poi la sera torna dai campi
su per le scalette
d’un vicolo oscuro
scivolando in silenzio
con quella sciarpa di nebbia
addosso
pastrano grigio
faccia triste
lingua di freddo
alla porta
come al rintocco di vespro
pecore sparse
sulla piazza
il pastore chiama
allora zinale in cucina
mettevi le pentole
a borbottare
la stufa e la gatta
abbracciate
nonno alla pipa
c’era nel silenzio
un paese intero
alla deriva
sul mare del tempo
oggi
d’ignoranza ai moli
ancora fermo