martedì 19 agosto 2025

afa

 

mi raggiunge il mare oltre i canneti
in mezzo al silenzio pomeridiano
ritmato dalle onde
 soffocato d’afa

solo il ricordo solca la distesa bollente
insonne vela calata dai sassi
come specchi al calor bianchi
dove annida lucertola cotta

e non torna un solo richiamo
spento l’arco di cicale
inutile eco d’ozio

mentre la sera attracca al pontile
bastimento di miraggi sazio



lunedì 18 agosto 2025

il sospiro

 

stasera che il vento mena
alle finestre
e cambia il tempo
 
miro al gallo sul tetto
una trottola di pensieri
mentre scappa
da queste case chiuse
il sospiro 

da camini muti
portoni di silenzio
battente
come da parole
che non vengono

così rispondendo
a cenni dai vetri
e più niente

la madonna mia
apparente
o già in cielo



alla meridiana

 

c'è un'alba chiara sui tetti
dalle tinte rosa
a tutto schermo fino ai monti
verso il mare
ancora più bella
da dimenticare in fretta
le ombre a fianco
che m'hanno tenuto compagnia
questa notte

ed esco al mattino
solo
nessuna voce in giro
silenzio in bocca

così l'aria fresca
mette ali sulla porta
e già la via diventa carraia

arrivando il rumore
della campagna
alle opere
acceso il motore
anche se tengo
caro il muggito
in fondo al cuore

affondo i passi
attraversando campi
di fiori e profumi
mentre il sentiero
va dritto giù al fiume

mi fermo al bivio
dove c'era la fonte
e tra i rovi
il passato assale
graffiando

sento ancora l'acqua
dal fondo
o le tue parole gorgogliare
in gola

qui venivo all'inizio correndo
quando mi sorrideva la vita
ora siedo
di vivere stanco
alla fine

poi riprendo la marcia al giorno
che alto sui fossi umidi
e i crinali assetati
risplende
a perpendicolo sulle case rimaste
i fienili e le stalle
il mondo com'era
da bambino
ed oggi così cambiato
che d'un vecchio
il tempo ho toccato

greggi sparsi gli anni
non torneranno stasera
quando non riportano al fattore
i conti
incisa un'altra tacca
sulla canna

più preciso e duro il ferro
alla meridiana


domenica 17 agosto 2025

al piccolo cimitero di Villa Romana

 

ieri
al piccolo cimitero
di campagna
all’improvviso
un gran temporale
 
cercavo riparo
dalla vita che fa male
Luigi
se mi hai dato sempre una mano
ho mormorato
dopo anni che non venivo
a trovarti

ho sentito una stanchezza
nell’afa
come dopo correndo
al fresco di pioggia
il sollievo incontro
alla storia
 
d’un grande uomo
benefattore
che ha sempre aiutato la gente
 
e dentro ero piegato
spezzato
sul confine di memoria
 
dove alle nuvole nere
tuoni e saette
tra fila incessanti d’acqua
a lavare
ho urlato muto
ti voglio bene
 
sulle fosse d’altri compagni
lapidi cancellate
volti perduti
così di quello che resta
è calato il tramonto
 
eppure dolce
la nostra sera
bagnata d’umori
di quei profumi
di bosso e fiati dai boschi
da non sentire più
ferite ai fianchi d’esistere
 
un poco volevo sui passi
della sacra terra
lasciare un’impronta
tra pozzanghere
ma quante lacrime
confuse a gocce
già cadevano al finestrino
 
siamo ripartiti verso notte
con i silenzi al cancello
la voce tua su tutto

allora
ho sciolto sul sedile
il pianto
 


sabato 16 agosto 2025

Luigi


 

in tanti anni
non sono riuscito
una sola volta
a scrivere di te
Luigi
 
è stata una fuga da quel dolore immane
da quella tragedia più nera
dove tutti
compagni amici fratelli
quel giorno d'una tristezza
così profonda
erano come perduti
affranti e naufraghi
spariti
 
perchè era immensa
la pena
la condanna alla solitudine
al silenzio
di dure lacrime
e
la Villa intera
ha chiuso in petto
l'ultimo tuo respiro
 
quante volte
negli anni
in mezzo al buio
ho cercato la tua mano
anni da solo
senza quel sorriso
la tua parola
ho urlato muto
disperato e curvo
sulle scale della vita
a fatica
se l'unico sostegno
eri tu
 
la guida
padre e maestro
che con umiltà
e cultura
hai guidato un intero popolo
di Villa
sulla retta via
sempre a fianco
degli umili
e degli offesi
ogni giorno
della tua vita
speso a donarti
generoso
d'una dedizione
che il tuo gran cuore
ha reso sacra
 
