sabato 31 maggio 2025

la voce del vento

 

mentre parla libera alle vele
sugli alberi e alle cime

è questa la voce che cercavo
dai limoni agli orti
alle bocche
e ai profumi sulla pelle
come labbra d'un fiore mai colto
petali di donna sfogliando

è fiato che d'inverno
urla agli scogli sbattendo
sussurro di notte
ai fanali barcollando
pure alle coltri d'amore
tremando

parla la stessa lingua
questa gente di mare
ai remi e alle reti curva

ma d'alzarsi sugli alberi di nave
come di fischiare nelle piazze
pronta

strappando manifesti e carte
quando di parole sazia
ha solo rabbia di gridare
basta

poi nelle stanze d'una vita
stesi panni di sudore
in silenzio la voce del vento
ai balconi e a letto
quanto sa spogliare

uomini di braccia
alle donne di voglia
che fanno volare


giovedì 29 maggio 2025

ombra allo specchio

 

era la vecchia cassapanca
di naftalina troppo acida
pure l’armadio zoppo  di tarli
 
così aprivo solo il comò
odorando di bucato
al sapone fatto in casa
 
almeno la camicia
per andare a messa la domenica
non sapeva di stalla
ma il bianco durava poco
 
a caccia di rane
sullo stagno
poi dall’argine
a far rimbalzare sassi piatti
sull’acqua
era il tuo saggio
 
tirando al nostro domani
oltre il villaggio
 
e stasera curva
d’un lento tramonto
allo specchio siede ancora
un’ombra
 
con l’ultimo riflesso  a saltare
come volevi tu
levigato sull’onda
 



mercoledì 28 maggio 2025

in punta di matita


non ci saranno sogni all’alba
ad attenderci
ficcati nella bruma
passi d’addio

e guarderai su bianche lenzuola
un altro giorno 
appena nato
vagire

ma tirerai oltre
sulla strada confusi
rumori di portone
dietro
e lo sportello d’una corriera
motore acceso

eravamo già grandi
nel soffrire
altre partenze
ma un bambino con la valigia
sale adesso alla vita

dormendo sui sedili
che ci portano 
ancora un poco 
via

e sempre
ricorderò indietro il mio cane
fedele all’ultima corsa

dove sarà sepolto

ho nascosto
i miei balocchi
quel sorriso
e tante rincorse
giù nei vicoli
d’un paese deserto

stamani
alla partenza
che sembrava  
ormai lontano
con i volti
nomi perduti

ecco perché ti scrivo
con una lacrima in punta di matita


martedì 27 maggio 2025

Aria di mare


da quella finestra
ricordi 
c’era solo aria di mare

non ho visto altro
per giorni

siamo rimasti in camera
e sentivo la tua pelle
calda
il soffio delle labbra
sul viso
le tue parole
dentro il mio silenzio
 
non ci siamo mai perduti
in fondo alle scale
con le valige
ed un’altra vita
 
la stazione
sembrava
il primo giorno
di scuola
confusi alla partenza
altri banchi
 
i binari nelle tempie
oggi
mi riportano
alla vecchia pensione
sul viale del porto
 e lì
il balcone profuma ancora
di tigli al vento
le lenzuola di te
 
passo inutili pomeriggi
di posta
a quella finestra
fissando vele lontane
 
a lanciare verso una lavagna azzurra
apparecchi di carta 
che sulla riga in fondo
si sfasciano contro la tua assenza



lunedì 26 maggio 2025

quella valigia

 

non ho mai aperto
la tua valigia
coperta di polvere
sopra l’armadio
 
contiene solo voglia di viaggiare
ancora e tanta
non ho dubbi
 
ti si leggeva negli occhi
persino tremavano
 le corde in gola
quando sussurravi
domani parto
 
ed ogni sera
l’almanacco dei viaggi
sfogliavi sulle ginocchia
a lume di candela
 
 fino all’ultima pagina
quando m’hai lasciato
ed eri così bella
alla stazione di fiori
 
ora voglio portare con me
quella valigia
 
solo piegato dentro
un sogno
nel mistero        
 
fianco a te per sempre



sabato 24 maggio 2025

il mio vento

 

oggi
il mio vento
ha la lingua lunga
 
riporta voci dai vicoli
spiffera sull’uscio ed infila sotto 
la nostra corrispondenza di scala
 
d’alba è un fiume di rumori
che navighi a letto
quando batte sponde per  via
e sugli argini di case
un ritmo d’onde
a tremar denti in fila
di persiana
 
di  sera  prende il largo
quel bastimento di cigolii
sussurri che salgono alle cime
sordi lamenti
colpi improvvisi

mentre al timone stringi
vele e panni sul giardino 
ad ammainare
vasi e gatti
in coperta
 
poi tanti saluti dal vento che cala
di bordo sui rami d’un tramonto grigio
sfuocato forse a piovere
 
se ne va a galoppare
verso i monti
lasciando prima sul piano
i nostri baci segreti
carpiti a volo
 


venerdì 23 maggio 2025

quanto mi piaci

 

