martedì 30 aprile 2024

storia gitana

 

suona la chitarra
alle corde in gola
una storia gitana 

così d’amori
in carovana
duelli di lama
ecco il racconto libero
intorno ai fuochi

sulla steppa
bevendo
tutta la notte 
in coro

e ballerai al suono di violino 
e fisarmoniche
amore dalle fiamme
fino all’alba
tra tende e cavalli

quando al richiamo 
del vento senza confine
salterà questa gente
nomade di passione
sui carri 

e via alle redini
per un’altra avventura
che sia amara
per strada
come dolce in grembo
alla mia donna




 
 

lunedì 29 aprile 2024

come ti vorrei

 

non c’è tempo
 
il rumore addosso
di sportello
 
e le mani tremano
aspettando la tua
salire al finestrino
 
un saluto in aria
rimane al fischio
sospeso
scatta il semaforo
e muove il treno
queste lacrime

a scivolare piano
sui binari
solchi del viso
più duri
 
ma rimani per sempre
bella
come ti vorrei
con quel sorriso
legando i capelli
a sciogliere certi desideri
 
e così dai riflessi
specchiando
il rossore
 
poso tanti pensieri
sull’ombra a fianco





 

domenica 28 aprile 2024

contro le nuvole

 

lunghi pomeriggi di pesca
allo stagno
specchiando nuvole sporche
dopo la pioggia

con le scarpe a mollo
filo e rocchetto
nel sacco altre attese

dalle sponde
quanti segreti
abbiamo navigato
insieme
prima di tornare
alla stalla

poi ricordo le sere
che andavi
ormai grande
alle vacche di città
lasciandomi una cicca

con le vecchie in nero
sempre a parlar di te
al villaggio

non sei più tornato

tirando l'amo
troppo in alto

contro le nuvole





venerdì 26 aprile 2024

quando è ora

 

la vecchiaia
è come sedersi
ad aspettare
 
piegato il senso della vita
sulle ginocchia
 
e la sera mirare
gente che scappa
ma non raggiunge
il fine mese
 
guardi le macchine in fila
ripassando stagioni
al semaforo ferme
 
ti volti indietro
quando è ora
non sai di cosa
se per cena
o ritrovarsi insieme
 
e vuoi scappare
dalle campane al vespro
come dal senso che nascondono
al rintocco dentro
 
perché siamo in un recinto
con il tempo a far da padrone
 
in fondo aspetti quella donna
ancora
alle spalle partendo il treno
delle ombre
 
lungo binari calati 
sulle vertebre
tutta la notte a bussare
contro le tempia
 
 
 
 
 

 

io e te a volo

 

 

d'inverno mi trascino
sulla passeggiata
contro vento
 
fa un freddo
nebbia a tratti
nero in fondo
 
tanto m'appoggio
al tuo ricordo
 
parlavamo
in silenzio
ci capivamo
io e te a volo
e di gabbiani stasera
non c'è traccia
all'orizzonte
 
faranno tana
urlando il mare
 
al vecchio capita
così
ora che chiama il tempo
 
di posare le ali
dentro





giovedì 25 aprile 2024

stella rossa


dalla campagna
quando attraversammo gli orti
avevi occhi solo alle siepi
ma poi sulla piazza
era tutta lì
quest’italia
piccola da liberare

e mentre fischiavi
bella ciao
all’angolo
partì la raffica

avevi vent’anni
e non li trovi più
quei ragazzi
sui monti e alla macchia
fucile in spalla
stella rossa
sul berretto

ora stanno al monumento
dimenticati
e quando prende la parola
il sindaco
mi rintano nell’orto

mirando
vecchio fisso
agli alberi in fondo
dove 
abbiamo nascosto
la giovinezza
a sparare

solo 
il vento può parlare
 



mercoledì 24 aprile 2024

nel giardino dei finti fiori

 

oggi
in questo giardino
che muore
vado a colmare
d'inchiostro
le aiuole
 
provando persino
finti fiori di carta
gentili se vi pare
ma sempre vuote
le corolle rimangono
d'amore
 
e continuo sulle pagine
di stagione a potare versi
coltivare nuove rime
ma sono cresciute
d'abbandono solo ortiche
 
