salgono gli alberi
a lambire il cielo
da questa campagna
così arida al sole
come da rami fioriti
accompagnano a primavera
porgendo la chioma
ad una vecchia signora
che aspetti sui passi
dove lenta avanza
e sospira in silenzio
all'adagio di vacche
nei campi
è la nostra terra
d'avi e radici antica
al vomere aperta
sui fianchi
ma secchi i seni
e la fonte muta
quante braccia
voci perdute
"la nostra terra", ha due passaggi, il centrale e il finale, in cui ci vedo molto, ma molto della mia scrittura. Mi ci riconosco come ad un tavolo d'osteria, dove tutto è di essenzialità apparente, ma nel momento in cui ti porgono i piatti, è una sinfonia.
RispondiEliminaquanto mi mancano i tuoi commenti, Arlette !