giovedì 9 maggio 2024

l'albero della mia vita

 

la chioma ondeggiavi
al vento delle stagioni
e nella corteccia possedevi
tutti i segni della tempesta
 
ai tuoi piedi venivo in pena
cercando riparo dai tormenti
 
come tra i rami albergavi
le mie ansie
e tenevi in cima
queste ali spente
perché un giorno
tornassero a volare d’azzurro
 
ma era nero un cielo
fosche le nubi
al passaggio d’un inverno
e di gelo calò la notte
sui miei sogni
 
ora riversa quella pianta
sta sui campi perduta
non c’è vita
linfa non scorre
e senza foglie il tronco nudo
si conficca nella mia schiena
come dura lama dentro le ossa
 
eri l’albero della mia vita
il sostegno a tanti voli
il desiderio di posare
un sorriso lassù
tra i tuoi capelli
mamma





la prima stella

 

ero fermo
tanto tempo fa
lungo lo steccato
 
il tramonto davanti
a tutto schermo 
 
sui monti la prima stella
tremula in cima
ma nelle stanze
non c'era più luce
mamma
 
così girando intorno casa
m’ha sorpreso all'angolo
un profumo di lavanda

e una voglia di bere
alla tua fontanella 

ecco quello che avevi
desiderato costruito 
sudato un mondo
m’è crollato addosso
con le ombre di rimessa
 
nel buio fitto dentro
sono andato a dormire
mirando un fanale per strada
se non aspettavo nessuno
 
poi il vento è passato a salutare
rompendo vasi
sbattendo persiane
la notte che non ho chiuso occhio

rincorrendo panni sparsi per l’orto
schiena piegata alle tue ultime parole
imparerai da solo
 
ora dormi tranquilla
posando la canestra
e una lacrima
che resta
 

 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 8 maggio 2024

la sera che viene

 

 

è donna antica
con la brocca in testa
portando ristoro alle mie attese
 
così dolce e tenera
all'incontro
la sera che viene
 
nello stesso istante
d'un giorno preciso
a maggio
 
che ci siamo lasciati
tu in silenzio
composta
io senza coraggio
 
stavo lì sul confine
dal gridare sospeso
ma l'urlo più forte
era nel tuo sguardo
 
questa sera
di vento che profuma
e sui campi in fiore
a distesa chiama
 
tra le siepi nasconde
quel bambino
sorpreso dalla vita
ancora aggrappato
alla tua mano






 

alla mia farfalla

 

ho messo in valigia
tutta una vita
piegando ogni attesa
e una lacrima
che non basta mai
 
qui davanti
una fila di ricordi
ormai suona per strada
 
occhi umidi dietro gli occhiali
porto un sorriso
per la tua immagine
al cancello
 
è la foto più bella
che poserò sul sedile
in viaggio
 
partire a maggio
se nelle ossa
mi sento del tempo
già ostaggio
 
a volte basta una parola
che non entra in valigia
 
così adesso lascio
senza fiato
un messaggio
che non ho detto
una sola volta
 
ti voglio bene
 
per quanta solitudine
abbiamo spezzato insieme
a tavola
 
e prima di partire
delicata somigliavi
alla mia farfalla
 
cercando disperato
al buio
una luce
che chiamavi

dio
 




 
 

martedì 7 maggio 2024

pace davvero

 

la strada davanti
ancor più avara
porta dentro le case
che non s'arrendono
ancora

gonfie ai fianchi
segnate di crepe
stanno in piedi
senza un lamento
se architrave
il silenzio

quella strada
che ad ogni curva salendo
ho percorso negli anni
sulla mappa del desiderio
carreggiando ricordi
amari
ora dolci
sul far della sera

quando al tramonto
senti alla schiena
duri calanchi
crinali riarsi
per quanta storia
di miseria

e lì
sulla curva del lavatoio
ascolto le voci
di allora
se prima parlava
solo il tormento
a quella del cimitero

poi sulle mura rimane il convento
salendo lungo il tornello
fino alla terrazza più bella

ma di questa vita
conservo unica la cartolina
di noi seduti allo spettacolo

del fiume lungo valle
fino ai monti lontani
scorrendo azzurro un cielo

e quella sì che era pace
davvero








sulle scale a maggio

  

 non salivano più
i tuoi passi stanchi
 
quelle scale
di vasi in fiore
 a maggio
con il profumo del tempo
 che t’ha portata via
 
mentre d’un lungo meriggio d’attesa
stavi in silenzio china
sulla sedia che spingevo
in giardino
 
 dove solo il vento
dalle fronde passava a salutare
 
 ma stasera lo so
verranno indietro gli anni
che hanno infisso tormento
nel cuore
 
e tutti a bussare dentro
il cratere d’una solitudine
ancora che scava




lunedì 6 maggio 2024

nelle stanze del tempo

 

d'una casa vecchia
a spalancare
porte e finestre

ascolto
nelle stanze del tempo
il fiato e l'abbraccio

sfogliando ricordi
al sole
che penetra
il mio cuore

dai quadri intorno
le donne
che ho amato
fanno coronarie

come splende ancora
negli occhi tuoi
fulgida la devozione
e non c'è polvere in cornice
che tenga

sorreggono mura antiche
la mia stessa spina dorsale
e la nostra storia
colonne portanti

uscendo in giardino
miro alle piante
che hai lasciato in riga
se possiedo le radici
dentro

mentre siepi fedeli
custodiscono sacro
il silenzio

discorre solo il vento
scappando al cancello
pure un lamento

ma tutto si compone
alla targa con il tuo nome






domenica 5 maggio 2024

luce

 

quanta posta
ho ricevuto
d'uno sguardo

e letto ogni tua riga
fino all'ultimo
messaggio

intesa perfetta
in quei fari accesi
per la voglia
di notte
ad occhi chiusi

ogni giorno
cercando di capire
la tua meraviglia
per la vita

e non la paura
che mi prende
stupida una sera
come questa

di non ricevere
più luce





sabato 4 maggio 2024

in cartolina


un tempo
noi due in silenzio
su quella panchina
per lo spettacolo di sera

sfogliando le foto  
allo schermo laggiù
d’un tramonto a colori 

il tuo sguardo lontano
oltre i monti
nel rossore
fondo tinta

con la cipria
che mettevi
sulle rughe

come foschia 
nei tratti di cielo
corrugando le nuvole
certi tuoi pensieri

ma era al vespro
il rintocco dentro

mi segnavi sulla porta di ieri
carezza in fronte

ecco il timbro
che manca stasera
in cartolina



venerdì 3 maggio 2024

miseria

 

a volte così fitta 
e dai rami sospesa
una coltre sull’alba
da non filtrare niente 

e voci ovattate
rumori in sottofondo
ascolto nel vicolo
il flusso
intermittente
 d’una vita
che zampilla appena
 
pure sgorga questa sorgente
al colmo del silenzio
scontando la pena
d’esistere
in culo al mondo
 
dove consuma la gente
il tempo come pietra
origliando sull’uscio
 
e non basta la nebbia
a coprire miseria





 

l'albero della mia vita

  la chioma ondeggiavi al vento delle stagioni e nella corteccia possedevi tutti i segni della tempesta   ai tuoi piedi venivo in pena cerc...