lunedì 30 giugno 2025

femmina

 

femmina
la notte
che s'avvicina
d'ombre nuda
 
nei veli di stelle
seni di luna
discinta
al profumo di mistero
sulla pelle
 
compagna
sottobraccio
lungo vicoli
di sussurri
complici
e silenzi
in posa
 
amante
a letto
rotolando
voglie
lenzuola disfatte
con l'alba
a sorprenderci
gelosa
 
confessando infine
i miei segreti
soltanto lei
senza alzare la voce
sa rimettere
i debiti




domenica 29 giugno 2025

la mia carezza ( Laura )

 


Non gettare la tua dolce anima,


Mai,


Perché non si sa se
e da chi verrà raccolta.


Chiudi gli occhi e pensa,
prova a fermare l'impeto della tua realtà.
Prova ad immaginare d'essere una carezza
una carezza che arriva
con la sua affettuosa ironia.
Anche se giunge dal freddo senza confini

Anche se arriva dal fondo dell’oceano
essa ha il potere di bruciarti il sangue.


Ora apri gli occhi.


Anche se non puoi vedermi
sappi che sei la mia carezza

E stai bruciando in me….

( LAURA )





accosto piano

 

un altro compleanno
qui
a sedere insieme

quando preparavi la torta
e lontana
di quel sorriso in foto
ora ho come un'impressione

tira un vento alle siepi di bosso
pur s'inchina il cipresso di confine
alla tristezza addosso

e sul cancello
la campagna indossa
un vestito così bello
a giacere con te

che un solo rumore
potrebbe il nostro sogno
sgualcire

accosto piano




venerdì 27 giugno 2025

quando il sole chiama

 

e vennero i bambini
una mattina di festa
a recitare
sulla piazza
in maschera
 
mentre fisso stavo
a leggere i nomi
sulla stele di marmo
all’angolo
dove i caduti
a fianco del cannone
non reggono più
cancellati di ruggine
 
e com’erano belli
sul palco la recita
a provare
ma quanti sorrisi
capricci e lacrime
di chi scappava
ed io a cercare
un puer
che non tornava
 
vennero i bambini
a portarmi una speranza
ed ho bevuto dal caffè
alla salute del domani
alzando il calice
sorpreso dalla vita
raddrizzando la gobba
un minuto
giusto il tempo
di tornare vivo
 
mia nonna sorrideva
dal monumento

d’un raggio accesa
oggi che il sole
chiama



giovedì 26 giugno 2025

chiudendo la porta

 

scappo con quel sorriso in foto
al vento che t’accarezza ancora
 
chiudendo la porta
 
quando i giorni sul marciapiede
fan male
ma tengo le orecchie tappate
stringendo le spalle al domani
 
niente che tu possa fare
adesso per me
 solo ogni tanto salirò
per venirti a trovare
 
una sigaretta
rileggendo le tue poesie
a ripassare poi quegli occhi
che mi hanno fatto innamorare
 
 se a volte piango giù per le scale
 
 

sul filo del racconto

 

nella nebbia
un tuffo d'arcobaleno
a far ponte
un poco al sereno

se rimango tutto il tempo
a mirare sulle case
un cielo grigio
dal contorno sfuocato

opaca la lente
forse di più la gente
che scorre al neon
sul marciapiede

filando in poltrona
ancora più curva
la tua ombra

come sbuffando in cucina
una pentola
di noia in ebollizione

e d'una lagna
la gatta sul divano
ronfando alle fusa 

m'accosto al camino
sognando
la vicina al balcone
che sul filo del racconto
espone mutande
in processione



mercoledì 25 giugno 2025

quel che resta d'un giorno

 

quel che resta d'un giorno
lì all'angolo
non arrivo a vedere
o copre nebbia
umida e filarina

solo pioggia gentile
con la tua mano
che mi offre l'ombrello
baveri alzati uscendo

per nascondere un bacio
ora che siamo vecchi
e d'una sciarpa
è bello
il tuo ultimo regalo
partendo

poi cosa resta d'un giorno
sui marciapiedi
forse un sorriso al neon finto
vetrine spoglie
c'è aria di crisi
e qualcuno che ride davvero

perchè parlo da solo
ma sei scappata dal riparo
un attimo per il latte


piove ancora
così t'abbraccio stretta
sotto i raggi
che non reggono la tela

come specchiando l'asfalto
un'ombra sola
m'accorgo di quel che resta
d'una vita a sera




martedì 24 giugno 2025

per cena

 

