il vento che di terra
i profumi e le carezze
mi porta stasera
ha quell’aria nuova
di campi che riaprono a distesa
tavole in fiore tanto a me care
quando l’inverno le aveva nascoste
esco sulla campagna a ritrovare
quei passi che insegnavi
e dove un confine traccia la storia
riporta fedele una quercia
all’indice delle carte
che hai lasciato
incontrerò le nuvole a spasso
sopra boschi di memoria
fitti di silenzio profondo tra i rami
che mi avvolgono
avrò nelle mani il tormento d’una
mappa
che sapevi leggere solo tu
allora cercavi in balcone
di prendere quant’aria nei polmoni
e fino all’orto sui panni stesi
c’erano i pensieri più belli
un saluto e più su volavano
e poi in alto ancora lanciate
le braccia di un aquilone ebbro
d’azzurro
io avevo fabbricato quelle ali
tu avevi cucito un sorriso
dio
perché me l’hai preso
non so più quante primavere ho gettato via , e non so quante me ne restano ancora, ma una cosa avverto d'un brivido precisa, mi manca quel sorriso, una sola carezza, e di vivere così arido non me ne frega più niente...
RispondiElimina