
stanno in piedi
senza un lamento
se architrave
il silenzio
quella strada
che ad ogni curva salendo
ho percorso negli anni
sulla mappa del desiderio
carreggiando ricordi
amari
ora dolci
sul far della sera
quando al tramonto
senti alla schiena
duri calanchi
crinali riarsi
per quanta storia
di miseria
e lì
sulla curva del lavatoio
ascolto le voci
di allora
se prima parlava
solo il tormento
a quella del cimitero
poi sulle mura rimane il convento
salendo lungo il tornello
fino alla terrazza più bella
ma di questa vita
conservo unica la cartolina
di noi seduti allo spettacolo
del fiume lungo valle
fino ai monti lontani
scorrendo azzurro un cielo
e quella sì che era pace
davvero
sulle scale a maggio
non salivano più
i tuoi passi stanchi
quelle scale
di vasi in fiore
a maggio
con il profumo del tempo
che t’ha portata via
mentre d’un lungo meriggio
d’attesa
stavi in silenzio china
sulla sedia che spingevo
in giardino
dove solo il vento
dalle fronde passava a salutare
ma stasera lo so
verranno indietro gli anni
che hanno infisso tormento
nel cuore
e tutti a bussare dentro
il cratere d’una
solitudine
ancora che scava
lunedì 6 maggio 2024
nelle stanze del tempo
d'una casa vecchia
a spalancare
porte e finestre
ascolto
nelle stanze del tempo
il fiato e l'abbraccio
sfogliando ricordi
al sole
che penetra
il mio cuore
dai quadri intorno
le donne
che ho amato
fanno coronarie
come splende ancora
negli occhi tuoi
fulgida la devozione
e non c'è polvere in cornice
che tenga
sorreggono mura antiche
la mia stessa spina dorsale
e la nostra storia
colonne portanti
uscendo in giardino
miro alle piante
che hai lasciato in riga
se possiedo le radici
dentro
mentre siepi fedeli
custodiscono sacro
il silenzio
discorre solo il vento
scappando al cancello
pure un lamento
ma tutto si compone
alla targa con il tuo nome
domenica 5 maggio 2024
luce
quanta posta
ho ricevuto
d'uno sguardo
e letto ogni tua riga
fino all'ultimo
messaggio
intesa perfetta
in quei fari accesi
per la voglia
di notte
ad occhi chiusi
ogni giorno
cercando di capire
la tua meraviglia
per la vita
e non la paura
che mi prende
stupida una sera
come questa
di non ricevere
più luce
sabato 4 maggio 2024
in cartolina
un tempo
noi due in silenzio
su quella panchina
per lo spettacolo di sera
sfogliando le foto
allo schermo laggiù
d’un tramonto a colori
il tuo sguardo lontano
oltre i monti
nel rossore
fondo tinta
con la cipria
che mettevi
sulle rughe
come foschia
nei tratti di cielo
corrugando le nuvole
certi tuoi pensieri
ma era al vespro
il rintocco dentro
mi segnavi sulla porta di ieri
carezza in fronte
ecco il timbro
che manca stasera
in cartolina
venerdì 3 maggio 2024
miseria
a volte così fitta
e dai rami sospesa
una coltre sull’alba
da non filtrare niente
e voci ovattate
rumori in sottofondo
ascolto nel vicolo
il flusso
intermittente
d’una vita
che zampilla appena
pure sgorga questa sorgente
al colmo del silenzio
scontando la pena
d’esistere
in culo al mondo
dove consuma la gente
il tempo come pietra
origliando sull’uscio
e non basta la nebbia
a coprire miseria
giovedì 2 maggio 2024
marasma
fisso la notte naso all’insù
dal terrazzo
cercando lo spazio
se confondo ombre
nel vicolo giù di sotto
al buio pesto
e non c’è corrimano
che tenga
sulle scalette fino all’arco
arrivo a fatica in osteria
buco nero
dove mi perdo
con le chiacchiere
forse il fumo vietato
e una lunga fila di bicchieri
questo è certo
la testa che gira
non alzando più lo sguardo
poco importa di macchie
a soffitto
qui le stelle cadenti
tipo l’oste
o comete senza rotta
vedi il vecchio maestro
tutti siamo soli
padrona la sorte
ciechi o sordi
nell’universo
d'un gran marasma
da dimenticare
pure le carte
ciascuno a bussare
sul tavolo
come d'un fanale
impazzite farfalle
mercoledì 1 maggio 2024
il partito
c'erano tante parole
di notte dimenticate sui tavoli
che al buio mancava la ragione
ma fino all'alba
carte e bicchieri
ci tenevano compagnia
mentre dormivi sulla sedia
curva
dolce il volto
a stringere le tue mani
ancora quel dubbio
ed oggi
che il partito non c'è più
come il tempo degli amori
torno stanco alla festa
d'altri compagni
con quelle idee
e una fissa
di te
nuova manodopera
e una sera
lui venne in fabbrica
a parlare
attraversando un cancello di ruggine
sospeso tra mura in cinta d’abbandono
silenzio d’ordinanza
sul piazzale
con una pallida luna
assente lassù
come le officine vuote
d’operai ancora curvi al tornio
montando ombre
di seguito alla catena
sei morto invano
disse il capofficina
ma a predicare
tutta la notte
ci voleva poco
d’amore e rivoluzione
ancor meno
all’alba
non riportavano
i turni
il padrone
braccia fresche in borsa
costava di meno
quella manodopera d’angeli
al signore
la punta spezzata
vola via sulla strada
il riflesso d’un attimo
sull’asfalto a luccicare
nudo
bagnato come i tuoi occhi
partendo
fa un anno tra poco
ed è lontano l’eco delle macchine
adesso la fabbrica è chiusa
quando rivedo curva ancora
la sagoma al tornio
d’un’ombra sulla linea
e continuo a cercarti in osteria
il sabato che giocavi
una vita a carte
il premio la pensione
con gli ultimi anni
a curarti l’affanno
se poi in ospedale
nessuno veniva
a trovarti
così la notte
era lo stesso trapano
d’officina
l’ultima
a bucare il soffitto
e quello sguardo
aveva la punta
spezzata
bacio in fronte
al rintocco del vespro la tua mano sul petto a chiedere perdono e chi dimentica quel bacio in fronte un’ultima volta sull’uscio le don...
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