lunedì 29 agosto 2022

un gabbiano perduto

 


questa sera lascio il vento in mezzo al cielo
libero di rincorrere nuvole
come nell'anima di galoppare tormenti

laggiù quel mare grigio d’inverno
scorre vene di solitudine
lava pene dentro
alza la voce sulla pietra
e sugli scogli impetuoso
infrange un silenzio
d’ansie gonfio

sono onde nella mente cariche di memoria
a salire sulla nuda schiena i nostri ricordi
sferzando coste seni
fino a travolgere spiagge
e rotolare sogni di sabbia
che avevo costruito per te

e cosa può abbracciare adesso un gabbiano
perduto all’orizzonte
con le sue ali naufraghe senza luce
a battere un anelito ormai spento

sui moli resta solo
il becco tra le piume

curvo sull'argine d’una mente
la mia
stanca d’aprire altri voli





1 commento:

  1. questi versi, vergati con precisa attenzione li sento tanto, troppo, forse, vicini al mio modo di sentire e di conseguenza a quello che provo a tradurre con glifi di significazioni. m'incanto all'intercalare dell'anima e dell'intorno, di quello che dentro e fuori l'io narrante costruisce un continuum di suggestioni e intime confessioni che solo può chi è avvezzo a porsi domande anche quelle più atroci, quelle a cui nessuno può mai rispondere. Ancora complimenti. Ho scoperto i tuoi scritti da poco, e poco ora frequento questa casa di poeti, che però abito da tempo, col tempo continuerò la lettura dei tuoi scritti, lasciandoti , se ti è gradito, quando tempo e intenzione me lo concederanno, traccia di quello che provo leggendoti, perchè da quel che ho inteso, parlare di poesia è cosa gradita anche a te. Ciao Sergio "Zordoz "...(grazie amico mio, grazie...)

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