martedì 11 novembre 2025

san Martino

 

taglia nebbie
la spada di san Martino
all’imbrunire sul colle
e fumi cotti ribollono nel tino
 
quando ascolti fermenti
scorrere nei vicoli
al profumo di cantina
per un ricordo
padre
travasando il mosto
assieme alle tue lacrime
di sudore sacre
 
è il tempo poi che fa l’oste
a servirti malinconia
nel calice
 
mentre galoppa il vento a sottane alzate
dal prete alle donne in nero
cere accese al cimitero
se amo spiriti liberi
dal torchio
a spremere allegria
 
è il mese dei morti
e pure d’osteria
 
ma che sarà quella mano
che spinge vomere sui campi
come traccia altri solchi dentro
profondi
che muove nel cielo nuvole a spasso
e a remoti esuli migranti
l’ultima siepe indica dove saltare
confini dell’anima
 
è forse la tua madre che manca
e non favella più voce
a quella fonte d’acque e silenzi
 
dove ai fiori curavi la sete
congiungendo devota prece



 

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