Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante (Friedrich Nietzsche)
lunedì 31 marzo 2025
domenica 30 marzo 2025
vento che cambia
un vento che cambia
girando al gallo sul tetto
spinge verso il mare aperto
mentre noi
di cortili strade
terrazzi
giorni uguali
siamo piccoli eroi
sopra un bastimento
d'uomini e animali
quando le donne dal boccaporto
chiamano a tavola
t'accorgi adesso
che il giorno è più corto
serviranno quelle braccia
calde a letto
per un respiro
ancora di libeccio
e quanto amavo
di brezza al tuo balcone
stanotte sarà soltanto
un brivido da maestrale
a far confusione
martedì 25 marzo 2025
nei passi segreti
dalla campagna
verso il tramonto
a sfogliare
le pagine più belle
del racconto
questa sera antica
mi viene incontro
lungo le mura
guizzando lucertola
dagli orti amica
stesi gli anni e tanti
come nel sussurro
di vicoli intestini
ai fianchi
poi da botteghe
e cantine mute
alle prime ombre accolite
sale stanca
nei silenzi
che circondano
a frotte
a seguire ricordi e muffe
fin sull'arco
delle scalette
dopo c'è la piazza
con la fontana spenta
e la luna
che si specchia appena
quel caffè
a chiudere così presto
non è da meno
amo il borgo ora
nei passi segreti
la notte a spogliare
in cinta di pietre
venerdì 21 marzo 2025
quando Venezia
distesa
tra le onde
è città
eterea
con le strade
virtuali
i ponti
sugli specchi
a levitare
selciati
che si muovono
a dondolo
come silenzi
la notte sul golfo
quando Venezia
e la luna
posano
il sonno
tra le braccia
in laguna
e un vetro
di murano
fa lo stesso
effetto
della storia
a balenare
sulla piazza
d’acqua alta
che inonda
campielli
e calle
fin dentro
questi ventricoli
gonfi per te
d’amore
giovedì 20 marzo 2025
lei mi parla ancora
soffice coperta
a filo di siepi
accomoda la sera
mentre scrivo
questo diario
e stringo
solo un foglio
di nebbia
bianco
bordo riga
d'inverno
se di calma piatta
stamani
posava l'alba nuda
i veli
dopo la mareggiata
e
senza notizie il giorno
andava in cronaca
sulla passeggiata
ma in quel vicolo
che più amo
tira
di notte il silenzio
certe corde in gola
e nascosta
al buio
da voci
alle finestre
panni e saluti
di rimando
lei mi parla ancora
mercoledì 19 marzo 2025
l'insegna
un tappeto di luci
nella notte
per stelle in concerto
sulla volta accesa
l'insegna
con l’accordo di grilli
sottocasa
luce tremula
il saluto della stella
prima di coricarsi
scuri sull’alba
chiudendo lo spartito
imparo nel guscio
a spegnere un sogno
lunedì 17 marzo 2025
è quello che voglio
a marzo
stavo legando l’aquilone
ero un ragazzo
che non sapeva volare
oggi stringo lo spago
d’illusioni inutili
se affanno
ascolto nei bronchi
di sibili e rantoli
osservo le mani
nello spasimo
a primavera
ma non tengono gemme
solo reumi
l’ombra cade stasera
a perpendicolo
delle mie braccia
sui passi di terra
dove rinnovano
le siepi
un confine d’esistere
sottotraccia
oltre ci sono campi in fiore
ma nascosto rimango
da sempre
per farmi trovare
e la tua mano
come sapeva riaccompagnare
se l’ultima notte
è quello che voglio
venerdì 14 marzo 2025
solo che tu non ci sarai
torneremo
lo so
con le
nostre parole
sulle
giovani labbra
a
sfogliare nuove emozioni
e non
voltarti indietro
amore
d’una volta
ti
prego
seguita
a far sognare
donne
che sbocciano
ai
seni di primavera
come
viole di campo
in
odore di carezze
solo che tu non ci sarai
e non
posso rincorrere il vento
per
tirare aquiloni in mezzo al cielo
come
tormenti che affogavo
tra
quelle braccia
solo
mi stringo una foto addosso
questa
notte disperata
di
stupida poesia
dove
bastano le mie lacrime
per
tenere a galla un sogno
giovedì 6 marzo 2025
Bari vecchia
bella
questa città
di notte
per vicoli
a scendere
dalla Bari vecchia
fino al porto
giro sul faro
oltre il molo
le onde
sciabordano
contro la pietra
scivolando
addosso
e torno al profumo
sulla tua distesa
nuda
dove al buio
affondavo
le mani
come a letto
saliva il mare
mercoledì 5 marzo 2025
il tramonto in scena
limpida una sera
per vecchi in prima fila
allo schermo da belvedere
senza nuvole in corriera
da mettere già luna
così chiara
sui monti in vetrina
precisa è l'ora sul vespro
quando al rintocco
sembrano le case
stringersi in fila
il tramonto in scena
dall'osteria alla chiesa
di piazzetta
per qualche anima
in pena
ho rincorso certi ricordi
per via Leopardi
fino allo spiazzo delle monache
dove all'angolo
delle minzioni
sono passate intere generazioni
eravamo armati di fionda
un pallone sgonfio
raggi d'ombrello
per l'arco a freccia
e la caccia ai gatti era aperta
da Lido osteria
fino al tornello
e poi su al monte
con la bici
per scendere al caffè
sulla piazza
quando riportano i conti
precisi di storia
al ricordo più bello
quel bacio a volo
e tanti ancora
stretti noi due
all'amore in sella
lunedì 3 marzo 2025
la storia
quando mi prende
nostalgia
delle nostre passeggiate
faccio la sera
un giro delle mura
poi scendo piano
alla chiesa delle grazie
e ci provo ancora
a chiedere
la salvezza
dell’anima
ma non so pregare
tu eri più brava
alle formule di latino
e stavi le ore
seduta o in ginocchio
sui banchi rimasti
una volta ho rimediato
pure uno schiaffo
perché ridevo da bambino
poi l’ultima volta
quella carezza
che diceva
tutto
senza parlare
soltanto lacrime
e un silenzio
addosso
strozzate le parole
in petto
oggi sono venuto
un’ultima volta
e al portone chiuso
mi perdo
siedo sul ciglio
della strada
una volta bianca
ora di bitume
arida
qui fa testamento
solo il vento
che passa a salutare
dopo la casa del capitano
la salita si fa più ripida
galoppano i ricordi
ma quanti affanni
e tu che mi aspetti
sulla piazzetta
sempre in pena
solo adesso mi scappa
alla fine
quel ti voglio bene
sono disperato
a quella casa spenta
e un fiotto di fontanella
prepara a una notte dura
mentre s’accendono i fanali
e non esce più nessuno
per via
se tanto tempo fa
la gente sedeva sul muretto
e com’era bello farsi compagnia
ora ci sono ombre
che a fare l’appello
alzano la testa
e dopo andiamo tutti in riga
sulla curva del cimitero
alla recita d’oblio
per la storia
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