puer longaevus
giovedì 9 maggio 2024
l'albero della mia vita
la chioma ondeggiavi
la prima stella
ero fermo
tanto tempo fa
lungo lo steccato
il tramonto davanti
a tutto schermo
sui monti la prima stella
tremula in cima
ma nelle stanze
non c'era più luce
mamma
così girando intorno casa
m’ha sorpreso all'angolo
un profumo di lavanda
e una voglia di bere
alla tua fontanella
ecco quello che avevi
desiderato costruito
sudato un mondo
m’è crollato addosso
con le ombre di rimessa
nel buio fitto dentro
sono andato a dormire
mirando un fanale per strada
se non aspettavo nessuno
poi il vento è passato a salutare
rompendo vasi
sbattendo persiane
la notte che non ho chiuso occhio
rincorrendo panni sparsi per l’orto
schiena piegata alle tue ultime parole
imparerai da solo
ora dormi tranquilla
posando la canestra
e una lacrima
che resta
mercoledì 8 maggio 2024
la sera che viene
è donna antica
con la brocca in testa
portando ristoro alle mie attese
così dolce e tenera
all'incontro
la sera che viene
nello stesso istante
d'un giorno preciso
a maggio
che ci siamo lasciati
tu in silenzio
composta
io senza coraggio
stavo lì sul confine
dal gridare sospeso
ma l'urlo più forte
era nel tuo sguardo
questa sera
di vento che profuma
e sui campi in fiore
a distesa chiama
tra le siepi nasconde
quel bambino
sorpreso dalla vita
ancora aggrappato
alla tua mano
alla mia farfalla
ho messo in valigia
tutta una vita
piegando ogni attesa
e una lacrima
che non basta mai
qui davanti
una fila di ricordi
ormai suona per strada
occhi umidi dietro gli occhiali
porto un sorriso
per la tua immagine
al cancello
è la foto più bella
che poserò sul sedile
in viaggio
partire a maggio
se nelle ossa
mi sento del tempo
già ostaggio
a volte basta una parola
che non entra in valigia
così adesso lascio
senza fiato
un messaggio
che non ho detto
una sola volta
ti voglio bene
per quanta solitudine
abbiamo spezzato insieme
a tavola
e prima di partire
delicata somigliavi
alla mia farfalla
cercando disperato
al buio
una luce
che chiamavi
dio
martedì 7 maggio 2024
pace davvero
la strada davanti
ancor più avara
porta dentro le case
che non s'arrendono
ancora
gonfie ai fianchi
segnate di crepe
stanno in piedi
senza un lamento
se architrave
il silenzio
quella strada
che ad ogni curva salendo
ho percorso negli anni
sulla mappa del desiderio
carreggiando ricordi
amari
ora dolci
sul far della sera
quando al tramonto
senti alla schiena
duri calanchi
crinali riarsi
per quanta storia
di miseria
e lì
sulla curva del lavatoio
ascolto le voci
di allora
se prima parlava
solo il tormento
a quella del cimitero
poi sulle mura rimane il convento
salendo lungo il tornello
fino alla terrazza più bella
ma di questa vita
conservo unica la cartolina
di noi seduti allo spettacolo
del fiume lungo valle
fino ai monti lontani
scorrendo azzurro un cielo
e quella sì che era pace
davvero
sulle scale a maggio
non salivano più
i tuoi passi stanchi
quelle scale
di vasi in fiore
a maggio
con il profumo del tempo
che t’ha portata via
mentre d’un lungo meriggio
d’attesa
stavi in silenzio china
sulla sedia che spingevo
in giardino
dove solo il vento
dalle fronde passava a salutare
ma stasera lo so
verranno indietro gli anni
che hanno infisso tormento
nel cuore
e tutti a bussare dentro
il cratere d’una
solitudine
ancora che scava
lunedì 6 maggio 2024
nelle stanze del tempo
d'una casa vecchia
a spalancare
porte e finestre
ascolto
nelle stanze del tempo
il fiato e l'abbraccio
sfogliando ricordi
al sole
che penetra
il mio cuore
dai quadri intorno
le donne
che ho amato
fanno coronarie
come splende ancora
negli occhi tuoi
fulgida la devozione
e non c'è polvere in cornice
che tenga
sorreggono mura antiche
la mia stessa spina dorsale
e la nostra storia
colonne portanti
uscendo in giardino
miro alle piante
che hai lasciato in riga
se possiedo le radici
dentro
mentre siepi fedeli
custodiscono sacro
il silenzio
discorre solo il vento
scappando al cancello
pure un lamento
ma tutto si compone
alla targa con il tuo nome
domenica 5 maggio 2024
luce
quanta posta
ho ricevuto
d'uno sguardo
e letto ogni tua riga
fino all'ultimo
messaggio
intesa perfetta
in quei fari accesi
per la voglia
di notte
ad occhi chiusi
ogni giorno
cercando di capire
la tua meraviglia
per la vita
e non la paura
che mi prende
stupida una sera
come questa
di non ricevere
più luce
sabato 4 maggio 2024
in cartolina
un tempo
noi due in silenzio
su quella panchina
per lo spettacolo di sera
sfogliando le foto
allo schermo laggiù
d’un tramonto a colori
il tuo sguardo lontano
oltre i monti
nel rossore
fondo tinta
con la cipria
che mettevi
sulle rughe
come foschia
nei tratti di cielo
corrugando le nuvole
certi tuoi pensieri
ma era al vespro
il rintocco dentro
mi segnavi sulla porta di ieri
carezza in fronte
ecco il timbro
che manca stasera
in cartolina
venerdì 3 maggio 2024
miseria
a volte così fitta
e dai rami sospesa
una coltre sull’alba
da non filtrare niente
e voci ovattate
rumori in sottofondo
ascolto nel vicolo
il flusso
intermittente
d’una vita
che zampilla appena
pure sgorga questa sorgente
al colmo del silenzio
scontando la pena
d’esistere
in culo al mondo
dove consuma la gente
il tempo come pietra
origliando sull’uscio
e non basta la nebbia
a coprire miseria
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