e mai questa gente nobile d'Abruzzo
ha dimenticato il bene che hai dato
riversato alla tua terra
fino a calarci dentro e per sempre
le radici
 
che oggi rifioriscono alle nostre braccia
quando vedo scolpito
il tuo nome
non sul marmo
ma in fronte a chi ti ama ancora
 
e ti cerca come me
quando la strada a sera si fa irta e dura
scalando ombre e ricordi
volti e nomi
d'un tempo
quando bastava la tua presenza
per dare la vita
accendere compagnia
scherzare e ridere
ma dentro anche il seme
di quella immensa saggezza
buon senso
e preziosa quanto rara cultura
conquistata con tanti sacrifici
se orfano
sei rimasto alla prima età
la più bella
eppure così dura
 
caro Luigi
la strada a te dedicata
porta il titolo del cuore
il segno dell'amore
 
è la pagina più bella
che la tua gente ha voluto
qui
oggi sfogliare
 
la strada
che ha segnato un'epoca
ma permettetemi
anche la via per il domani
dove altri figli
e uomini sapranno
raccogliere il testimone
e rilanciare la voglia
la sfida degli ideali più puri
 
perchè senza il tuo pensiero
quella fede negli altri
la vita
già un deserto
diventa allora più cieca
 
lasciami sussurrare
proprio su questa strada
a chi è caduto indietro
la più accorata preghiera
di ritrovarci insieme
e
lasciatemi ricordare i loro nomi
uno ad uno
baciare i volti
e dire grazie
per avermi accolto qui
come un amico
 un fratello
uno di voi
e i miei figli verranno ancora
lo so già
Emma capofila
 
vi voglio
oggi più che mai
d'un gran bene
e perdonatemi
se ho scritto troppo
e di getto
ma
dovete sapere
ho con me
nonna Carolina
che d'un secolo partita
mi ha sempre raccontato
della sua terra
 
oggi è qui con Luigi
 e d'un sorriso
così bello
come stanno bene
 sottobraccio alla loro gente




( in Agosto 2020 , a Villa Romana , alla sua gente , al tuo gran cuore che batte ancora più forte dentro, Luigi , padre e maestro e fratello generoso e nobile, che hai raccolto un giovane smarrito e lo hai guidato , io ero perduto, ero io sempre a dare problemi, e con tutta la tua santa pazienza ricostruito per la vita...non dimentico da quel 1993 che sei partito, mai e ripeto ti voglio bene, fino all'aldilà dove ci incontreremo, sono sicuro....eccomi, sono qui a Villa con i tuoi figli e nipoti e Anna e tutti a ripetere muti ti vogliamo bene con il tuo immenso e sacro ricordo seduto a capotavola...)



venerdì 15 agosto 2025

un giorno d'agosto

 

tutto avverrà come
da tempo volevo
 
le ultime parole
ascoltando il mare
 
laggiù una voce profonda
salire gradini e sassi
fino al giardino di casa
 
e ancora come scava
lungo la scogliera di sotto
 
e dalla pineta di fronte
e tra le mani
che tremano al racconto
 
se la partenza dolce
in vena
porto negli occhi
oggi
che ripasso storia
 
il viottolo abbandonato
che tanto insegna
se hai spinto la carrozzina
con la signora di bianco
dietro
per l’ultima volta
 
partire sul mare
poi le ceneri tra le onde
ufficio terminale 
 
un giorno d’agosto
tutto è avvenuto
senza errore
lamento
forse quella lacrima
che non ho trattenuto
lì al confine
 
ma già dormivi
allora sì
che urlava il mare
alla schiena
più di quando ho lasciato
polvere nera
alle sue mani pietose

e la distesa
t’accolse



giovedì 14 agosto 2025

canicola

 

scappando dal meriggio assolato
per un'ombra di conforto
siedo al fresco del pergolato
giù nell'orto
 
dove tralci di vite
resistono alla canicola
mentre stendono la pelle
sul muretto lucertole
in graticola
 
i pomodori ormai rosseggiano
son fatte pure le zucchine
l'estate gonfia i muscoli
ma il vecchio batte la fiacca
 
come rompono queste cicale
già in concerto le rane
dal fosso
 
a chiamare
manchi solo tu
fiato addosso



mercoledì 13 agosto 2025

grattachecca

 

bolla d'afa
nella città deserta
 
cerco di traverse
sul crocevia almeno
un poco d’aria
 
ecco il miraggio
d’un grattachecca
sotto il palazzo
ombra alle spalle
 
resiste all’angolo
controcorrente
mentre si tuffa
nella barcaccia
la solita gente
 