perduto il tuo nome 
sul battente
e riverso ormai
quel salice all'ingresso
piangente
 
chiudo il racconto adesso
tirandomi dietro
il cancello
 
con la lucertola
ai titoli di coda
che scappa





martedì 23 aprile 2024

non basta una vita

 

inciampo sul selciato
stanotte
in quel ricordo
sporgente
 
da trastevere
fino all’isola
e poi in fondo ai tavoli
della taverna
consumando
solo baci 

come sul lungotevere 
la luna a specchiare
due innamorati
sulla corrente 

ma zingaro il trucco
di noi vagabondi
artista l’inganno
di poeti sognatori
e tu avevi qualcosa
già scritto dentro
 
forse destino
se l’ombra che mi saluta
dall’ultimo finestrino
smonta al capolinea

e adesso a raggiungerti
non basta una vita




 
 

lunedì 22 aprile 2024

sogni ribelli

 

l’acqua riversa
tra le canne
cominciando il vento a battere
monotono rosario
 
la luna
sfiora altre nuvole
e sogni ribelli
rimasti sospesi all’amo
d’un pescatore addormentato
 
che l’attesa 
ha consumato
con le luci a sentinella
una dopo l’altra
sul molo arrese
 
un dubbio
sorprende di colpo
a tendere il filo
ma lasci
ricordi a mollo
 
scuote nell’aria
e vibra sullo specchio
l’alba
 
così questa notte
mette via
le ombre
nella stiva
a spegnere
silenzi e stelle
 
allora
accosta a riva
una barca
alzando i remi
 
fa lo stesso
un uomo
alla sua donna
che aspetta
 
ma possederti
 
sciando una lacrima
sulle gote
e il secreto
sulle forme riflesse
 
è stato come attraversare
l’imene d’universo




domenica 21 aprile 2024

in bilico

 

miro alle palme sbattute dal vento
un mare grosso oltre la spiaggia
e quel vecchio che s’aggrappa alla bici
spingendo tra folate in risalita
stanco una vita
 
mi lascio andare
stamani non resisto
cercando almeno una notizia
dal giornalaio chiuso
 
al caffè le chiacchiere insistono
e sul tavolo verde perdo tempo
se le carte non vanno
provando stessa noia
qui
tra le righe
quando torno a casa
e lascio il mondo sulla porta
 
intanto che un giorno procede sul marciapiede
e ormai lo stesso racconto
al ragno solo importa
che sul filo prosegue
in bilico sospeso
 
non ti dico la polvere
di stelle dal soffitto
dune sul pavimento
d’un deserto

attraversando unica l’oasi
al tormento
che possiedo
 
come abbeverando
mandrie d’illusioni
nell’inchiostro
 
chè altro alla solitudine
non posso





venerdì 19 aprile 2024

il nostro segreto

 

 

di quel segreto
o tormento
tra noi sottinteso
nessuno saprà 

se un giorno
c’incontreremo
atomi al di là
del firmamento
 
e sarai la mia ragazza
come promesso
 
scappando dal passato
e senza futuro
tornerà il tempo 
ad essere invenzione
 
matematica d’amore
impossibile
chimica d’umori
così strana
 
se tanta voglia
di nascosto ad asciugare
ha sviluppato un solo bacio 
 
metti via lacrime
sto partendo
allora stampami quel sorriso
a tutto schermo
 
t’aspetto
dove la luna
avrà di mira
ogni notte
il nostro segreto





martedì 16 aprile 2024

a Nicola il patriarca e ad Anna la Regina dell'Arca


il vissuto
fa scuola
adesso che il nostro
Patriarca Nicola
e la sua Anna
fida ancella
insegnano
sui banchi di storia
 
e tutti allievi
ci sediamo
a stringere in foto
ricordi sorrisi
sull’album della memoria
 
e calendari stagioni
d’amori sudori
gioie e dolori
state sfogliando
miei cari
con gli occhi
un poco umidi
 
ma saranno umori
di chi nella vecchia botte
ha il vino buono
che ancora bolle
perché dall’orto
ai balli
alla tua musica
non cedi lo scettro
e sul trono rimani
e
fai bene
anzi sai una cosa
te lo meriti
in pieno
uomo saggio
dal grande cuore
il volto ameno
mai uno sguardo severo
sai voler bene
e per questo che mi inchino
alla tua saggezza
 
