mercoledì 31 dicembre 2025

la lanterna

 


a mezzanotte voglio
lanciare una lanterna
per accendere la speranza
 
quando s'è spento un altro anno
senza te
 
e seguirla lassù
per poco in volo
è come stare noi due insieme
 
quell'istante
che non ci siamo incontrati mai
 
 

la pipa

 

m'affaccio sull'uscio
ogni tanto a mirare
nella nebbia

ma d'aria fredda gira
soltanto un sogno
lento il fiocco che scivola
e muore

non posso raccogliere
altri ricordi d'un inverno
scarnito fino all'osso

c'è un sacrario di resti
giù nell'orto
pietoso il velo
di medaglie bianche
e nastrini sulla rete
al gelo

qui si combatte la solitudine
al camino stanotte
sparando scintille
su per la cappa

anche la pipa fa la sua parte



la pagina in fondo

 

mi segui sempre
e ti sento così vicina
che non ho notizie

qui
attenta al mio respiro
capisci a volo
l'affanno
stringendo in seno
un'emozione
come nascondendo il sorriso

prendi la mia penna
a sostenere
ogni battito
impugnandola
nella china
o nella vecchiaia
che s'avvicina

ma chi sei
amica mia
tra le righe
che vieni a scoprire
quanto siamo
innamorati
di poesia
e quanto
siamo lontani

allora vorrei prenderti
per mano
accompagnando
fianco a fianco
questo racconto
sempre più stanco
fino all'ultimo foglio
dove
un piccolo desiderio
soltanto voglio

partire nell'attimo
che accarezzi
la pagina
in fondo
ad occhi fissi




*

( all'ultimo dell'anno accarezza ti prego, la pagina in fondo ...)


martedì 30 dicembre 2025

una scarpa di neve

 

anche stanotte non si dorme
ogni tanto uno sguardo
fin dove misura
una scarpa di neve
ascoltando quel tonfo
a cadere baffi di gelo
 
m'affaccio alla strada
dove rimane un fanale
di guardia al solito posto
 
altra posta la luna
con la gobba a scendere
tra i rami della quercia
davanti casa
 
al camino
finita la legna
m'addobbo di coperta
fissando la brace
e l'ultima scintilla che parte
 
allora accendo la pipa
cercando riparo alla bottiglia
ma quanti ricordi
saltano addosso
l'ultimo dell'anno
se un vagito di luce
sorride per capodanno
ma sono botti
fuochi e pure schioppi
 
poi dormo
fisso allo schermo
con tanti auguri
per un mondo insonne
dove sparano davvero
mica madonne
 
 

una storia breve

 

magari una passeggiata
sul lungotevere
tu elegante
io vestito come sempre
 
e dall’isola
controcorrente
sotto i ponti
fino a castel santangelo
una storia breve
ci racconterà il fiume
 
con quell’angelo
spada tratta
a tuffarsi implume
 
i gabbiani a dormire
quando mi baci
un’ultima volta
 
o sarà un’ombra
a far finta di stare
ancora insieme
 
non importa
se il barcarolo
affonda alla curva
giù in fondo
i remi
 
sul tavolo ho riposto
il tuo ricordo
e la penna nell’astuccio
 
grazie per l’invito
 
 

lunedì 29 dicembre 2025

segno polare

 

tornare alle veglie d’un camino
con la neve che scende sui tetti
e per strada compone silenzi
nelle righe di gelo sospese
 
ai vetri tu reggi le fila
d’una candida matassa
come al telaio del tempo
tessono antichi ricordi
 
mi basta un piccolo presepio
in fondo al cuore
dove sul muschio
 posare stanco
il bambino che ho dentro
 
sete d’un sorriso
alla capanna del bambino
per una stella che governa il cammino
 
ma il nostro è perduto
sulla mappa dei sogni
dove non trovo
più quel segno polare



domenica 28 dicembre 2025

l'ultimo dell'anno

 

non state lì impalati
sulla porta
cari vecchi compagni
venuti a trovarmi
 
se d’un pezzo che vi cercavo
non trovando mai il coraggio
figurati adesso sempre più stanco
e alla fine del viaggio
 
quante fermate ancora
oppure quante stazioni o treni
mancheranno
 
la chiamo pietas
la vostra a sostenere
quest’affanno sulla soglia
 
eccoci l’ultimo dell’anno
insieme a raccontare
ma sì tutti al caminetto
dei sogni fino a capodanno
per stare in pace
 
sarà l’occasione
di rivedere con voi
immagini di ieri
come non basterà legna
tutta la notte
a girare un cinema
 
nella stanza mia preferita
nasconderò i libri
quaderni
le nostre chiacchiere
 
adesso andate pure
che dio vi benedica
anche se non ho
dentro
il benché minimo
desiderio di sentirlo
 
la partita è finita
e d’indulgenze
condoni
mi sono rotto
i coioni
 
troppo facile pentirsi
hai voglia a ripetere
perdono
sono fatto così

al brindisi della staffa
tiro fuori un bel vaffa
 
 

gelo


uscendo questa sera sui marciapiedi
tra gente alle vetrine
e per strada di corsa
arrivo all’angolo
già stanco

fa freddo
e nell’aria di natale
il fumo di caldarroste
regala sensazioni d’un tempo

quando non c’era tutta questa frenesia                        di consumare
soltanto poche come più care cose

