Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante (Friedrich Nietzsche)
domenica 31 agosto 2025
martedì 26 agosto 2025
quello che autunno dipinge
tornano impressioni
a settembre
seguendo nuvole
sui cipressi
e strani miraggi
dove riposi
una passeggiata breve
con lo sguardo
attraversando sacri
i nostri campi
e mirando curvo
nell’eco di quei canti
sulle rotaie di storia
i carri oggi lontananti
ritrovo nei silenzi
che ammantano
di giallo oro
rossi scialli
l’ascolto
per sentieri
che riportano la tua voce
e appoggio stanco
il bastone
mi raggiungi di corsa
in cantina
a nasconderci ancora
tra le botti
i tini al fermento
come noi all’amore
e quanto amo l’autunno
discreto alla tua mano
e un bacio a sfiorarmi
giusta la stagione
per andarmene
quasi un gioco
a moscacieca
e ci mettevi poco
a trovarmi
arrivederci disegnano
lassù in fila altri stormi
se scappa una lacrima
e non so pregare
mentre dormi
lascio un foglio
macchiato d’inchiostro
al cancello
un uomo
già morto
lunedì 18 agosto 2025
alla meridiana
c'è un'alba chiara sui tetti
dalle tinte rosa
a tutto schermo fino ai monti
verso il mare
ancora più bella
da dimenticare in fretta
le ombre a fianco
che m'hanno tenuto compagnia
questa notte
ed esco al mattino
solo
nessuna voce in giro
silenzio in bocca
così l'aria fresca
mette ali sulla porta
e già la via diventa carraia
arrivando il rumore
della campagna
alle opere
acceso il motore
anche se tengo
caro il muggito
in fondo al cuore
affondo i passi
attraversando campi
di fiori e profumi
mentre il sentiero
va dritto giù al fiume
mi fermo al bivio
dove c'era la fonte
e tra i rovi
il passato assale
graffiando
sento ancora l'acqua
dal fondo
o le tue parole gorgogliare
in gola
qui venivo all'inizio correndo
quando mi sorrideva la vita
ora siedo
di vivere stanco
alla fine
poi riprendo la marcia al giorno
che alto sui fossi umidi
e i crinali assetati
risplende
a perpendicolo sulle case rimaste
i fienili e le stalle
il mondo com'era
da bambino
ed oggi così cambiato
che d'un vecchio
il tempo ho toccato
greggi sparsi gli anni
non torneranno stasera
quando non riportano al fattore
i conti
incisa un'altra tacca
sulla canna
più preciso e duro il ferro
alla meridiana
domenica 17 agosto 2025
al piccolo cimitero di Villa Romana
ieri
al piccolo cimitero
di campagna
all’improvviso
un gran temporale
cercavo riparo
dalla vita che fa male
Luigi
se mi hai dato sempre una mano
ho mormorato
dopo anni che non venivo
a trovarti
ho sentito una stanchezza
nell’afa
come dopo correndo
al fresco di pioggia
il sollievo incontro
alla storia
d’un grande uomo
benefattore
che ha sempre aiutato la gente
e dentro ero piegato
spezzato
sul confine di memoria
dove alle nuvole nere
tuoni e saette
tra fila incessanti d’acqua
a lavare
ho urlato muto
ti voglio bene
sulle fosse d’altri compagni
lapidi cancellate
volti perduti
così di quello che resta
è calato il tramonto
eppure dolce
la nostra sera
bagnata d’umori
di quei profumi
di bosso e fiati dai boschi
da non sentire più
ferite ai fianchi d’esistere
un poco volevo sui passi
della sacra terra
lasciare un’impronta
tra pozzanghere
ma quante lacrime
confuse a gocce
già cadevano al finestrino
siamo ripartiti verso notte
con i silenzi al cancello
la voce tua su tutto
