non è il tuo segnale dall’orto
solo vento a fischiare
m’affaccio lo stesso
sulla strada maestra
che porta quel compagno
dell’ultimo banco
alla lavagna di nebbia
per i compiti d’inverno
e in cortile mi scappa ridendo
scuffia
il tuo nome di battaglia
a coprire orecchie a sventola
poi sul piazzale incontro bambini alla fermata
urla e spinte
sempre in ritardo noi
correndo al domani
sei caduto al gioco
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