la vigilia magari sotto la neve al ritorno
con il cane coda dritta sulla porta 

tu madre ai fornelli
e un dolce al forno
allora si stava a un tavolo
di cucina intorno
stretti sul piatto di minestra
anche un sorriso poteva bastare
 
se non c’era riscaldamento
al camino accostavi
i piedi bagnati
perché legna non mancava
in fondo al cuore
 
adesso torno al caffè a salutare
ma ci sono solo giovani che vanno di fretta
forse nel retrobottega di vini e oli
posso brindare
 
c’è un vecchio come me
che ad ogni festa
aspetta un ritorno
e bicchiere dopo l’altro
ci facciamo compagnia
 
poi tornando
mette brividi quel fiocco
che annaspa cadendo
tra neon di pubblicità accesi
ma non farà inverno
 
sono sorrisi finti
strette di mano facili
a mettermi addosso
un gelo



sabato 27 dicembre 2025

in tutti i sensi

 

faceva l’amore
così bene
che venivano
uomini in volo
 
e tanti in fila
che certe sere
ho creduto
fosse la luna
 
a chiamare
amanti
giù nel vicolo
dove faceva
il mestiere
più antico
 
al secolo
l’arte di godere
per un paese intero
e dintorni
 
si dice pure
del prete amica
tra virgolette
eppure
non era solo
una gran figa
 
da vecchia
dimostrava
saggezza
a coltivare
l’eterea bellezza
 
come insegnando
nel tempo alle donne
quando è pronto
il frutto da cogliere
 
ai giovani
il gusto in tutti i sensi
del piacere
da non confondere
con il vero amore
 
se n’è andata
fiore a maggio
che è la stagione
più bella
il suo bocciolo
chino
non la fronte
dove tutti
hanno lasciato
un bacio infine
 
peccato quell’addio
alla puttana
saltato in bocca d’ubriaco
 
che lei aveva cacciato
chiudendo la porta
al circense
 
e davvero dignità
teneva in testa
non tra le gambe
 
l’ho mirata
di nascosto
alle voglie
stella in cima
 
per sempre bella
la mia vicina
 
 

venerdì 26 dicembre 2025

la strada di casa

 

queste nostre sere d’inverno
passate al camino
tra i fumi dei sogni
le capriole della fantasia
le nostalgie
e tutto il tempo raccolto
in cenere

mentre sulla strada
il freddo di ghiaccio
sta appeso ai rami
e se ne va in fondo alla valle
il rumore di un silenzio profondo nell’anima

e tu mi lasci in cima a un desiderio
quando ascolto sfogliare al pendolo
tutte le stagioni trascorse
i momenti vissuti
i nostri giorni voltati
al calendario della vita

guardo la luna fissa ai monti
e quante stelle fiorite in una notte gelida

ti penso
e non c’è un solo tormento
un richiamo
una rincorsa
senza il tuo nome
senza la tua voce

fuggono a volte quei miraggi
e migrano oltre i confini della mente
eppure rimane seminato
questo ventre di solitudine
della voglia tua

quando sgorga un gemito dalla fonte
sale un seme di sorriso
nel fiotto d’una lampada
che ho acceso fuori

perchè anche un solo tuo ricordo
trovi in questo buio sospeso
la strada di casa






*****


il più bel commento da quel grande amico fratello e compagno da Campobasso, Rosario , grande poeta vero che ricordo come immenso segno polare nell'arte della scrittura ma soprattutto in quella di amare uomini terra e donne e la vita con i suoi ideali, le battaglie, l'anima grande che non so chiamare diversamente, ma è la spiritualità del nostro essere maledettamente uomini a distruggere poi tutto...

""Sì c'è qualcosa d'antico riverberato in linguaggio moderno, nella tua poesia che mi riconcilia liricamente, con la nostra bistrattata lingua, ma che anche m'accompagna dolcemente a ritornare giovane e alle letture che allora facevo ...
Poi nelle tue atmosfere ci sento aleggiare il
Pascoli, appunto, con i suoi timori panici, le sue penombre e le sue melanconie: ed è per me un godimento puro!
E' una poesia scritta con parole moderne cariche d'un Sapere senza tempo: che riverbera le nostre pagine più belle della Letteratura ...
Non è una imitazione banale, tutt'altro: non ci sono parole tronche, il verso è libero, il ritmo è saggiamente musicale!
Poi le tematiche, autobiografiche (penso...) non hanno niente di stonature egotiche, sembrano quasi pagine di un diario che sottolineano riflessioni e situazioni umani, comuni, vere, perciò a portata di tutti (si oggetivizzano) e poeticamente congrue ...
" ...
il freddo di ghiaccio (...)" da la misura di un uso dell'immaginazione e delle metafore originale e genuinamente lirico.
Insomma non si legge oggi giorno, poesia del genere, anche perchè per scriverla ci vuole creatività e padronanza nello scrivere, ma soprattutto un amore infinito verso la nostra Letteratura, fatto di letture, studi e assimilazioni che forse molti non fanno più!
Che dire più, solo che continuerò a leggerti con un piacere tutto soggettivo e grandissimo.""
Grazie ROSARIO


la lanterna

  a mezzanotte voglio lanciare una lanterna per accendere la speranza   quando s'è spento un altro anno senza te   e seguirla lassù per ...