serata romana all’Aventino
tra ricordi monumenti e seni di questa
città
madre sacra di storia di genti e di
civiltà
mi perdo nel crepuscolo di memorie
quando miro lettere d’un passato e di
rovine
resti di un’epoca
e non possiede la mia penna
inchiostro da scrivere
per tutta l’anima che sento
come sangue abbastanza
a far scorrere tante emozioni
per questa gran donna stesa sui colli
e di tanti secoli incinta
ho soltanto un brivido
che corre all’orizzonte rosso
dove si perdono schiere di popoli
sfogliando tramonti di Roma
dal colosseo affacciati al balcone
sui fori imperiali
poi risalendo dall’isola del fiume
fino al cupolone in bella vista
l’angelo spada tratta
dal
castello a tuffarsi
di
marmo implume
e di notte amo spogliarmi d’una vita
tuffarmi anch'io nei vicoli a
capofitto
sui viali e le piazze di un’amante
latina
che comincia a possederti
nell’anima e nelle membra
ti prende attraversando ombre
sul lungotevere placide
quando gli innamorati a frotte
si accavallano sulle onde di baci
e di luna soffuse
vaga la mente insonne
per una via che non conosci
ripida la scalinata
dolce la vista delle luminarie
a trastevere c’è festa de ‘noantri
e il cuore si allarga
delle mani dei sorrisi
dei suoni per chi torna
sulla strada a riprendersi la vita
amo questa città
la possiedo nei visceri
e quanto fa male lasciarla alle spalle
partendo d’un rimpianto
*
( dedicata a sor Vittorio Pochini da Roma, grande maestro di vita e mio compagno virtuale di poesia, un uomo di straordinario coraggio e voglia di vivere, con un sorriso e la battuta romanesca, di cui mi sento onorato per l'amicizia sacra e la reciproca simpatia, grazie Vittò ! sei sempre con me vivido e più che mai fratello, ciao vir )
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