venerdì 19 dicembre 2025

sul confine che è sera

 

ecco
siamo arrivati
sulla rotonda
davanti il lago
 
senza gelato
ma camminando
fino alla panchina
più lontana
per la dieta
 
interi pomeriggi
a raccontare
di tanti viaggi
come d’una vita
quando vele
e barche
già annuiscono
che è finita
 
all’angolo d’un tramonto
ti sei fatta ombra
mentre continuo
alla stessa pensione
con i fiori in veranda
il the sulla distesa
qualche riflesso alla diga
sul confine
che è sera 

sempre a fianco
dopo cena
a salire dagli angoli più segreti
del cuore
questa voglia di nasconderci
ancora innamorati

e la luna che è notte 
a far da palo
ai nostri baci 

e finisce un altro weekend  
domani che riparto col treno
e dal finestrino mi scappa la solita
lacrima
tu invece sorridi
mirando al vecchio
che dorme sedile accanto
 
gonfia e mai una volta
ordinata la valigia
 
ho la scusa giusta
 
 
 

giovedì 18 dicembre 2025

il senso di vivere

 

una notte di stelle
nello spazio infinito
di buchi neri e galassie
astri e comete
a cercare te
sul cuscino
 
una notte come questa
nel buio della stanza
con tanti dubbi sparsi
a soffitto
 
allora tendo la mano
verso un’ombra
che non parla
l’ultima in fila
ai piedi del letto
 
ricordi
eravamo a quella festa
c’era fuori una notte
al trapunto stupenda
 
seguivo con lo sguardo
le tue labbra
eri la stella
più bella
 
innamorati anche stanotte
ultima dell’anno
 
basterà un bacio
alla mezza
uscendo insieme
mano nella mano
 
perché interrogando
il senso di vivere
 
già quell'ombra
risponde muta
 
 
 

nel giardino d'inverno

 

nel giardino d’inverno
disegna una lumaca
giri d’argento
 
alberi nudi
nelle braccia secche
gridano muti
contro nuvole a stracci
 
forse piove
e sul muro l'edera
spoglia
a ridosso della sera
 
ora sei a cavalcioni
di voglie in fumo
galoppando all'orizzonte
volute di camino
 
e vanno stormi neri
su banchi di nebbia
a ripassare la storia
 



mercoledì 17 dicembre 2025

d'inverno il viaggio

 

un altro pomeriggio
qui alla finestra
scrivendo sulla riga di nuvole
 
solite notizie
d’orti e vicoli in cronaca
quando viene la sera
 
e il vecchio postale
scende vuoto ormai
 alla stazione
 
mentre salgono
fumi e i tuoi odori
al calendario
in cucina
così la minestra a cena
avrà sapore di ricordi
 
poi sulla poltrona
ascolto in penombra
calare dai portoni
per strada
antichi silenzi
che nemmeno un catenaccio
può trattenere
 
questo inverno
davanti il camino
porterà lunghi treni
di vapore al saggio
 
proprio allora
che comincia il viaggio
 
 
 

martedì 16 dicembre 2025

tempo di pioggia

 

quasi mi prende voglia
  dopo il lavoro
di venirti incontro stasera
 
sul viale sottobraccio
in questo tempo di pioggia
a prendere acqua
in faccia
 
senza ombrello
capelli a spazzola
la freschezza
addosso
fermarci a tutte le vetrine
che luccicano sulla tua pelle
 
intorno è naufragio tra le onde
sul marciapiede
gente zuppa ai remi
e vele strappate al semaforo
affonda l’idea
 
sono fermo al portone
ma è solo un temporale
e se a letto ci bagnassimo
ancora



lunedì 15 dicembre 2025

stanze d'inverno

 

la sera
lungo cole di ghiaccio
scendeva alle pareti
come un brivido
dal tetto colmo di neve
fin nelle ossa
 
quando in cucina
salivano alla finestra
braccia stecchite
d’alberi allo stremo
nel vento gelido
ad imbiancare l'orto
 
e così tutti al camino
con le nostre attese
tanti sogni in fumo
 
ecco
sulle scale
e dai vetri
questa casa
non ha smesso di tremare
nei rumori d’assenza
stanze vuote 
mobili antichi
 
resiste ancora
quest’opera di pietre
duri conti
sacrifici
 

continua a vivere
adesso che non ci sei
perchè le cose tue
negli armadi
dentro i cassetti
tutto mi parla di allora
 
e so ascoltare
anche un sussurro
riconoscere il soffio di tramontana
alle persiane
quando fuori cadeva
e soffice filavi sulle ginocchia
bianca lana
 
