giovedì 29 dicembre 2022

Il vento e il nostro racconto



il vento cinge la valle
ai fianchi
scorre da vene di boschi
penetra seni di muschio
e possiede le tue gambe
quando ti scappano certe voglie

batte nude ali
sulle onde dei campi
attraversando il suo fremito
i nostri corpi distesi tra le coltri d’un risveglio

è giorno
d’un cielo che cambia
di stagione che muore
e dell'amore
a letto noi due
così bello

fuori
c’è quest’aria d’autunno
che sfoglia a memoria
pagine ingiallite
mentre tu dormi serena

e questo racconto batte alle persiane
poi vola di sotto
sulla via del tempo che fa

con i nostri nomi
il viso tuo
e un bacio di primo mattino
al caffè sulle labbra

buongiorno amore mio


giovedì 22 dicembre 2022

bisogno di me solo

 

delle sue tempeste
ho bisogno
per caricare certe voglie

poi della calma piatta
per tanti silenzi
che ho dentro

non sono più andato al mare
senza te
dalle nostre stagioni
fuggendo
e da quelle orme
che sto cancellando

ma non riesco
ed oggi
tornando alla distesa
d'inverno
sono quegli anni ad urlare
tra i forri
la tua voce
alle scogliere

ed il tempo
il nostro più bello
schiuma rabbia
sulle spiagge deserte
camminando
pugni in tasca
faccia al vento

bisogno di me solo
qui
l'ultimo dell'anno
davanti l'universo

a raccogliere un istante
la vita
che muovono le acque

ed è già finita


mercoledì 14 dicembre 2022

la punta spezzata

 

 

vola via sulla strada

il riflesso d’un attimo

sull’asfalto a luccicare

nudo

bagnato come i tuoi occhi

partendo


fa un anno tra poco

ed è lontano l’eco delle macchine

adesso la fabbrica è chiusa


quando rivedo curva ancora

la sagoma al tornio

d’un’ombra sulla linea

tuta grigio sporco


e continuo a cercarti in osteria

il sabato che giocavi

una vita a carte


il premio la pensione

con gli ultimi anni

a curarti l’affanno


se poi in ospedale

nessuno veniva

a trovarti


così la notte

era lo stesso trapano

d’officina


l’ultima

a bucare il soffitto


e quello sguardo

aveva la punta

spezzata

sabato 3 dicembre 2022

pace davvero

 

la strada davanti
ancor più avara
porta dentro le case
che non s'arrendono
ancora

gonfie ai fianchi
segnate di crepe
stanno in piedi
senza un lamento
se architrave
il silenzio

quella strada
che ad ogni curva salendo
ho percorso negli anni
sulla mappa del desiderio
carreggiando ricordi
amari
ora dolci
sul far della sera

quando al tramonto
senti alla schiena
duri calanchi
crinali riarsi
per quanta storia
di miseria

e lì
sulla curva del lavatoio
ascolto le voci
di allora
se prima parlava
solo il tormento
a quella del cimitero

poi sulle mura rimane il convento
salendo lungo il tornello
fino alla terrazza più bella

ma di questa vita
conservo unica la cartolina
di noi seduti allo spettacolo

del fiume lungo valle
fino ai monti lontani
scorrendo azzurro un cielo

e quella sì che era pace
davvero



quando è ora

  la vecchiaia è come sedersi ad aspettare   piegato il senso della vita sulle ginocchia   e la sera mirare gente che scappa ma non raggiung...