sono
seduto sull’uscio della nostra terra
ad ascoltare il dolore di
questa gente muta
che ha tra le macerie riposto ogni parola
e
nello sguardo curvo interroga il vuoto intorno
non
c’è pietra più spaccata del mio cuore
e i segni della rovina
sono impressi nel viso
negli occhi senza lacrime
nelle mani
nude che scavano dentro la disperazione
fino a notte cercando
senza sapere
trovando sempre più miseria
e
ti senti nelle ossa la stanchezza a picco
per una vita spesa nei
campi
quando offesa dentro
la campagna con le distese e le
valli fino ai monti
tutto è stato cancellato dalla cieca
sorte
che ha segnato a duri colpi altri confini
ancora
a un bastone ha obbedito la mia gente
e riverse dalle case senza
più mura
dalla mente senza più pareti
sciamano queste anime
in fuga dalla materia