un passero nelle piume infagottato
sto a mirare dalla finestra
sul filo sospeso
come il tuo ricordo
sgualcito dal freddo
acrobata d'un tempo nero
con l'aria di neve che tira
giù per strada
a segare le ossa
e volando via
oltre tetti di nebbia
ai bordi della memoria
che più non regge
sento un brivido alla schiena
ripetere il salto
migrando
quando la sera prepara ombre ai fanali
che spillano tristezza a tinte gialle
in fondo nostra madre
calava così uno scialle
a coprire stanchezza
e tu aspetta un poco
sulla siepe di confine
non lasciarmi solo
qualcuno purtroppo non ce l'ha fatta, dico ad aspettarmi, volando via, oltre la siepe del mistero...compagni che amavo, quattro gatti siamo rimasti, e manco ci vediamo più...stasera non c'è luna, meglio così, non sogneremo...
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