lunedì 13 maggio 2024

questa malattia di vivere

 

ai fianchi
rigonfi dal tempo
ho ascoltato
la stanchezza delle mura

un pomeriggio di sole
vagando sui lati della vecchia casa
e poi seduto
sotto il pergolato secco
come l'olmo perduto

ricordo quella volta
che hai riportato
l'ultima insalata

d'un orto custodito
con cura
dai pomodori ai fichi
alle noci
e che ora tabula rasa
rimane dietro lo steccato
colmo di rovi e ortiche

con il melo ricurvo
e la quercia
alle reni 
d'una saetta colpita

sotto
nel ventre porta la terra
di sicuro tuoi semi
che io non vedrò
spuntare
incolta anche questa vita

sono tornato indietro
vigliacco
e senza fiato
ora che è finita

ecco un solo grappolo
su filari avvizziti
dona un sorriso

basterà per riprendere il cammino
con le quattro more da siepi
dove tante volte mi sono ferito

m'hai curato questa malattia
di vivere
finchè è stato possibile
di lacrime
sudore
veglie in piedi
e notti di attese

ora sosto un momento sul cancello
di ruggine nei cardini malfermo
come nella toppa provo domande
girando dubbi a vuoto

volevo imbucare una carezza
se è caduta la cassetta
e senza indirizzo la mano tesa
stringe un ultimo saluto
a pugno chiuso




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