venerdì 27 ottobre 2023

il viatico

 

dalla parte vecchia del paese
sale un parroco a fatica
portando il viatico

se qualcuno ancora ci crede
ripete il portinaio
tanto alla fine
t'aggrappi solo alla fede

lo stabile si regge a malapena
crepe dappertutto
qui davvero è già finita

abito fuori porta
dove ha più colpito il sisma
verso i monti
che ancora scuote
la bestia dentro

a volte di notte
i vicini di camera
fanno gli stessi rumori

m'alzo di soprassalto
e pantofole messe alla storta
inciampo
riparando un poco sul divano

dopo una calma apparente
torno a letto
ma all'ennesima giravolta
nel talamo in solitaria
cosa fare

ecco
la seggiola gratta il pavimento
lampeggia il tavolino
sono ancora qui

per la solita dose quotidiana
quella che volevo seppellire
sotto un cambio astrale di vita

a vergare mio malgrado
due versi dinoccolati
magari smilzi
assonnati



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* conservo il commento di Rosario da Cambuasce (Campobasso), grande poeta e scrittore e compagno per sempre :

Hai straragione Virgì,

che vada a farsi fottere la poesia assassina!
Ci s'insinua dentro (pensa che a me credo che mi succhi via anche l'insulina necessitante)
e ci avvelena minuto dopo minuto ...

Ma poi temiamo le porte -che son sempre appannaggio della morte -
vediamo la luna storta imbiancarci la nuca
guardiamo uno sparviero nel cielo e crediamo sia un albatro
e ci leviamo fino a sbattere nel lampadario ...
allora noi duri e puri, apriamo il giornale, o accendiamo la tv:
morti, stragi, alluvioni e soldi che si squagliano al vento - solo per noi poveri e similari -
richiudiamo il giornale e sospirando sospirando si son fatte le tre di notte: buio all'orizzonte,
ombre minacciose dappertutto,
silenzio sornione nel corridoio,
il letto sì il letto ultima barriera. coperte, lenzuola, cuscino, tazza di camomilla
e,
il sonno latitata ...
allora soffi, mugolii, spettri, angosce, ricordi (ah questi sono i più pericolosi)
sudiamo freddo
alla trecentocinquanta giravolta nel talamo in solitaria:
Cazzo che fare?!!
Che fare?!

Mogi, in apnea quasi,
c leviamo, lentamente con le pantofole messe alla storta,
ci strasciniamo, ma per andare dove?!
Per fare cosa?
...
Il tavolino lampeggia,
i libri se la ridono scomposti,
ecco la seggiola gratta il pavimento ...
no, no, no:
Eccoci a farci la dose quotidiana,
quella che volevamo seppellire sotto un cambio astrale di vita,
a vergare nostro malgrado
due versi dinoccolati,
magari smilzi, assonnati,
due solo e poi basta sì basta ...
ma non finisce mai questo quaderno di strada,
mai l'ultimo verso definitivo
mai mai mai
mai ...

Qualcuno giura,
di aver visto il volto di Poesia,
aveva due canini bianchissimi ed acuminati
e agli angoli della sua carnosa bocca
scivolavano stille di sangue rosso rosso

Virgì,
che sia il tuo, il mio e degli altri
quel rigagnolo di plasma?!

Virgì,
t'ho seguito sempre:
forte ed empatica assai assai quella sul Partito
e le altre della tua saga/romanzo

Ciao
Rosario


  Io lupo della steppa trotto solo

solo, nel mondo ormai di neve bianco...

Dalla betulla scende un corvo stanco,

ma non vedo una lepre, un capriolo!

Oh come voglio bene ai caprioli!

Poterne trovar uno, oh bella cosa!

Vi affonderei la bocca mia bramosa:

non v'è nulla che tanto mi consoli.

E con amor e affezion sincera,

delle tenere carni farei strazio,

finché di sangue veramente sazio

a urlare andrei dentro la notte nera.

Anche una lepre basterebbe, via!

Dolce ha la carne pel mio gusto bruto...

Possibile che tutto abbia perduto

quel che abbelliva un dì la vita mia?

È grigio ormai della mia coda il pelo,

e già la vista mi s'annebbia e oscura,

sono anni che mia moglie è in sepoltura,

ed una lepre, un capriolo anelo.

Vado a caccia di lepri, trotto e sogno

all'invernale sibilo del vento,

e ingozzo neve, neve, finché ho spento

la mia sete, e do l'anima al demonio.

(H.Hesse)

…...................................................................................


Un walzer di chopin riempie la sala

una danza selvaggia e scatenata.

Alla fine pallido chiarore,

il pianoforte adorna un'appassita ghirlanda.


Il piano tu, il violino io,

così suoniamo e non smettiamo

e attendiamo inquieti, tu e io,

chi per primo spezza la magia.


Chi per primo interrompe il ritmo

e scosta da sè le candele,

e chi per primo pone la domanda,

a cui non vi è risposta.

(Hermann HESSE)


3 commenti:

  1. caro Rosario, rimani per sempre qui sulle mie pagine, unico faro di poesia nella notte che inghiotte tutto, ma nemmeno il tempo riesce a cancellare la nostra amicizia, e voglio credere che ancora stai scrivendo nella tua terra di Cambuasce, ( come dicevi della tua Campobasso ...) , grande fratello epistolare e compagno di tante illusioni ideali grandi , ti voglio abbracciare al di là delle parole ..

    ""Ciao Poeta
    Ciao uomo!
    Ma le parole conoscono le strade per rincontrarsi
    al di là dei poeti e malgrado gli uomini ...

    Rosario

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  2. Leggo la poesia, leggo il commento e rifletto. C'è chi, come te, non permette alle parole di morire e soprattutto, mi ripeto sapendo di farlo, non permette all'essere umano e al suo vissuto di perdersi nell'indifferenza. Cosa che sotterra più della morte stessa. Un abbraccio Virgilio.

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  3. il secondo commento appartiene a una grande poetessa, Arlette , a cui devo una sacra amicizia , riverente e di rispetto, e a cui mando un carissimo saluto con il mio abbraccio, ciao vir

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