lascio
stasera
aperto
il diario
al vento
che impazza
e spinge
a folate
il vecchio
sulla piazza
giocando a carte
nei mulinelli
sotto le logge
e al monumento
dei dimenticati
di seguito
sfoga nei vicoli
la rabbia
sbattendo
imposte
in metrica
vasi a raffica
quando sul filo dell'orto
discutono forte
anche i tuoi panni
che uno ad uno ricordo
e quanto mi manchi
si calma a poco
e di rimando
esce la luna
tra le coltri
così cerco
al portone
d'evitare
affilate
certe ombre
l'ultima
sulle scale
che mi guarda
fissa
e non reggo
al corrimano
senza appoggio
di ragione
rimango in coperta
quando riprende la corsa
mormorando alla finestra
preciso questo paese
che spiffera
Nessun commento:
Posta un commento