come del resto faccio l’inchino
sentito e non di rito
alla carissima Anna
di vita una perfetta maestra
 
chè non sono titoli
né ricchezza
se non quella d’animo
a costruire la vera bellezza
 
così mi onoro d’abbracciarvi
perché ai cento il traguardo
prossimo possa misurare
la grandezza d’un uomo
che s’è costruito da solo
e vale ma quanto vale
 
se però
c’ha dietro e a fianco
una signora e quanto forte donna
il sorriso in bocca
sempre
una famiglia intera e numerosa
sulle spalle
a governare l’arca
autentica regina della casa
sacra vestale del tempio
che nell’anfora preziosa
conserva il buon umore
il buon senso
e la saggezza
e
come devota ancella
tra una conserva
e l’altra
imbottiglia lo spirito
di famiglia
il frutto dell’orto
la magia
di un Nicola risorto
 
e qui ci va un brindisi
noi tutti e tutte intorno
viva sor Nicola
e Anna
a festeggiare un amore
antiruggine e inossidabile
che nemmeno tutta questa mia lagna
è riuscita a tangere
 
auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii




( alle nozze di diamante !!  di Nicola e Anna , fulgidi esempi di rettitudine onestà e sacra amicizia , io mi inchino per sempre !!!)




lunedì 15 aprile 2024

in piedi Signori !!

 

In  piedi  Signori  !!
 
Per tutte le violenze consumate su di Lei
Per tutte le umiliazioni che ha subito
Per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
Per la libertà che le avete negato
Per la bocca che le avete tappato
Per le ali che le avete tagliato
 
Per tutto questo:
in piedi , Signori , davanti a una donna!!
 
E non bastasse questo
Inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima
Perché Lei la sa vedere
Perché  Lei sa farla cantare
 
In piedi Signori
Ogni volta che vi accarezza una mano
Ogni volta che vi asciuga le lacrime
Come foste i suoi figli
E quando vi aspetta
Anche se Lei vorrebbe correre
 
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
Quando entra nella stanza e suona l’amore
e quando vi nasconde il dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata
 
Non provate ad allungare la vostra mano
Per aiutarla quando Lei crolla
Sotto il peso del mondo
Non ha bisogno della vostra compassione
Ha bisogno che voi vi sediate a terra
Vicino a lei
E che aspettiate che il suo cuore
Calmi il battito
Che la paura scompaia
Che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo
 
E sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
E a darvi la mano per tirarvi su
In modo da avvicinarvi al cielo
 
In quel cielo alto dove la sua anima vive






dalla Toscana all'Abruzzo !!


alla Toscana e all'Abruzzo, dal Senese all'Aquilano, terra di mia nonna materna, 
alla gente nobile di cuore e radici sacre di casa Zega
sussurro il mio GRAZIE !

mi hanno accolto sempre con affetto e sana amicizia, 
e oggi ripartendo dalla terra così splendida di Montaione in Toscana
dalla casa di Anna e Nicola ho pianto

con quanta malinconia e tutta la mia commozione
che dentro fiottava perchè dai figli e dalla figlie 
così splendide donne toscane 

io che non so pregare
ho alla guida sul ritorno diversamente pregato
in silenzio affinchè dalle persone anziane e sacre
alle giovani speranze possa un giorno
raccogliere storie e notizie e messaggi
e pagine più belle, 

perchè il racconto prosegua
e nel mio sangue possa sfogliare sempre al sole
d'un sorriso che mi hanno regalato sopportandomi...

grazie, posso dire con tutta la mia anima e la passione
che nutro ad ogni singola persona a ciascun nome 
e a tutti quelli che mi hanno aiutato a mettere 
in fronte come a stringere tra le rughe il sereno

perchè hanno aperto ogni stanza della loro casa
e i ventricoli d'un gran cuore ad un vecchio
così strano e assai molesto come me

allora Virgilio è qui a ripetere in silenzio
tanta ma tanta malinconia perchè già mi manca
la vostra compagnia !!!!

allora al Patriarca e alla Regina il mio imperituro abbraccio
forte forte e più forte ancora, 

a tutti voi che mi leggete grazie !