spuria indifferente
come truppe coloniali
da sbarco
e di sudori unte
a sbavare incontinenti
 
non guardo
tiro dritto
all’androne
dove nel fresco
riparo dall’assalto
 
lucertola all’atrio
schizza madonne in coda
il portinaio
 
 

martedì 12 agosto 2025

alla fine del sentiero


alla fine del sentiero
sullo spiazzo
la chiesetta
diroccata
fontanile a fianco

con il cristo
spezzato
altare di colombi
vecchi banchi sparsi
pure il tetto
senza campana
sfondato

da qui in salita
altri sassi
più duri a confondere
un cielo
di nuvole
con i monti
incerto anche il vecchio
nei passi

rimane a fiottare
un filo d'acqua
in vasca
ma
due lacrime addosso
fanno più rumore

c'era una festa quassù
di contadini
e mi sorridevi
secoli fa
che alla febbre d'amore
sudata bevevi

se adesso i ricordi
passano come greggi
assetate più di ieri




lunedì 11 agosto 2025

terra sott'acqua

 

pronta la tela sui campi
e deposto il pennello
sul cavalletto
di legno consunto
 
incantano soavi
i tulipani al tramonto
 
mentre smeriglia il sole
al battito di pale
non sai di mulini
come combatte
questa terra sott'acqua
 
e la sera a specchiare
riflessi dai canali
confondo colori
che sfogliano
bellezza
 
nei petali
caduti
sui ciocchi
consumati
di giovinezza


domenica 10 agosto 2025

chiuso per ferie

 

tutta questa noia
più ombrellone e sdraio
non ce la faccio a caricare
la domenica bollente
scappando dalla città
in fila sulla tangenziale
verso il mare
 
e allora che rimane
tirate giù le tende
in balcone tra vasi secchi
se non remare
con panni stesi a vela
che salutano al vento
altre mutande in ringhiera
 
l'estate in condominio
è un gran tormento
in camera a caccia di zanzare
e in cucina da mangiare
 
esco sul tardi
per non finire sul marciapiede
arrosto
navigando afa intorno
alla ricerca d'un caffè aperto
con la mira d'un gelato
nel deserto
 
è il cammello del vicino
a venirmi incontro
dalla spesa al supermercato
lunghe leve
bava in bocca
per lo sconto
 
riesce a camminare
quell'ibrido ad acqua
attraversando dune
ruminando ad ogni oasi
o pozzo di bitume
 
come lo invidio
con quelle stampelle
e contento m'aggrappo
sul ritorno
 
sono salvo dal chiuso per ferie
e poi lo spilungone ha il navigatore
di serie
 


sabato 9 agosto 2025

carezza d'estate

 

aspettando il soffio caldo
della sera
come una carezza d'estate
a sfiorare
di solitudine queste mura
 
riverisce intanto l'oleandro
e m'accompagna il ligustro
di siepe fedele fino al cancello
uscendo sui campi
di pollini che ridono
come semi in festa alle danze
 
ed è poesia della mia terra
gravida alle coste di ginestra
 
così maestro di tinte nuove
il tempo usa in tela
dolce tempera
all'acquarello
 
se poi lava
in cornice un temporale
subito l'artista ripara
d'arcobaleni a pennello
 
ma attraversando sentieri
che tormentano di sussurri
voci lontane
nei passi indietro
dove non torna nessuno
 
della mia donna sento
forte il richiamo
più d'ogni colore
il profumo

 

venerdì 8 agosto 2025

importante crederci

 

adesso tanto e davvero
mi manchi
non riesco più a vivere da solo
e aspetto d’una vita la sera
così almeno l’ombra
raccolga sulla strada avanzi

lo ripeto a un lampione
d’un singhiozzo
alla fontanella
mugugno
se attacco
a un filo di ristoro
questa bocca
senza baci arida 

barcollo sul ritorno
al buio appoggio
parlo da solo
ubriaco marcio
non riesco
a dimenticarti 

dentro la tempesta
come bussa
e un mare all’assalto
fischia sottovento
ma no
tutto fermo in panchina
stelle di calma
più luna bugiarda 

se i sogni in vetrina
ancora lucidi
nasconde da velina
un tempo promesse
oggi fregature 

importante crederci
e giù altri bicchieri
troppo facile il tuo nome in gola


 

allo zenit

 

m'avvicino alla stazione
dove il sole allo zenit
cuoce attesa sui ferri
 
l'appuntamento con te
sarà rovente
e nervoso fumo
fissando l'orologio
 
un guizzo di lucertola
accenna l'arrivo
d'una vecchia littorina
a sbuffare più di me
sotto la pensilina
 