allora
ho sciolto sul sedile
il pianto
sabato 16 agosto 2025
Luigi
in tanti anni
non sono riuscito
una sola volta
a scrivere di te
Luigi
è stata una fuga da quel dolore immane
da quella tragedia più nera
dove tutti
compagni amici fratelli
quel giorno d'una tristezza
così profonda
erano come perduti
affranti e naufraghi
spariti
perchè era immensa
la pena
la condanna alla solitudine
al silenzio
di dure lacrime
e
la Villa intera
ha chiuso in petto
l'ultimo tuo respiro
quante volte
negli anni
in mezzo al buio
ho cercato la tua mano
anni da solo
senza quel sorriso
la tua parola
ho urlato muto
disperato e curvo
sulle scale della vita
a fatica
se l'unico sostegno
eri tu
la guida
padre e maestro
che con umiltà
e cultura
hai guidato un intero popolo
di Villa
sulla retta via
sempre a fianco
degli umili
e degli offesi
ogni giorno
della tua vita
speso a donarti
generoso
d'una dedizione
che il tuo gran cuore
ha reso sacra
e mai questa gente nobile d'Abruzzo
ha dimenticato il bene che hai dato
riversato alla tua terra
fino a calarci dentro e per sempre
le radici
che oggi rifioriscono alle nostre braccia
quando vedo scolpito
il tuo nome
non sul marmo
ma in fronte a chi ti ama ancora
e ti cerca come me
quando la strada a sera si fa irta e dura
scalando ombre e ricordi
volti e nomi
d'un tempo
quando bastava la tua presenza
per dare la vita
accendere compagnia
scherzare e ridere
ma dentro anche il seme
di quella immensa saggezza
buon senso
e preziosa quanto rara cultura
conquistata con tanti sacrifici
se orfano
sei rimasto alla prima età
la più bella
eppure così dura
caro Luigi
la strada a te dedicata
porta il titolo del cuore
il segno dell'amore
è la pagina più bella
che la tua gente ha voluto
qui
oggi sfogliare
la strada
che ha segnato un'epoca
ma permettetemi
anche la via per il domani
dove altri figli
e uomini sapranno
raccogliere il testimone
e rilanciare la voglia
la sfida degli ideali più puri
perchè senza il tuo pensiero
quella fede negli altri
la vita
già un deserto
diventa allora più cieca
lasciami sussurrare
proprio su questa strada
a chi è caduto indietro
la più accorata preghiera
di ritrovarci insieme
e
lasciatemi ricordare i loro nomi
uno ad uno
baciare i volti
e dire grazie
per avermi accolto qui
come un amico
un fratello
uno di voi
e i miei figli verranno ancora
lo so già
Emma capofila
vi voglio
oggi più che mai
d'un gran bene
e perdonatemi
se ho scritto troppo
e di getto
ma
dovete sapere
ho con me
nonna Carolina
che d'un secolo partita
mi ha sempre raccontato
della sua terra
oggi è qui con Luigi
e d'un sorriso
così bello
come stanno bene
sottobraccio alla
loro gente
( in Agosto 2020 , a Villa Romana , alla sua gente , al tuo gran cuore che batte ancora più forte dentro, Luigi , padre e maestro e fratello generoso e nobile, che hai raccolto un giovane smarrito e lo hai guidato , io ero perduto, ero io sempre a dare problemi, e con tutta la tua santa pazienza ricostruito per la vita...non dimentico da quel 1993 che sei partito, mai e ripeto ti voglio bene, fino all'aldilà dove ci incontreremo, sono sicuro....eccomi, sono qui a Villa con i tuoi figli e nipoti e Anna e tutti a ripetere muti ti vogliamo bene con il tuo immenso e sacro ricordo seduto a capotavola...)
