domenica 13 aprile 2025

alla mia donna

 

 quando alla finestra
cercavo il mare
e tra i rami e dentro le foglie
il vento della sera
portava quell’odore di terra assetata
 
quando tra i tuoi capelli
chiedevo
la serena attesa di un vecchio
e caduti tormenti
 sulla strada in fondo
stavano da un pezzo sepolti
 
quando la preghiera di una povera madre
accompagnava un lamento
alla funzione della sera
e curvi altri ricordi si accodavano
alla muta di relitti abbandonati
a un molo di ignoranza
 
allora cercavo lontano un mare
e una distesa da cavalcare
con le fantastiche illusioni
quei giochi più belli
e mai provati
tanti sogni d'antica giovinezza
 
e le voci
le rincorse
il tuo sguardo
quel silenzio devoto all’amore
 
la tua mano dentro la mia sofferenza
una carezza prima della notte ultima
 
io cercavo alla finestra un’altra stagione
quando cambia il vento
e sulla sera provi tanta stanchezza nelle ossa
perché il tempo alla meridiana è fuggito
 
e piegato a letto
tra le ansie antiche
senti tutta la naufraga malinconia
spogliare ricordi e perdute illusioni
come un’amante mai posseduta appieno
 
il mare era di là
vicino  oltre le canne
la  voce penetrava le stanze
e le reti contenevano tutte le nostre speranze
 
era tua quella voce profonda
che nella mente rotola a tratti
fino a diventare sgomento
di un passato ancora vivo
 
così oggi continuo a fissare lontano
la tua grande assenza
su quella riga in fondo all’orizzonte
 
dove nessuno
ha potuto scrivere
più del mio tormento



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