Puer Longaevus
Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante (Friedrich Nietzsche)
domenica 23 novembre 2025
sabato 22 novembre 2025
vento d'autunno
se ho tanti volumi
sul tavolo da sfogliare
figurati il vento d'autunno
quante pagine adesso
sul viale
ogni albero è scaffale
le panchine di foglie
da spolverare
e poi cappelli
pure ombrelli
sul marciapiede
ha un gran da fare
come a tenere il passo
riescono solo persiane
in metrica
e vasi da balconi
a metter le ali
che dire infine
di certi pupazzi
giù nell'orto
ad agitare un filo di bucato
subito strappato
così alle spire d'osteria
già barcollante
e senza giusta rima
nelle gambe
c'era un padre
faccia scura
da gendarme
con la cinghia
ad aspettarmi
sul ciglio
ancora spogliando
arriva l'autunno ai nodi
mostrando gomiti duri
così fa male il battito
sul ciglio di campi
a fingere un arrivederci
allora dolce campagna
in posa di scialli
accompagnami
sui passi di confine
all'ultimo sole
se indietro
più non torneremo
venerdì 21 novembre 2025
arte di rugiada
l’immagine
a seguire
nei giorni
la tua
che palpita
sui fogli
ogni volta
rinnova
visione
eterea
e se al disegno
incede
il tempo
verso
nel calamaio
inchiostro nuovo
come di rosa
una lacrima
a quella foto
pur che sia arte
di rugiada
giovedì 20 novembre 2025
la sera amica
ogni volta
che t’incontro
nel tempo
sui marciapiedi
colorati a festa
per una strada grigia
e deserta
o lungo quel sentiero
che nulla più riporta
indietro
basta una foto
il profumo dagli armadi
il silenzio familiare
che riconosco e parla
della tua presenza
allora mi volto
al tuo ricordo
con la paura
di scoprire
solo assenza
chiudo gli occhi alla sera amica
che mette ombre ad insegnare la vita
perché l’alba splendida a sorgere nuda
come l’arcobaleno a tendere meraviglia
solo il tramonto
coniugando rossore
alla discrezione
ti somiglia
mercoledì 19 novembre 2025
aria gelida
un maglione di nebbia
stamane al cimitero
abbracciando i passi
in silenzio
d’un vecchio
l’aria gelida
resistono i crisantemi
e non c’è bisogno
di cambiare l’acqua
sono invece
ad appassire
tante preghiere
mute in bocca
miro la stele
sulla chiesetta
ripasso i nomi
e nei bronchi
cala stanchezza
i sibili
i ronchi
questa tosse
fin dentro le ossa
a picco sull’immagine
d’una madre
che sorride ancora
e la campagna
intorno alle mura
bacia un pallido sole
è quel sorriso
che sgombra nuvole
la fitta
sui campi d’autunno
l’ulcera
che si apre
a questo dolore
scavando un cratere
di solitudine
esco al cancello
e più morti
suonano in fila
all'incrocio
ma quante croci
portiamo addosso
questa sera d'autunno
d’autunno va
sommessa
quasi in
preghiera
la nostra
sera devota alla malinconia
di tante
passeggiate insieme
quando mi
portavi per mano
alla chiesa
delle grazie
e chiedevi
alla madonna
la salvezza
dell’anima
quando la tua
non stringo più
come le
foglie che vanno
nel vento che
tira alle persiane
e questa casa
è vuota ad ogni colpo
che percuote
le tempia
tengo ora per
mano questa sera
che mi
conduce sui viali del tramonto
con i colori
della stagione degli addii
a dipingere
lo scialle
che copriva
la tua schiena stanca
e il volto
che dava serenità
miro tra i rami ingialliti
la mano dura
perché
dio mi hai
colpito
d’una carezza
lei si è staccata
come in volo
perduta
quella foglia
che attraversa i campi
senza pace
senza semina
e d’un
lamento
chino ai
cipressi
sopra le cime
di solitudine
grida l'anima
che non c’è
e la penna
non regge
martedì 18 novembre 2025
campi d'autunno
mirando
campi di semina
in autunno rivoltati
mai ci sarà terra abbastanza
a coprire solchi di ferite
che porto dentro
lunedì 17 novembre 2025
pugni di nebbia
chiudendo le ali in un sussurro
il vento dalle labbra di foglia
sfiora le tue da ultimo
nei profumi di mare
stupenda la luna
accarezzata dai rami
come il volto tuo
tra queste mani
non c’è nulla d’immenso
più della voce del tempo
a scorrere sulle spiagge
d’autunno deserte
fino all’eco di scogliere
sui pontili
rispondono barche
a pascolo d’onda
sono solo
adesso
in faccia all’oceano
e la schiuma
ai piedi d’una vita
fa rabbia
dentro
i pugni
stringo
di nebbia
domenica 16 novembre 2025
la stagione più bella
autunno in cartolina
lungo filo di panni
sull’orto sospesa
dai monti fino al piano
e laggiù sul mare illustrata
d’un tramonto che rosso brilla
con lo scialle di campagne in tinta
a coprire un brivido
sul primo freddo di sera
è stagione più bella
nei colori di campi
in semina per la vita
sono qui alla finestra
in cerca della prima stella
che sul comodino rimane
la notte tremula
così mi capisce
ascoltando del tuo bacio in fronte
un sussurro d’aria
a muover tende sul corridoio
il tempo come rapisce
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
una notte come questa
cortigiana quella luna ai fanali stanotte alzando sottana quanto mi fissa e di nuvole a tendina ammicca la velina non sto al gioco e p...
-
stanotte bussi alle pareti ancora più forte salendo di corsa le scale ripide al tormento quando con me rincorrevi il tempo delle favole ...
-
al di là dell’orizzonte ci saranno altre terre come dopo il cielo pure nuovi mondi ma io vorrei seminare come il vento la tua valle fior...
-
cigola più un vecchio al bastone o di ruggine il cancello arrivando una mattina di pioggia curvo alla tua foto nascoste altre lacrime sotto...
