Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante (Friedrich Nietzsche)
lunedì 13 maggio 2024
questa malattia di vivere
ai fianchi
un pomeriggio di sole
ricordo quella volta
d'un orto custodito
con il melo ricurvo
sotto
sono tornato indietro
ecco un solo grappolo
basterà per riprendere il cammino
m'hai curato questa malattia
ora sosto un momento sul cancello
volevo imbucare una carezza
martedì 7 maggio 2024
pace davvero
la strada davanti
ancor più avara
porta dentro le case
che non s'arrendono
ancora
gonfie ai fianchi
segnate di crepe
stanno in piedi
senza un lamento
se architrave
il silenzio
quella strada
che ad ogni curva salendo
ho percorso negli anni
sulla mappa del desiderio
carreggiando ricordi
amari
ora dolci
sul far della sera
quando al tramonto
senti alla schiena
duri calanchi
crinali riarsi
per quanta storia
di miseria
e lì
sulla curva del lavatoio
ascolto le voci
di allora
se prima parlava
solo il tormento
a quella del cimitero
poi sulle mura rimane il convento
salendo lungo il tornello
fino alla terrazza più bella
ma di questa vita
conservo unica la cartolina
di noi seduti allo spettacolo
del fiume lungo valle
fino ai monti lontani
scorrendo azzurro un cielo
e quella sì che era pace
davvero
domenica 5 maggio 2024
luce
quanta posta
ho ricevuto
d'uno sguardo
e letto ogni tua riga
fino all'ultimo
messaggio
intesa perfetta
in quei fari accesi
per la voglia
di notte
ad occhi chiusi
ogni giorno
cercando di capire
la tua meraviglia
per la vita
e non la paura
che mi prende
stupida una sera
come questa
di non ricevere
più luce
sabato 4 maggio 2024
in cartolina
un tempo
noi due in silenzio
su quella panchina
per lo spettacolo di sera
sfogliando le foto
allo schermo laggiù
d’un tramonto a colori
il tuo sguardo lontano
oltre i monti
nel rossore
fondo tinta
con la cipria
che mettevi
sulle rughe
come foschia
nei tratti di cielo
corrugando le nuvole
certi tuoi pensieri
ma era al vespro
il rintocco dentro
mi segnavi sulla porta di ieri
carezza in fronte
ecco il timbro
che manca stasera
in cartolina
giovedì 2 maggio 2024
marasma
fisso la notte naso all’insù
dal terrazzo
cercando lo spazio
se confondo ombre
nel vicolo giù di sotto
al buio pesto
e non c’è corrimano
che tenga
sulle scalette fino all’arco
arrivo a fatica in osteria
buco nero
dove mi perdo
con le chiacchiere
forse il fumo vietato
e una lunga fila di bicchieri
questo è certo
la testa che gira
non alzando più lo sguardo
poco importa di macchie
a soffitto
qui le stelle cadenti
tipo l’oste
o comete senza rotta
vedi il vecchio maestro
tutti siamo soli
padrona la sorte
ciechi o sordi
nell’universo
d'un gran marasma
da dimenticare
pure le carte
ciascuno a bussare
sul tavolo
come d'un fanale
impazzite farfalle
mercoledì 1 maggio 2024
il partito
c'erano tante parole
di notte dimenticate sui tavoli
che al buio mancava la ragione
ma fino all'alba
carte e bicchieri
ci tenevano compagnia
mentre dormivi sulla sedia
curva
dolce il volto
a stringere le tue mani
ancora quel dubbio
ed oggi
che il partito non c'è più
come il tempo degli amori
torno stanco alla festa
d'altri compagni
con quelle idee
e una fissa
di te
*
( questa la voglio interamente dedicare a chi ci ha creduto sempre, donne e uomini , e ha steso la pelle e una intera vita sottoterra, pagando lacrime e tanta sofferenza, innalzando la bandiera dell'utopia, bagnata di sangue,
da Rosario da Campobasso a Don Clemente, da Luigi mio maestro a Mario ed Ercole dalla Calabria e a Gianni da Bologna, e insomma anche a tutti quanti che non riesco a nominare, se sono tanti ma tanti, e a loro mi inchino se il sacrificio è stato sacro, e il pensiero libero possa accompagnarli sempre, fino alla fine del tempo, vi voglio bene, grazie !
e altrettanto e di più il mio amore per quella donna che ha patito sofferto e mi ha voluto un bene immenso, Laura , ma quanto mi manchi anima mia...
vir )
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