venerdì 27 settembre 2024

classico

 

tinta di luna
sulle labbra
alle gote
cipria di stelle
 
solo un tocco di silenzio
negli occhi
e profumo di mistero
sulla pelle
 
esco di notte
con una donna
così bella
che vesto classico
senza papillon
 
non faccio il nodo
a una farfalla in volo



sabato 14 settembre 2024

uomo

 

non c'era verso
quella sera
di fine stagione
piatta davanti
una distesa 
 
eri così lontana
in silenzio
lo sguardo fisso
 
d'autunno
poi sul viale
tornando solo
 
un mare gonfio
dentro a salire
quante parole
da scagliarti addosso
 
una rabbia
da bambino
crescendo forse uomo
 
se nemmeno oggi
a perdere te
lo sono
 
 
 

lunedì 9 settembre 2024

quel viaggio

 

l'albero
che spunta
con gli ultimi
rami dall'acqua

accompagna
il soffio sulla distesa
appena l'alba
che increspa

il lago poi s'adagia
a piè di pagina
nell'ozio in veranda

consumando i giorni
alla pensione
dal profumo di lavanda

tra lenzuola
acqua e sapone
e su per le scale
odori di cucina

ancora passeggiate
a riva del tempo
noi sottobraccio

l'ultima
dagli angoli
più nascosti del cuore
fino alla stazione

attraversando piccole case
di colori al saggio
per un vicolo
che mai finivo
di baciarti

se da binari grigi
cominciavi
quel viaggio


martedì 3 settembre 2024

al buio

 

la casa antica
di libri foto quadri
colma una soffitta
ovunque risponde
alla tua voce

grida remote
bambini di corsa
nascosti da qualche parte
lontananti sogni
che amai un tempo

ora fisso al pendolo
parla solo il silenzio

la sera in penombra
passa il vento
con i rami a salutare
dal giardino
lasciando in giro
per le stanze
un sussurro

la notte poi cerco
quaderni d'un vecchio diario
nello studio
ascoltando la radio 
di rumori in sottofondo
mia preferita

se dal corridoio
alla tromba delle scale
accompagna l'eco
una memoria incerta

già fioca la candela
un lieve crepitio
di cera
e lo stoppino al buio
s'immola




lunedì 2 settembre 2024

vista tramonto

 

sentivo quegli odori di pioggia
e terra riarsa insieme
al verso del fiume
quando ingrossa
gonfiando le vene
 
così dai monti
a rimbrottare lontano
il temporale
era come nostro padre
che faceva paura
ma ci voleva bene
 
stretto sui calanchi
di schiena dura
e per valli e campi
sono cresciuto
di silenzio
 
perchè le parole
servono come il vento
che trasporta seme
ma quando sono troppe
anche il tronco geme
 
eccomi allora
qui sul belvedere
vista tramonto
a contare laggiù
una ad una le strade
indietro
 
e del tempo mi sento ostaggio
 
scavando in fondo alle rughe
tante rotaie
d'una vita pronto
l'ultimo viaggio


a momenti

  ti vedo arrivare sulla rena tutta sudata   basti scalza per farmi venire una voglia figurati la gonna a portafoglio   il primo per la pass...