vola via sulla strada
il riflesso d’un attimo
sull’asfalto a luccicare
nudo
bagnato come i tuoi occhi
partendo
fa un anno tra poco
ed è lontano l’eco delle macchine
adesso la fabbrica è chiusa
quando rivedo curva ancora
la sagoma al tornio
d’un’ombra sulla linea
e continuo a cercarti in osteria
il sabato che giocavi
una vita a carte
il premio la pensione
con gli ultimi anni
a curarti l’affanno
se poi in ospedale
nessuno veniva
a trovarti
così la notte
era lo stesso trapano
d’officina
l’ultima
a bucare il soffitto
e quello sguardo
aveva la punta
spezzata
compagni e amici per la pelle, che mi volevano bene davvero, pochi sì, ma straordinari perchè con loro passavo le ore con tanta ma tanta devozione a imparare da loro anche le più piccole cose di laboratorio e officina, con umiltà e rispetto per quanta saggezza possedevano di vivere sempre con il buon senso di mira, un giusto equilibrio dovuto ai calli, quelli che non ho mai portato...buon natale miei cari Giuliano Umberto Ferruccio e Ercole e Ermindo e Peppe e Mario e Battista, madò quanti ne dimentico, perdonatemi, mi stringo in mezzo a voi con questa foto noi tutti insieme...e quanto avete patito dalla vita e sofferto mai dimentico, mai...
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