vado stamani
lumaca alle vetrine
in attesa di tue notizie

poi sulla battigia
controvento
e tu sempre in ritardo
 
con ombrelloni in riga
e un’altra estate
in arrivo
scelgo un caffè
alla rotonda
 
gelato in mano
sorridi sulla passeggiata
baffi alla crema
quanto mi piaci
 
ingiallite le palme
pure la vecchia bici
di catena a far rumore
 
se te l’avevo stretta
addosso
amore
 
i gabbiani oggi
volano in alto
quando t’abbraccio
e salta un bacio
al sapore di cioccolato
 
ci facciamo un giro sul molo
sottobraccio
tra pescatori e barche
in scena
già la promessa
d’una pizza stasera
 
e labbra al pomodoro



mercoledì 21 maggio 2025

una notte io e te in cima al mondo

 

nella notte
proiettano i fari
questa voglia che brucia
di correre da  te
 
come rivoltando al buio
i nostri corpi nudi
d’amore impossibile
guidano all’incontro
 accesi i sensi
 
mentre scappo via da questa vita
dai pensieri   dalla noia
volando sopra le distanze
 
per raggiungerti e possedere
curva dopo curva
il tuo corpo
 sul nastro d’asfalto
disteso
 
così  i nostri battiti
stringo al volante
con l’ansia d’abbracciarti
la rabbia d’accelerare
ai tuoi seni
 
ho tutta la strada davanti
il motore che sale
vibrando sulla pelle
 
con quella luna
che siede qui a fianco
e mi seduce di stelle
 
per una notte  io e te
in cima al mondo



mercoledì 14 maggio 2025

concerto per donna sola

 

ora la pioggia convince verso casa
l’ultima attesa
 
stringe ai fanali un’umida sciarpa
calata bene
 
e prendono posto le prime ombre
come tu volevi
 
al concerto per donna sola
nella stanza
 
se di fatiche intonava il canto
e le note d'uno spartito
eseguiva al pianto
 
che ancora porto dentro

 

 

 

 

martedì 13 maggio 2025

l'albero della mia vita

 

la chioma ondeggiavi
al vento delle stagioni
e nella corteccia possedevi
tutti i segni della tempesta
 
ai tuoi piedi venivo in pena
cercando riparo dai tormenti
 
come tra i rami albergavi
le mie ansie
e tenevi in cima
queste ali spente
perché un giorno
tornassero a volare d’azzurro
 
ma era nero un cielo
fosche le nubi
al passaggio d’un inverno
e di gelo calò la notte
sui miei sogni
 
ora riversa quella pianta
sta sui campi perduta
non c’è vita
linfa non scorre
e senza foglie il tronco nudo
si conficca nella mia schiena
come dura lama dentro le ossa
 
eri l’albero della mia vita
il sostegno a tanti voli
il desiderio di posare
un sorriso lassù
tra i tuoi capelli
mamma


domenica 4 maggio 2025

ma chi ha vinto

 

ora che finisce
di sussurrare
alle finestre
il vento

solo tu
dolce pensiero
puoi attraversare
vuote le stanze

mano nella mano
a fare una passeggiata
nel tempo

quando un bambino
correva
al triciclo
in fuga
dalle grida
e d'un castigo

una lunga notte
si prepara
alla gara d'ombre 

sul manubrio
curve
fino all'alba
in volata

ma chi ha vinto
la corsa
è questa
la domanda

interrogando
quadri appesi
sguardi severi
in posa

ma chi
se a fatica
arrivo appena
in fondo al corridoio
e giù per le scale
il vuoto
come rimbomba

a suonare la tromba
proclama vittoria



sabato 3 maggio 2025

solo ieri


al soffitto
la pagina più dura
da sfogliare ogni notte
 
numeri rossi in penombra
scorrendo ore sull’intonaco
alle crepe fisso
d’altri tormenti
 
e di questo tempo
che avanza alle pareti
d’una vita o una stanza
mai arrivo a toccare
il cielo
 
verso l’alba
uno spiraglio tra le persiane
fa eco allo sbadiglio
in coperta
 
m’alzo già stanco della giornata
faccio piano
ma i rumori intanto 
menano fuori
 
 così devo calarmi
per forza
sul marciapiede
come quel vecchio ogni mattina
alla fermata d’angolo
tremando
 
poi
al corteo di lacrime e fiori
l’ho perso solo ieri
 
sguardo lucido remando
tra gente nel traffico
che ancora suona
 
ed è più morta
 
 

giovedì 1 maggio 2025

nuova manodopera

 



e una sera

lui venne in fabbrica

a parlare


attraversando un cancello di ruggine

sospeso tra mura in cinta d’abbandono

silenzio d’ordinanza

sul piazzale

con una pallida luna

assente lassù


come le officine vuote

d’operai ancora curvi al tornio

montando ombre

di seguito alla catena


sei morto invano

disse il capofficina

ma a predicare

tutta la notte

ci voleva poco

d’amore e rivoluzione

ancor meno


all’alba

non riportavano

i turni

quando arrivò dall’est

il padrone


braccia fresche in borsa

costava di meno

quella manodopera d’angeli

al signore






a momenti

  ti vedo arrivare sulla rena tutta sudata   basti scalza per farmi venire una voglia figurati la gonna a portafoglio   il primo per la pass...