vir




pagina di stagione

 

un riflesso tra i gerani in veranda
come sorriso che curi sulle labbra
 
e nel giardino di stagione novella
coltivi pure il desiderio di farti bella
 
tagli via certi silenzi
sforbici la siepe folta d'attese
e un’aiuola beata innaffi di freschezza
 
torna sui rami il profumo di gemme nuove
scivolando per sentieri di primavera
un sussurro come lumaca gravida d’umori
 
mentre leggi una pagina di stagione 
alla meridiana puntato l’indice
a schiera formiche scalando edera
 
temerarie e corsare nubi lassù
miro al passaggio d’un inverno
oramai trascorso e  d’avanzo al vento
che macina distanze orme date
poi decide alle cime la direzione
ma quale
 
se pur m’inchino al suo afflato
quando volge  gobba sul tetto
una girandola di pensieri
e di seguito scappa
una voglia di volare
 



 

domenica 14 aprile 2024

la notte da solo

 

quando vado in giro
la notte da solo 

è femmina 
questa città 
da marciapiede

ad indossare
collane accese
nei richiami 

specchiando 
asfalto lucido
riflessi di fanali
 
come sorprende
per vicoli nuda
dove i gatti
sentono la luna
 
è storia di palazzi illuminati
eppure cupi all’idea
 
cattedrali senza preghiera
se chiudono a quest’ora
 
grattacieli da scalare
mura per ferire in cima
 
poi esco da viali alberati
al ponte che racconta
d’innamorati
e sul fiume ti sento
mia
 
donna tra le onde
e da muraglioni
affacciata
in scia
 
sull’ultima curva
dove l’ombra affonda
nei gorghi
 
così naufrago
per strada
le ore piccole in tasca
 
già sento quest’uomo
perduto nel traffico
di gente che suona
più morta ancora




 
  

sabato 13 aprile 2024

il tempo d'un sogno

 

nei vicoli non reggo all’ascolto
dei passi in fondo 

le nostre grezze identità 
lasciando schegge tra le case in pietra 

che il vissuto e tanto sulle spalle
fa male al tramonto
 
fardello e bastone
verso la piazzetta faremo tardi
 
al teatro che si ripete ogni sera
uscendo da via Leopardi
 
riflettori accesi due vecchi fanali
va in scena il passato
 
figuranti le prime ombre circensi
del resto sono giocolieri i silenzi
 
quando sale sul palco la prima donna
attrice di ieri consumata alle rughe
 
e il regista curvo sul canovaccio
i gesti e la mimica non vanno
 
d’altri personaggi in scena senza parte
meglio tacere a quest’ora
 
che pure la fontanella ha la gola secca
e abbiamo finito la rassegna
 
fatemi adesso il piacere di stendere
pietoso un velo di stelle
 
dormiremo a poco in panchina
giusto il tempo d’un sogno
 
se è passato Colò il vecchio spazzino
primo cristiano sul mattino
 
 
 
 
 
 
 
 
 

passeggiata fuori porta

 

dopo l’osteria
angolo convento
incontro sul piazzale delle corriere
solo un cane di rimessa
 
seguendo la strada
arrivo al lavatoio
che sulla curva è un ricordo
come cicatrici addosso
d’una caduta in motorino
 
poi scendendo da Armindo
il benzinaio amico
insistono i ricordi fitti
appresso
perché s’avvicina
un’altra curva
quella del cimitero
 
e lì fermo l’immagine
di quando t’ho accompagnata
l'ultima volta sotto i cipressi
 
a quella foto
non resisto
se mi sorridi ancora
e non ho un fiore
né so pregare
 
adesso torno indietro
con la tua ombra
che mi segue
e salendo a fatica
ormai notte
verso quella casa che non c’è più
comincio a piangere
 
fino alla macchina
che parte da sola
tanto il vuoto
dentro
 
 
 
 
 

venerdì 12 aprile 2024

la dedica

 

la foto più bella
nell'album dei ricordi
è la tua
al mare d'inverno
 
un sole pallido
come tanti ricordi
adesso
che sfioro le onde
dietro il tuo viso spettinato
stringendo quel sorriso
al vento
 
noi due
sul limite d'oceano
o della vita
all'ultima spiaggia
 
per sempre
la dedica
rosso il timbro
delle tue labbra
 
 
 