togliendomi il respiro
quella brezza caduta
alle siepi
 
rimane l’afa
un meriggio d’estate
 
con il mare lontano
e una voglia di te
qui tra le carte sul tavolo
 
e quando arriva la sera
a scalare d’ombre
il terrazzo
allora m’affaccio
 
alle colline che fumano
roventi al fieno
agli ulivi
che decorano
alle querce
che sono lo stemma
alla vita insomma
che aspetto
ma non torna
 
come la tua figura
all’ultima curva salendo
dalle passeggiate
insieme

e una lacrima
m’aspetta adesso
per cena


lunedì 23 giugno 2025

i richiami

 

quelle sere
che portavi al fiume
la cesta
rimanendo poi al sole
ad asciugar le ossa
 
di pietra
andava lenta
la macina
 
e quanti panni
sono finiti giù al mulino
nudi noi a far l'amore
 
splendida
la tua corolla
il gambo esile
la vita in fiore
 
oggi vola un gabbiano
controcorrente
l'estate è vicina
e sulle sponde
i richiami vanno a frotte
 
se batte il vento
le canne come ali
percorrendo il cielo
 
è lo stesso fremito
di mezzo al petto
per la donna che muove
ancora un gorgo d'emozioni



venerdì 20 giugno 2025

una musica strana

 

una musica strana
spinge la sua mano stanca
e la scimmia salta
in groppa al padrone
 
vecchio organino
ad elemosine acceso
per vicoli d'un paese avaro
con la gente che ride
e una vita dura
 
vanno le note per strada
e quattro soldi nel cappello
fanno ritornello
un’allegria amara e stonata
attraversa le case grigie
e chi s’affaccia dalle stanze
è più suonato ancora
 
danno i professori
una banana alla bestia
e un sorriso triste
al maestro chino
 
davvero i benpensanti
dirigono sugli antenati
d’istinto
 
come nel cappello sta
una buccia
e la verità



martedì 17 giugno 2025

uno strano girotondo

 

i fiori
che lascio
alla fonte
 
un poco
serviranno
a nascondere
sassi cupi
d’un ricordo
sul fondo
 
come alghe
d’uno strano
girotondo
 
tra le onde
danzando
il tuo viso
 
che il vento
oggi di foglie
ha sopito



domenica 15 giugno 2025

weekend al mare

 

cominciando dalla veranda
fino a letto
con te
che non ami
ombrellone e spiaggia
 
amanti in silenzio
tra lenzuola
acqua e sapone
il tuo profumo
senza stagione
 
già la sera m’affaccio al balcone
puntando fisso la luna
 
coricata tra le onde
ammicca tremula
e salta la voglia
di possedere una  donnaluna
 
giù di sotto
a gemere sulla tavola
ombre di passate avventure
che d’amare
non ho mai smesso
 
weekend tutto compreso


venerdì 13 giugno 2025

niente


d’un mare segreto
in fondo al cassetto
ritrovo quelle barche di carta
tornate indietro 

perché la posta
tra noi
senza recapito
aveva una stagione
sola
 
lo sentivo dalla vita
che raccontavi
con le corde tirate
in gola
 
ricordo adesso
alla stagione nuova
come sempre ripeto
di non innamorarmi
 
solo che al maestro
nascondevo un tempo
le cicche
oggi faccio
lo stesso
 
ogni tanto
a saltare fuori 
così palpitanti
i tuoi frammenti

che non ci posso far
niente
 
 

mercoledì 11 giugno 2025

serata romana

 

serata romana all’Aventino
tra ricordi monumenti e seni di questa città
madre sacra di storia di genti e di civiltà

mi perdo nel crepuscolo di memorie
quando miro lettere d’un passato e di rovine
resti di un’epoca

e non possiede la mia penna
inchiostro da scrivere
per tutta l’anima che sento
come sangue abbastanza
a far scorrere tante emozioni
per questa gran donna stesa sui colli
e di tanti secoli incinta

ho soltanto un brivido
che corre all’orizzonte rosso
dove si perdono schiere di popoli
sfogliando tramonti di Roma
dal colosseo affacciati al balcone
sui fori imperiali

poi risalendo dall’isola del fiume
fino al cupolone in bella vista
l’angelo spada tratta
dal castello a tuffarsi
di marmo implume

e di notte amo spogliarmi d’una vita
tuffarmi anch'io nei vicoli a capofitto
sui viali e le piazze di un’amante latina
che comincia a possederti
nell’anima e nelle membra

ti prende attraversando ombre
sul lungotevere placide
quando gli innamorati a frotte
si accavallano sulle onde di baci
e di luna soffuse

vaga la mente insonne
per una via che non conosci
ripida la scalinata
dolce la vista delle luminarie

a trastevere c’è festa de ‘noantri
e il cuore si allarga
delle mani dei sorrisi
dei suoni per chi torna
sulla strada a riprendersi la vita

amo questa città
la possiedo nei visceri
e quanto fa male lasciarla alle spalle 
partendo d’un rimpianto




