quel sussurro
alle siepi gonfie
vento non è
eppure dall'orto
ripassando
una mano di giallo
alle fronde
muove forse il tuo saluto
affrancato d'un bacio
che mandavi in cartolina
o dei gerani che hai lasciato
quasi un timbro
al balcone
nascondendo
tra le rughe il rossore
e sulla piazzetta
scivolano
ombre sottobraccio
alle foglie
già perduta
la corriera
come di te notizie
che non torni
così m'affaccio
sul belvedere
per cogliere
l'ultimo bagliore
al tramonto
finendo
d'ammazzare
un altro giorno
lingue più strane
s'addossano
alle mura
adesso
che certi silenzi
fanno lo stesso
allungando
nei vicoli
dove il vecchio ondeggia
tornando dall'osteria
con i fumi in testa
più incerto
d'aprire il portone
e trovare dietro
nessuno
che lo aspetta
a cena
fornelli spenti
si nasconde
anche la luna
ci voleva una notte
buia come questa
per spegnere
sul comodino
un sogno inutile
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