la donna che aspetto
non ha valigie
solo una voglia
 
labbra rosse
vado a fuoco
lento
mentre mi bacia
nell'afa
con le fiamme a salire
dentro
 
sudati gli amanti sul piazzale
salgono in macchina
fino al settimo cielo
 


donna d'estate

 

titoli in coda sul muretto
lascia il giorno
come lucertola che scappa
 
e più non ascolto oltre le canne
l’arpeggio di cicale
lungo il fiume sonnolento
 
muto pure il vicolo
dove cadono stecchite
ombre al forno
 
la sera che arriva
sudata alla fonte
è donna d’estate
spighe d’oro nei capelli
segnata la schiena di creta
 
lunghe braccia sui fianchi
mirando all’amore
con occhi grandi
da girasole
 
poi alle labbra
quel sorriso di freschezza
gonfia d’una brocca in testa
 
scoprendo gocce ai seni
svanite sulle cosce
di roventi passioni
 
ma sono umori
quando la possiedi
lacrime
adesso che non ho più
da godere
il secreto dell'amore



giovedì 7 agosto 2025

per un pezzo di pane

 

tenetevi 
il paradiso
 
voglio solo
un poco di pace
per un popolo
di fame ucciso
 
e quelle piccole mani
come scavano dentro

tese per un pezzo di pane
al campo di concentramento



il rumore dei passi

 

esco la sera
sempre da solo
allungando un’ombra
ai fanali
 
e quanto fa male
il rumore dei passi
sul selciato
 
giù nel vicolo
preciso l’eco
d’un passato
 
come una voglia
quelle orme 

di seguirti
in silenzio
fin sulla soglia
 
 

 

mercoledì 6 agosto 2025

la donna che abita il cielo

 

una sera che il vento
squassa la siepe
come questa rabbia d’amare
le tempie
 
nel pensiero mi fingo
oltre confine e lembi
d’orizzonte ad attraversare
 
la donna
che abita il cielo
e sciama di galassie
per campi stellati
unico segno polare
 
voi d’allevamento
piccoli uomini rimasti
in bassorilievo
 


c'era gloria

 

quando la luna a dondolo
sfoglia le tue palpebre
con il vecchio treno di ferro
puntato nell’iride
 
come uno zingaro
i suoi mille figli
e più amori
sotto le stelle
la valigia con lo spago
nella schiena
 
ecco
la notte fare a pezzi
alta nei vicoli
ombre d’avanzo
questa notte
che spezza sulle onde
e galleggiano nel silenzio
i resti di tanti discorsi
 
allora
di mezzo al mare
che stanca
chiudi gli occhi
e ti lasci andare
sospesa nelle invenzioni
attraversata
da lunghe comete
discussa a bassa voce
dal balcone dove stendono
panni e solite storie
 
la città che nelle sue collane
accese tra la vita e la morte
assomiglia tanto a vecchi progetti
fumati con calma
la sera sul muro
prima di rientrare
 
e la luna
era piena sui terrazzi
di anni migliori
 
con i sacchi di carbone
mi trovavi a bottega
la luce accesa
si giocava a carte
un bicchiere
la pioggia poi batteva ai tasti
e negli anni sottocasa
un vecchio sorpreso troppo lontano
 
la notte in cui ti sei perduta
volevo lontano fermare quel treno
raggiungere la tua voce
nel bisogno di trovare altre parole
per tenerci in piedi fino a tardi
 
una volta all’angolo
il rumore dei passi sul selciato
con il silenzio dietro
a sistemare certe domande
un dio qualsiasi in mezzo alla strada
non poteva davvero dirti più nulla
 
un bar chiuso
al portone ci saranno stati
mille ricordi a occhi chiusi
a memoria
 
una vita sicura alla catena
se in valigia mi domando
c’era gloria davvero



martedì 5 agosto 2025

il punto del giorno

 

un pomeriggio di stanca
quando alle vele
manca l'aria
 
nemmeno un respiro
nel maglione d'afa
salendo sul terrazzo
vista campagna
 
circondato d'edera
cattivi pensieri
noia ad ampio giro
le stesse case
e i campi
bruciati dal sole
 
guardo i vasi in secca
e mi prende l'inerzia
avessi almeno in tasca
una misura di tabacco
 
dove sono le tue mani
a curare ferite che porto
addosso
e un sorriso come balsamo
che non dà nessuna ricetta
 
quando avanza la sera
sui carri
tirati dalle vacche
in testa
cassette d'uva
e quei profumi
nella canestra
 