era il tuo regalo di natale
quel maglione che portavo
d’un sorriso
 
e mi bastava



domenica 14 dicembre 2025

alla mia donna

 

quando alla finestra
cercavo il mare
e tra i rami e dentro le foglie
il vento della sera
portava quell’odore di terra assetata
 
quando tra i tuoi capelli
chiedevo
la serena attesa di un vecchio
e caduti tormenti
 sulla strada in fondo
stavano da un pezzo sepolti
 
quando la preghiera di una povera madre
accompagnava un lamento
alla funzione della sera
e curvi altri ricordi si accodavano
alla muta di relitti abbandonati
a un molo di ignoranza
 
allora cercavo lontano un mare
e una distesa da cavalcare
con le fantastiche illusioni
quei giochi più belli
e mai provati
tanti sogni d'antica giovinezza
 
e le voci
le rincorse
il tuo sguardo
quel silenzio devoto all’amore
 
la tua mano dentro la mia sofferenza
una carezza prima della notte ultima
 
io cercavo alla finestra un’altra stagione
quando cambia il vento
e sulla sera provi tanta stanchezza nelle ossa
perché il tempo alla meridiana è fuggito
 
e piegato a letto
tra le ansie antiche
senti tutta la naufraga malinconia
spogliare ricordi e perdute illusioni
come un’amante mai posseduta appieno
 
il mare era di là
vicino  oltre le canne
la voce penetrava le stanze
e le reti contenevano tutte le nostre speranze
 
era tua quella voce profonda
che nella mente rotola a tratti
fino a diventare sgomento
di un passato ancora vivo
 
così oggi continuo a fissare lontano
la tua grande assenza
su quella riga in fondo all’orizzonte
 
dove nessuno
ha potuto scrivere
più del mio tormento


 

sabato 13 dicembre 2025

sempre

 

passo interi pomeriggi
dal lato dove prende più
il vento
 
sul sedile che preferivi
un tempo con lo scialle
 
e la sera intanto
sale lenta dai campi
canestra di vimini
profumi e incanto
 
con i sorrisi in cartolina
d'un sereno tramonto
due nuvole appena
il ricordo di te
sullo sfondo
 
ho tolto l'edera
alla targa col tuo nome
ma persa battaglia
con la fontana
che gorgoglia
ancora zeppa di foglie
e
nella buona o cattiva sorte
ho sposato
questa casa
che si lamenta
sul cancello
cigolando
alla partenza
 
cerco le chiavi
ogni volta girando
dubbi a vuoto
se non posso chiudere
col passato
 
lei mi guarda dalle finestre
si nasconde nell'ombra
dietro le tende
 
mi aspetta sempre
 


venerdì 12 dicembre 2025

paese di neve

 

voglio scrivere
d’un paese di neve
mezzo addormentato
a fumare sui tetti
disteso sotto lenzuola
immacolate
nei silenzi che solo tu raccoglievi
e al camino piano filavi
 
chissà quanto pregavi
sottovoce
mai un lamento
ho ascoltato
 
per le vie bianche
dove anni più belli
ho posato
e per vicoli a matassa
giocando e scivolando
verso la vita
t’ho perduta
 
stasera che guardo indietro
su per le colline imbiancate
sento dentro un brivido
scappare dalla schiena
 
ecco son tornato
dalla corriera
incontro
ed il cane muso lungo
tra la neve che salta
alle mie braccia
 
 solo che tu non ci sei più
quel mio compagno chissà dove è sepolto
ed io sto qui alla finestra
vecchio ad aspettare
l’ultima tradotta
così
tornerò da te
per sempre


 
 

giovedì 11 dicembre 2025

candida

 

a sera finivi di stendere
anche la tua ombra
sulla madia
 
così l'orto
si preparava
all'inverno
fissando
un giro di lumaca
con la scia di bava
 
se i passi tuoi
sempre più lenti
all'ultimo sole
 
cadevano i giorni
uguali foglie
staccate d'un calendario
grigio in cucina
 
ancora più muti
davanti a tante illusioni
in fumo
io e te al camino
 
come un paese
intorno
 
sulla rotta di nebbia
vascello fantasma
navigando
 
strappate le vele
e di vicoli le corde
tirate in gola
 
al timone l'assenza
fino all'ultimo porto
dove sei discesa
 
mani giunte
candida la chioma
come quell'anima
 
che all'offesa
nemmeno il tempo
poteva
 
 

sul confine che è sera

  ecco siamo arrivati sulla rotonda davanti il lago   senza gelato ma camminando fino alla panchina più lontana per la dieta   interi pomer...