Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante (Friedrich Nietzsche)
domenica 27 aprile 2025
chimera
continuando a scrivere
giovedì 24 aprile 2025
il parroco di san venanzo
non ci sono più voci
nel vicolo
abbandonati gli orti
rimangono solo i gatti
e lucertole fisse
sul muretto a guardarti
cerco al portone
di via Leopardi
quell'immagine
per sempre
e poi a cena
faremo tardi
se non c'è più
la tua voce
a chiamarci
scappo sulla piazzetta
da casa di Dalia
e Nietta
al rifornimento
di Damaso
è passato un secolo
quando alle campane
rintocca il vespro
e un cielo di rondini
mette l'arcobaleno
erano stagioni del cuore
che nascondo
oggigiorno
che andiamo di fretta
come Don Curzio
sulla cara motocicletta
la tonaca tra le gambe
il parroco di San Venanzo
con tanto fumo dietro
che ancora appesta
così è rimasta tra le righe
tanta nebbia
e la memoria vacilla
però una cosa
rimane impressa
là sulla curva del cimitero
torneremo ad abitare insieme
non è solo una promessa
mercoledì 23 aprile 2025
non parli mai
portami con te
sulla strada
del pane quotidiano
per marciapiedi
d’asfalto
o tra le pietre
di un duro cammino
con il vento alle ali
o sotto la pioggia
a stringerci un poco
spalla a spalla
saremo in buona compagnia
io che non prego
tu non parli mai
quando appoggiati sull’argine della sera
miro indietro
e tu
ombra curva
la mia già sostieni
domenica 20 aprile 2025
nel guscio
sono qui stamani
camminando in riva
al tempo
tanta la voglia di
cavalcare
marosi
impeto e schiuma
dentro
come rabbia di stagioni
buttate via
ed erano le migliori
con i silenzi stretti in
pugno
stampo orme
curvo in battigia
segni a pasqua d’un passaggio
forse l’ultimo
mirando a tratti
oltre la scogliera
la fine del mare
su quella riga in fondo
dove nemmeno una vela
ormai torna indietro
solo
ai confini del nostro
piccolo mondo
mi ritraggo nella gobba
davanti all’universo
mollusco nel guscio
mercoledì 16 aprile 2025
vieni qui
vieni
qui
sulle ginocchia del tempo
disse la vecchia al mare
e le onde ammutolirono
il vento era calato sui moli
pure le barche annuivano
mentre salivano i nostri bambini
sui
castelli di sabbia
e fiorivano le gote tue
d’una nuova pesca
se il frutto contenevi in un ventre
d’acque e amore
vieni qui
tra le mie braccia
disse il pescatore alla luna
come le sue reti bucarono tempeste
e l’argano di ruggini
nei polmoni suoi
più nulla tirava
allora correvano i nostri ragazzi dietro aquiloni
come spandevi nel cortile
profumi di bucato
e vele di stagione
adesso vieni qui
sulle mie righe
disse il poeta alla musa
e metti la parola fine
così la notte stese nere cortine
poi il filo del destino
tagliarono parche assassine
ma i nostri figli crescevano
già
uomini di barche e amori
curvando all’inverno
lo stelo tuo dei desideri
non gli occhi indomiti e fieri
sabato 12 aprile 2025
al gioco
stasera che a fatica
ti venivo incontro
dai vicoli di sotto
risalendo una vita
in affanno
avevo solo voglia addosso
d'incontrare quel viso
le tue labbra
rosso vivo
e cercando sulla passeggiata
gelato in mano
fissavo amanti
sottobraccio
noi due
ancora innamorati
poi seduto
davanti al mare
in cartolina
oltre le palme
ho colto
pallido un rosso
da tramonto lento
con l'ultimo gabbiano
nel giro sospeso
controvento
e lontano
sulla tavola
miravo al gioco
pescatori e barche
sempre il destino
di mano a carte
mercoledì 9 aprile 2025
nuvole a soffitto
scappa
sui tetti grigi
un bagliore
attraversando fumo
di camini
come nella stanza
nuvole a soffitto
pareti
gonfie di muffe
e quell’orma
di crocifisso
in controluce
che ancora allarga
le tue braccia
per quanta pena
al chiodo infissa
lunedì 7 aprile 2025
catarsi
a
volte sul filo
del
racconto
lascio
la tela
per
infilarmi nel buco del mondo
a
nascondere un sogno
non
più ragno allora
ma
cavallo libero
di
saltare fuori
dal
seminato
così
nella contesa
tra
fantasia
e
ragione
oggi
saluto
con
enfasi
il
nitrito
oltre
lo steccato
è catarsi
domenica 6 aprile 2025
ai vimini
verbi
al passato
mani di calli
consunte
la vecchia
curva ai
vimini
racconta
annodando ricordi
nell'intreccio
di
favola e storia
come tanti amori