 

giovedì 11 aprile 2024

in tutti i sensi

 

faceva l’amore
così bene
che venivano
uomini in volo
 
e tanti in fila
che certe sere
ho creduto
fosse la luna
 
a chiamare
amanti
giù nel vicolo
dove faceva
il mestiere
più antico
 
al secolo
l'arte di godere
per un paese intero
e dintorni
 
si dice pure
del prete amica
tra virgolette
eppure
non era solo
una gran figa
 
da vecchia
dimostrava
saggezza
a coltivare
l’eterea bellezza
 
come insegnando
nel tempo alle donne
quando è pronto
il frutto da cogliere
 
ai giovani
il gusto in tutti i sensi
del piacere
da non confondere
con il vero amore
 
se n’è andata
fiore a maggio
che è la stagione
più bella
il suo bocciolo
chino
non la fronte
dove tutti
hanno lasciato
un bacio infine
 
peccato quell'addio
alla puttana
saltato in bocca d'ubriaco 
 

che lei aveva cacciato
chiudendo la porta
al circense

e davvero dignità
teneva in testa 
non tra le gambe
 
l’ho mirata
di nascosto
alle voglie
stella in cima
 
per sempre bella
la mia vicina
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 10 aprile 2024

lavanda e lillà

 

stamani
ho messo via
la tristezza
 
profumando le tue mani
ancora di lillà
nella cassapanca
 
e quante storie
le nostre d’ogni giorno
sapevano già
di lavanda
 
in aggiunta
una lacrima
che a questa casa
mai manca
 
se domani una donna
tra le tende chiuse
e nuvole a soffitto
porterà almeno un sorriso
a questo vecchio
in grigio





 
 

 

martedì 9 aprile 2024

è casa nostra

 

ti riporta donna
la stagione nuova
nei fiori e profumi accolita
e sei lì nei passi
di primavera
salendo sul gambo
la corolla d’una bellezza
che incanta
 
così ti riportano le parole di poesia
che la campagna scrive
pota ai versi il contadino
e legge la musa
ancella infine
 
insieme noi 
alle voci ai canti
dalla terra di nessuno
perché apparteniamo
adesso alla storia
 
e nei voli c’è seme
in silenzio tramanda
il racconto
e narra
la fonte
anche secca
ma è casa nostra
 
con il sudore
antico
il rispetto
le braccia
 
che nessun volume
contiene
se mai potessi
versare inchiostro
alla speme
come sangue dalle vene
 
ama la terra
che madre
ti serve

onora
le radici

e in fondo
ai solchi
raccogliti

a credere
nella vita


 




bimba

 

una sera di queste
ti verrò a cercare
bimba
 
come ti chiamavo
e precisa sei rimasta 
 
trecce lunghe
sbarazzina
diversamente in carrozzina
eppure dentro
quella voglia
di volare
 
e basta un sorriso
ad accendere
le ali  
così ti viene
in rima
di farmi lo scherzo
d’una lacrima
le mie già in riga
 
ma dai
che stasera
ci divertiamo
perché ti porto
alla balera
 
e che sarà mai
se chiusa
ci facciamo una foto
lo stesso
magari mossa
rimorchiando
come quella volta
una piccola stella
 
ora donna
nel tempo
che suona e ci sorpassa
e tu dal finestrino
a far le corna
 
 



 

lunedì 8 aprile 2024

come luna a specchiare

 

il mare 
oltre le case
e già sentivi la sua voce
 
sorpassando la ferrovia
dietro il borgo antico
al di là delle canne
lasciata la bici
 
eri tu la mia vicina
quell'estate di lucertole
a cambiar pelle
in posa
 
risalendo dalle forme
al tuo bel viso
sono entrato in acqua
a seguire la ninfa
deciso
 
allo scoglio il tuffo
più pericoloso
se mostravi alle mie voglie
quel sorriso
 
ed è passata una vita
chissà quante biciclette
stagioni sui binari
il tempo d'amarci
e invecchiare
 
adesso comincia
in fondo alle case
quella voce
a far male
 
le sere che non tornano i figli
rimanendo sola
faccia al mare
come luna a specchiare
 
