Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante (Friedrich Nietzsche)
mercoledì 31 luglio 2024
i passi in giardino
pronuncia l'agave
sabato 27 luglio 2024
sogni in valigia
quanto sarà lunga
l'estate
lungo binari
che affondano
alle coste
con i sogni in valigia
il diario d'un vecchio sul sedile
più veloce il tempo
in galleria
poi il mare infine
al finestrino
con la voglia
di cercare una pensione
la stessa d'un tempo
così lontano
se esisterà ancora
interrogando la distesa davanti
come un bambino
dopo al bastone
scendendo
seguo le informazioni
fino a trovare
a fatica
altri nomi
un'insegna diversa
dalla locanda antica
ho preso una camera
angolo giardino
come volevi tu
e che importa se lato ferrovia
passano di notte convogli
a ripetermi che non arrivi più
ora tu sei in viaggio
io a prendere tutti i treni
anche l'ultimo
per raggiungerti
sabato 20 luglio 2024
sedimento di storia
sui passi di terra secca
lungo sentieri di crepe
e calanchi
usa il vento
lingue d'afa
come voci perdute
governa il silenzio
e non discorre la fonte
d'antica memoria
al viandante
così rimane in vasca
d'alghe sedimento
o storia marcia
muta pure questa penna
nei solchi di pietra
e vene senza inchiostro
se vomere
più non traccia
ma scava rughe
il tempo
d'ultimi vecchi
in faccia
quando geme
tra i sassi
giù nel fosso
un fiume
ridotto all'osso
cadendo un'ombra
rinsecchita dall'argine
per pioppi scarni in fila
non un verso d'animali
nel deserto delle case
per quante braccia spezzate
ad incontrare nessuno
lungo il cammino
qui il racconto
e di vivere
ho finito
giovedì 18 luglio 2024
sarà femmina
abita la mia donna
in vicolo scuro
dopo la piazza
calamaio sul fondo
ad intingere
il racconto
d’un passato senza luce
se arriva
tra le sue gambe
questo futuro
sarà femmina
dice la gente
mirando alla pancia
i gatti intanto
sul muretto
aspettano la sera
ma c’è poco da mangiare
così per muovere le acque
salirò pure io sui tetti
con la luna a parlare
lunedì 15 luglio 2024
la mia vicina (Rosarioesistenteduemiladieci) 16-02-2010
Carla è la vicina
- lontana cento miglia dalla mia ombra –
A cui smetto il respiro dietro al suo
Fondo schiena
Felpato è il suo passo
Anche sulla ghiaia danza …
Ha gli occhi di smeraldo
- rubati al mio gatto preferito –
Li ho visti luccicare
Le volte che mi ci sono imbattuto e perso:
Due fuochi lì
Ad attraversarmi senza darmi in vita
… Ha ragione:
Così si può morire …
Conosco il suo nome
Dal grido d’una amica
Ma altro non m’è mai pervenuto:
E’ trama del mio gioco insensato:
Costellazione d’immagini e vampe
Che solo io descrivo
Qui nell’angolo dirimpetto
Dall’altra faccia della luna …
(Nel mio romanzo
M’ama
E su questo assito
C’è stata la fusione:
Corpi pelle e filosofia …
Quant’è matrigna
La fantasia!)
Carla è la vicina
Così stupenda
Da fotografarle la scia
Ora per esempio è scesa
Nella via
Lesta elegante assapora d’allegria
Sa dove andare
Conosce i colori
Indovina gli abbinamenti
Comunica una flessuosa armonia
Ma non saprà mai
Che in questa stanza
È già stata tutta mia …
Carla è la mia vicina
Lontana quanto basta
Appena
- nel rispetto di due vite parallele –
Incrocia la mia velleità
Si ricompone in un’altra entità:
Profonde un profumo
Sorride e scivola dall’altra parte …
(anche questa a me sembra arte …)
Mentre io resto sconnesso
A vedere l’identico film:
Muto o sonoro preferibilmente
In bianco e nero:
Da single trascurabile
In questa sala fumosa
D’un cinema d’essai …
** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** **
(Rosario da Campobasso, o come scriveva lui Cambuasce...) è stato per me il più grande scrittore contemporaneo, e per sempre qui lo voglio ricordare
perchè mio maestro, compagno d'utopia, e di strada e d'osteria, di vita e sacra amicizia, precise le sue parole all'addio
"
Ciao Poeta
Ciao uomo!
Ma le parole conoscono le strade per rincontrarsi
al di là dei poeti e malgrado gli uomini ...
"
Rosario
domenica 14 luglio 2024
non trovo più la luna
ma com’è
che stanotte
in fondo non trovo
più la luna
giù per vicoli
con questa faccia
così scuri
le bocche
le finestre
spente
sulla porta
da salutare
nessuno
vado avanti
al buio
e risalendo
all’arco delle scalette
sento sull’orlo
del muretto
d’entrare nell’orto
ora di bitume sepolto
poi allo spigolo duro
del convento
su via Leopardi
ascolto la campanella
delle monache
e crollo
quando all’improvviso
sotto casa
davanti la vecchia cantina
scappa una lacrima
e la gran folla di ricordi
ecco le voci
quelle grida
un rimbombo
e siedo al portone
muto
quasi vorrei chiamarti
bussando alle tempie
il nome battente
e guardo lassù al balcone
dove hai lasciato una stella
il tuo segno polare
mamma
venerdì 12 luglio 2024
meraviglie
la canzone
che ti farà ascoltare
lei
avrà solo labbra
sulle tue
baci ovunque
parole più belle
ma in silenzio
se al momento giusto
avrai d’aprire
uno scrigno
e
tu zingaro
a rubare muto
le sue meraviglie
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