è solo un miraggio
attraverso il deserto
quando nel tempo
mi concedo un viaggio
indietro
 
volgendo sui coppi rossi
il tramonto
e cominciando le zanzare
a fare il punto
del giorno
 
 
 

lunedì 4 agosto 2025

alla nostra canzone





e che voce
noi due stretti
in mezzo alla pista
 
dolce un bacio alla dama
l’ultima volta
 
che la notte
profumava di tigli
 
e gli occhi tuoi
erano due stelle
alla fine della musica
ormai spente
 
anche la balera stava chiudendo
e la nostra stagione
alle note ricordo solo
amara un’impressione
 
t’appoggiavi sotto braccio
sul ritorno
e non siamo più tornati
insieme a ballare
se di mezzo il tempo
o il grande mare
hanno offeso il tuo scafo
 
e lì per quanti anni
naufrago
alla nostra canzone
ho alzato un calice
di lacrime amare
 



la città di notte

 

la città di notte
si fa bella
ai trucchi di pioggia
veste di luna sui viali
e stelle
 
se tra i platani in fila
brilla di riflessi e gocce
cingendo al manto di lacrime
come dalle braccia nude
abbracciandomi
 
innamorata accompagna
per piazze di storia
dove batte un cuore
d’arte e di fiumi alla fontana
meraviglie alla barcaccia
e sul fiume fino a trastevere
 
se all’isola mi aspettavano
precise al bacio
le tue labbra
 
già al mimo
su campo di fiori
seguendo per navona
ancora calde
 
scappando sui colli
il ponentino
nei seni quel respiro
dove posare un brivido
 
e l’ho sentito scorrere
tra le gambe
attraversando
mille voglie
 
noi campioni del mondo
in acrobazia sui ponti
noi amanti sospesi
così giovani
al futuro
che non so più stanotte
come abbracciare
la città nuda sul raccordo

all’autostop rimorchiando
anche bagnato un solo ricordo

 


domenica 3 agosto 2025

tutto o nulla

 

siamo di notte
amanti
finti o veri
magari insoddisfatti
 
in fila ai semafori
fissi ai vetri del taxi
nei locali al centro
scintillanti
o in quelli di periferia
soffocanti
 
arriviamo alle ore piccole
sempre più stanchi
ma con te è diverso
 
con quel mistero
negli occhi
il velo
che scende
dopo l’amore

quando vesti nuda
e mi chiedi
tutto o nulla
cosa importa
lo sai fare


oggi bella

  

d’un lampo sui marciapiedi
con i tuoi occhiali grandi in testa
accendi vetrine di sguardi
gonna corta su tacchi a spillo
 
meglio sandali intrecciati
nei tuoi passi di femmina
a svolgere essenza
di  profumo che porta
tante voglie a guinzaglio
 
oggi bella
dei sorrisi che apri
con quelle labbra pronunciate
d’un balcone in fiore
dove stendi uomini in volo
 
 hai tanti cuori in rubrica
 tingi il tuo di rossetto
e non posso toccare il colore

vernice fresca



sabato 2 agosto 2025

2 Agosto 1980

 

ma chi c’era ai funerali
di questo paese
quando sono morti in tanti
 
ad aspettare sul piazzale della stazione
saltata per aria
 
a volare senza meta
sull’aereo in fondo al mare
 
a cantare sul treno
che d’un botto ha saltato i binari
 
ma forse c’era la gente comune
con bandiere e lacrime
 
di sicuro c’eri tu
vestita di nero
silenzio stretto in mano
curva all’ultima fila
dietro le autorità
in fondo alla nostra assenza
 
e poi c’era il vecchio partigiano
un prete piccolo in testa
ed ai gonfaloni delle città
 sindaci in fasce
 
ricordo musica sacra
la chiesa che non conoscevo
ora di tutti
perché pregavano sottovoce
e le urla stavano in bocca mute
a chi aveva perso
tutto
un figlio
un marito
 
io
una  patria
 
 

venerdì 1 agosto 2025

arrivederci

 






ti legherò a una carezza
scolpita sulla soglia
 
nella pietra d’un addio
che solo questa poesia
sa mutare in arrivederci
 

                                          "

sul confine d'esistere

 

al profumo lungo ringhiera
ascolto di notte
l’universo in cammino
 
dal balcone
mirando astri accesi
sul confine d’esistere
 
quando uno straccio
di chiarori sul pavimento
mette l’aurora
alle fatiche del giorno
 
come rientra
il vecchio
al piccolo universo
di stanze mute
intorno



afa

  mi raggiunge il mare oltre i canneti in mezzo al silenzio pomeridiano ritmato dalle onde   soffocato d’afa solo il ricordo solca la dis...