venerdì 15 agosto 2025
un giorno d'agosto
tutto avverrà come
da tempo volevo
le ultime parole
ascoltando il mare
laggiù una voce profonda
salire gradini e sassi
fino al giardino di casa
e ancora come scava
lungo la scogliera di sotto
e dalla pineta di fronte
e tra le mani
che tremano al racconto
se la partenza dolce
in vena
porto negli occhi
oggi
che ripasso storia
il viottolo abbandonato
che tanto insegna
se hai spinto la carrozzina
con la signora di bianco
dietro
per l’ultima volta
partire sul mare
poi le ceneri tra le onde
ufficio terminale
un giorno d’agosto
tutto è avvenuto
senza errore
lamento
forse quella lacrima
che non ho trattenuto
lì al confine
ma già dormivi
allora sì
che urlava il mare
alla schiena
più di quando ho lasciato
polvere nera
alle sue mani pietose
e la distesa
t’accolse
martedì 12 agosto 2025
alla fine del sentiero
alla fine del sentiero
sullo spiazzo
la chiesetta
diroccata
fontanile a fianco
con il cristo
spezzato
altare di colombi
vecchi banchi sparsi
pure il tetto
senza campana
sfondato
da qui in salita
altri sassi
più duri a confondere
un cielo
di nuvole
con i monti
incerto anche il vecchio
nei passi
rimane a fiottare
un filo d'acqua
in vasca
ma
due lacrime addosso
fanno più rumore
c'era una festa quassù
di contadini
e mi sorridevi
secoli fa
che alla febbre d'amore
sudata bevevi
se adesso i ricordi
passano come greggi
assetate più di ieri
lunedì 11 agosto 2025
terra sott'acqua
pronta la tela sui campi
e deposto il pennello
sul cavalletto
di legno consunto
incantano soavi
i tulipani al tramonto
mentre smeriglia il sole
al battito di pale
non sai di mulini
come combatte
questa terra sott'acqua
e la sera a specchiare
riflessi dai canali
confondo colori
che sfogliano
bellezza
nei petali
caduti
sui ciocchi
consumati
di giovinezza
giovedì 7 agosto 2025
l'amico navigato
stanco del viaggio
accosto in piazzola
d'autostrada
cercando ombra
d'un pino
mediterraneo
che al traffico
offre la chioma
alla vista
uno spettacolo
nonostante i rumori
mi rilasso solo a
mirare
l'azzurro
al di là del
guardrail
in fondo alla
scarpata di ginestre
chiamano
ma non rispondo
al telefono
come ai gabbiani
intorno
mi sento
con l'unico amico
navigato
che resta
e noi parliamo di
tutto
sicuro che aspetta
poi nascondo in
quella pensione
lo scafo
perchè voglio stare
da solo
in pace
la sera dopo cena
andando in spiaggia
un poco a spasso
sto con lui davvero
bene
almeno fino a
domattina
varcando la soglia
insonne e più
stanco
ma chi la teme
se continuerò a
fissarlo
dalla finestra in
corsia
così il mare
insieme
domenica 3 agosto 2025
titoli di coda
d’un guizzo scappa al
tramonto
la dama di compagnia
lasciandomi solo
su questa sedia
a sbavare
lumaca in scia
d’un mare di calure
affogano i terrazzi
lungo il pomeriggio
tra i panni steso
mentre ripasso allo
schermo
monti lontani
dove non salirò più
fino al mare
perduto laggiù
come avanza la sera
nei titoli di coda
a quella lucertola
guizzando ancora
riesco a salutare
l’ultima vela
forse una tovaglia che sbatte
all’orizzonte ormai di case
a notte
adesso la luna specchia
parabole ed antenne
al turno di ringhiera
la mia ombra insonne
sabato 2 agosto 2025
2 Agosto 1980
ma chi c’era ai funerali
di questo paese
quando sono morti in tanti
ad aspettare sul piazzale della stazione
saltata per aria
a volare senza meta
sull’aereo in fondo al mare
a cantare sul treno
che d’un botto ha
saltato i binari
ma forse c’era la gente comune
con bandiere e
lacrime
di sicuro c’eri tu
vestita di nero
silenzio stretto in mano
curva all’ultima fila
dietro le autorità
in fondo alla nostra assenza
e poi c’era il vecchio partigiano
un prete piccolo in testa
ed ai gonfaloni delle città
sindaci in fasce
ricordo musica sacra
la chiesa che non conoscevo
ora di tutti
perché pregavano sottovoce
e le urla stavano in bocca mute
a chi aveva perso
tutto
un figlio
un marito
io
una patria
venerdì 1 agosto 2025
arrivederci
"
ti legherò a
una carezza
scolpita
sulla soglia
nella pietra
d’un addio
che solo
questa poesia
sa mutare in
arrivederci
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