delle notti naufrago
un vecchio fino all'alba
meglio non raccontare





 

domenica 7 aprile 2024

ar pidocchietto

 

a rovistare
vanno topi
nella vecchia sala
su viale delle provincie
ar pidocchietto 

un cinema
di periferia
così piccolo
che ti stringevi 
ai baci 

e via
subito innamorati
a prima vista
quella sera
che il tuo viso
specchiando al finestrino
m’ha folgorato

come un lampo
dalla circolare
sui binari allo scambio
 
tornando ogni volta
che occhieggia
giallo il semaforo
a cercare quello sguardo
nel traffico
bloccato
 
ecco sei lì
per sempre bella
che m'aspetti
alla fermata
del domani
in ritardo
 
anche stasera
che ho perso
la coincidenza
e quasi viene
a piovere

ma son lacrime
a scappare
più del tempo bastardo
 
 

 

sabato 6 aprile 2024

un ricordo di poesia

 

sul ceppo
un ricordo
di poesia
 
dalle radici
rivoltate in alto
che nel traffico
della panoramica
nessuno mira
accelerando

solo un vecchio
al bastone
conserva
sui nodi
 
di quella chioma
il ristoro
declinando
al passato
 
l’antica
quercia
malata
da tempo
coricata
poi dal vento
 
e preciso
ascolto
dentro
il bisogno
d’un nido 
tornando
sulla strada di casa 

quest’ultima sera
riversa al tramonto

mi fermo prima della curva
fronte cimitero e così stanco

per quante passeggiate insieme 
che non reggo al ricordo
come alle gambe 

rimane il tuo dettato 
scolpito negli occhi
lì fissi sul marmo 

il sorriso
e solo due date
davanti

più nulla da scrivere
sul foglio in bianco


 
 
 
 
 
 

venerdì 5 aprile 2024

ciao vecchio mio

 

guarda questa terra
che torna fiorita
come una donna incinta
di semi pollini
e d’un sorriso
a donare un figlio
e
il frutto verrà
solo che tu saprai coltivare
e amarla
 
ciao vecchio mio
sull’uscio
volando un ricordo
stasera
che senti i profumi
ma non alzi più
lo sguardo
 
un saluto ai campi
il bacio di nascosto
dove alle fratte t’inseguivo
sui passi rincorrendo primavere
e dove adesso andrò
tra le zolle a coricarmi
 
sento un gran silenzio
che nemmeno grilli
suonando
ombre al sussurro
accompagnando
 
allora dormire
in fondo alla nostra terra
sarà come un gioco a nasconderci
 
 



giovedì 4 aprile 2024

il premio

 

quella sera
incontrando
il tuo sguardo
 
in tuta di corsa
al salto tra le macchine
io fermo in fila
suonando all’angolo
 
hai attraversato
la mia vita
sulle strisce
e non sono più ripartito
 
se al primo bacio
ho messo un’altra marcia
al tempo
 
così ogni giorno
t’ho inseguita
incerato di tutto punto
sportivo in affanno
ma pur sempre
innamorato
fino al traguardo
 
e quando hai steso la tuta
sul filo d’argento
 
io non m’accontento
voglio battere il record
dei cento
 
se tra casse che vanno e vengono
qui non si capisce
chi ha vinto d’un altro viaggio
il premio
 



 
 

mercoledì 3 aprile 2024

quando cambia la luna

 

lentamente questa vita
scivola via
come sabbia
alla clessidra 

con il puer di mira
al tempo 
che il vecchio
più non regge 

e tu angolo finestra
ai piedi la canestra
che rattoppi ancora
un’esistenza
in penombra
ago e pazienza
 
sono partiti così
giorni migliori
stagioni più belle
cominciando a far male
il viaggio
 
tengo le tue mani 
stasera strette
con la voglia di pregare
ma non ho forza
già spesa 
tanta rabbia
a pugni chiusi 

cara mamma
spengo in cucina
vado a dormire
e buona notte
ai suonatori 

una banda di gatti
che già sanno
quando cambia la luna




nello spazio

  fisso la notte naso all’insù dal terrazzo cercando lo spazio   se confondo ombre nel vicolo giù di sotto al buio pesto   e non c’è corrima...