lunedì 27 gennaio 2025

l'abete

 

d'un vento profeta
muove chioma
alla fede
 
ma sui nodi
al dubbio non cede
 
scorza dura
e di resina
perlata
mostra i segni
d'antica saetta
 
lo stesso alberga
migranti
alla tempesta
offrendo riparo
come ostello d'ali offese
 
chissà quante volte
sono salito
tra le sue braccia
scalando
fanciullo ardito
 
le radici
sollevano mura
di cinta
gonfiando il petto
alla mia terra
 
vecchio gigante
l'abete
sull'argine
ammiro statuario
in silenzio
la sera che fischia
in alto
 
ma è già vento
di bufera
a maggio
inchinando la cima
a lei che partiva
ma nessuno ha pianto
 
siamo cresciuti madre
uomini in fretta
non c’era tempo
per le lacrime
 

venerdì 17 gennaio 2025

il gambo d'un desiderio

 

il treno che passa
giù in fondo alla valle
fa il giro delle nostre stanze
quando non hai voglia di dormire
 
senti di lasciare tutto
correre via
sopra quelle carrozze
lanciate oltre la notte
 
poi guardi nostro figlio
a bordo d’una culla azzurra
sereno di favole
manina sul mento
piccolo viaggiatore
del futuro
 
e si posano
tante ansie
t’affacci al balcone
fumi
pensando al suo domani

guardi lassù
campi stellati 
e cogli
il gambo d’un desiderio
da posare
in quel vaso
d’innocenza
 
apre già una corolla
di luce pura
 
ed il buio
s’illumina
 


giovedì 16 gennaio 2025

non ha età il cielo

 

aspettavi dietro l’angolo
l’ultima volta
che scappavo al futuro
 
e mentre mi davi un bacio di nascosto
volevo ben altro
 
solo un bambino viziato
che giocava a fare l’uomo
alzando sottane
 
era il tempo dei voli
il tuo di far nido
 
e la vita
il domani
già gridava in edicola
cronaca bastarda 

si fanno i giovani
ma i vecchi 
disperati non sono da meno 

a chiudere gli occhi
ripetevi
non ha età il cielo 

l’unica
che abitava
così in alto
eri tu
davvero



giovedì 9 gennaio 2025

e di noi nessuno saprà

 

oggi la campagna è distesa
ai fianchi della valle
sopita nel sole che rapisce
ed apro finestre e polmoni
all’aria d’estate

via tele d’inverno
solo occhi ubriachi di luce
ho in braccio il sereno

nel tramonto d’una vita m’accorgo
mirando stasera ai monti
che t’ho amata lassù
fino alle vette di passione

scalando silenzi
donna mia
immacolati di pudore

attraversando seni di vita
come acque d’un ventre
nelle vene a scorrere dentro

e sono disceso uomo
verso sera
adesso che ascolto
quel fiume mormorare ricordi
tra le tempia

ma non ci siamo mai perduti
sei qui
amore

mentre la notte accompagna piano
quelle ombre devote
alla nostra stanza

che il sonno sia da ultimo lieve

domani
sarai per sempre il frutto delle giovani donne in fiore
io il seme d’uomini che le sapranno amare

ora nella nuda terra distesa
un cuscino di radici orna il volto tuo che dorme

tra poco mi stendo anch’io a fianco
e di noi nessuno saprà



mercoledì 8 gennaio 2025

le stagioni del nostro amore

 

al di là dell’orizzonte
ci saranno altre terre
come dopo il cielo
pure nuovi mondi
 
ma io vorrei seminare
come il vento
la tua valle fiorita
posare le mie membra
nei boschi
perduto nei tuoi silenzi
e d’autunno salire in vetta
ad un tuo sguardo fiero
per prepararsi a migrare
oltre le spoglie
 
e le stagioni del nostro amore
vivere a primavera
come nuovo polline
nei voli e nei colori
per la vita che viene
e poi d’estate
liberi di navigare
avvolti dalle onde
sul mare dei sogni
 
e t’amerò fino alla fine dei giorni
quando al camino d’inverno
ossa e legna
sono giusta attesa
 
e così avremo scritto un libro insieme
il volume della vita
con le pagine di noi
aperte sulla fronte dei figli
belli come te
dentro
 
quando la notte poi
coglierà d’un ultimo sospiro
allora mi farai riposare
nella tua valle per sempre
 
perché le mie radici
possa contenere il tuo ventre



a momenti

  ti vedo arrivare sulla rena tutta sudata   basti scalza per farmi venire una voglia figurati la gonna a portafoglio   il primo per la pass...