stringendo al cuore
e
la sera
eccoti per strada
una sosta al fontanile
l'altra
allo steccato
per mirare già a cappello
di neve le cime
è
rimasta poi un'ombra
a ritirare poveri panni
sull'uscio
canestra
di miseria colma
sabato 5 aprile 2025
impossibile
lasciando
il nome tuo
in mezzo
al foglio
il racconto però
non sta nei margini
come un fiume
da vene d'inchiostro
a saltare l'argine
impossibile
mettere in riga
quello che sento
come stringere una farfalla
in volo
tirar coda alla cometa
acchiappare nuvole
o fermare il vento
tutto questo
non posso di te
scrivendo
venerdì 4 aprile 2025
il callo
gira il vento al gallo sul tetto
mentre stipa il vecchio
una misura di tabacco
nella pipa
fumando dubbi
sulla direzione
se intorno è tutto bruciato
duri calanchi
crepe ovunque
riarsi i campi
e quest'aria calda
di buono
non promette niente
capitano di vecchia data
da solo sulla tolda della nave
mi raccomando
non mollare stasera
che in veranda ripari lo scafo
e resisti ancora all'afa
ricordo i viaggi
nel tempo indietro
tu al timone
io sul banco
ad imparare il mestiere
e quanti sacrifici
segreti nella stiva
allora il mare era pulito
come la fronte tua
poi un'ultima tempesta
ci ha diviso
adesso per distese di fieno
vado cercando la rotta
curve altre schiene
di figli senza lavoro
e perso il muggito
delle vacche
ascolto solo trattori
ma è rimasto il giogo
sulle nostre spalle
sapendo nuovi padroni
come e quanto tirare la fune
appena comincia
a formarsi il callo
giovedì 3 aprile 2025
non so perchè
sempre depone
la sera
a una donna
nel cono d’ombra
sul fondo della stanza
studio
quell’artefatto
d’immagine
attraverso
le onde
nell’eco
d’assenza
e
non so perchè
ascolto
un battito
fosse anche il palpito
o sospiro di te
e se mai riuscissi
ad inventare
con questi occhi
al buio della ragione
una donna vera
allora potrai
capire quanto
t’amo ancora
mercoledì 2 aprile 2025
camicia a fiori
raccoglie stracci di
nebbia
quel vento di marzo
che scappa sui campi
alle prime labbra fiorite
e le tue
sono già gonfie d’amore
quando hai la corolla
aperta al sole
con le gemme da frutto
a primavera
e il tuo verrà
allora cerco nell’armadio
quella vecchia camicia a
fiori
con la voglia di cambiar
pelle
e vestire a colori
come dopo la pioggia
nuove pratoline
vanno sull’argine
virgole d’umori
a metter accento di
passione
povera gente
mancava la corrente
mentre nevicava
e guardavo fuori
a lume di candela
dai vetri sull’orto
poi tornavo alle tue mani
sulla madia
che impastavano
biscotti
allora
c’era pace nel cuore
oggi
torno in periferia
nelle stanze d’ operai
cassaintegrati
dove ascolto
discorsi d’europa
e ragioni di crisi
senza confini
altri padroni
chiedono ai popoli
di stringere la cinghia
la povera gente risponde al bastone
con il mutuo impasta speranze
e vivaddio
siamo cittadini del mondo
globalizzato
ma senza pace
mi rivolto nel letto
pensando ai figli
disoccupati
senza futuro
guardando fuori
di notte
palazzi in fila
di povera gente
che dorme da sempre
e qualcuno disegna
nell’ombra
una stella
a cinque punte
martedì 1 aprile 2025
entre ciel et mer
tra cielo
e mare
una nuvola
solitaria
sta ad
indicare
sospeso il
tempo
d’uomini in
pista
e piloti
adesso in volo
partecipano alla rincorsa
il brivido
su quattr’assi
e la
voglia
giù per la
discesa
delle
monache
spigolo convento
anche paura
d’impattare
alla prima
curva
contro la
cinghia
di nostro
padre
a momenti
ti vedo arrivare sulla rena tutta sudata basti scalza per farmi venire una voglia figurati la gonna a portafoglio il primo per la pass...
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stanotte bussi alle pareti ancora più forte salendo di corsa le scale ripide al tormento quando con me rincorrevi il tempo delle favole ...
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d'un vento profeta muove chioma alla fede ma sui nodi al dubbio non cede scorza dura e di resina perlata mostra i segni d'ant...
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ma oggi com’è la vita senza te impossibile di solitudine a far male il silenzio chiedendo pace nel cuore eppure stringendo nei pu...