*

( dedicata a sor Vittorio Pochini da Roma, grande maestro di vita e mio compagno virtuale di poesia, un uomo di straordinario coraggio e voglia di vivere, con un sorriso e la battuta romanesca, di cui mi sento onorato per l'amicizia sacra e la reciproca simpatia, grazie Vittò ! sei sempre con me vivido e più che mai fratello, ciao vir )








lunedì 9 giugno 2025

a Levanzo

 

sulla passeggiata
quel vento freddo
alla schiena

com'era strana
la sera
a finire di nebbia
tra lenzuola

perduti noi
sul mare d'inverno

cercando le orme
fin dentro
vicoli
traverse
sotto fanali a dondolo

con i passi incerti
di tornare indietro
nascoste le voci
ora che non trattengo
più il silenzio

sentirsi roccia
sentirsi mare
sentirsi vento

a Levanzo



*

è un'isola  appartenente all'arcipelago delle Egadi, in Sicilia. 


domenica 8 giugno 2025

fermando il tempo

 

prendo il tram delle nove
in mezzo al traffico
di giorni su rotaia
 
alla fermata del domani
 rincorrendo orari
occasioni perdute
 
e rimango a fissare dal finestrino
la stessa gente di sempre
portata a guinzaglio dalla noia
a far bisogno sui marciapiedi
 
poi all’angolo viene giù
un temporale a tagliare
immagini in movimento
 
tra ombrelli in fuga
e nella calca di chi spinge
 
ma fermando il tempo
eri proprio tu
sotto la pensilina
di ieri
a cercare da solitudine
 riparo
 
 
 

sabato 7 giugno 2025

antica preghiera

 

oltre lo scoglio
salta il primo dardo
mentre l’alba scioglie le barche
sul mare
e il tuo corpo tra lenzuola
disfatte
 
ora fisso le vele
gonfie di navigare
e le tue forme
che stringo ad amare
 
ma quanti baci schiumano
dalle onde
carezze e brividi sulla pelle
già un altro giorno alle voci
da marciapiede
inseguo fino al porto
dove tra i tuoi seni
ormeggio
 
e la mia donna
al vento porta seme
se canta mediterraneo
e cresce forte
alle pendici
lungo il sentiero degli ulivi
se ha nel ventre
la nostra storia
e le radici
 
amo questa terra
di golfi in pietra
macchie di briganti
scalando miseria
a dorso di mulo
senza un domani
 
e le tue mani
raccoglievano la sera
antica preghiera
di chi non è mai tornato
dal fronte della fame
più nera
 
guardo partendo
i vecchi sull’uscio
e piego in valigia
quel silenzio
lungo il treno di migranti 

ogni vagone ripasso alla schiena
come sulle vertebre
acini del tuo rosario
madre

 

 

lunedì 2 giugno 2025

stella di sangue

 

la mente vacilla
a picco sulle rocce
dove odio allo zenit
hanno sputato
le nostre canne
ed imbracciavi pure tu
la rabbia
la paura
la morte
 
sui reticolati
abbiamo lasciato questa vita
gli stenti  la fame
scarponi di fango
e l’anima in fuga
 
sui monti di confine
la patria ha chiamato
greggi a macello
ora restano i segni
di trincea
di assalto
di cannone
 
quella notte lassù
verso la vetta
una croce
 in attesa della sorte
 
tra una sigaretta
e una lacrima
abbiamo fatto l’alba
per l’ultima rincorsa
 
 una pallottola
 
sulla tua fronte ho visto
una stella di sangue
gli occhi fermi
le mani sul petto
poi il buio
 
ora la pace per altre generazioni
ora un grido è sceso di silenzio
per i caduti al fronte invano
 
perché oggi abbiamo eretto
altro odio
altre divisioni
altri steccati
e gli stessi interessi di sempre
 
 voglio credere
che quei morti riposino
laggiù in pace sotto le croci
 
ma io che vivo
con questa croce addosso
sono di loro più morto





cuoricini e baci

    è quel tempo che cura la vita fasciando di nebbia e scialli sul viale una figura sbiadita   quando nel pastrano mi stringo in affanno d...